01/01/2013 - 01:00

Caldo: la siccità taglia la disponibilita mondiale di cibo

Il caldo e la siccità che hanno colpito l'Italia provocando oltre mezzo miliardo di euro di perdite alle coltivazioni agricole hanno distrutto anche i raccolti degli Stati Uniti provocando una carenza mondiale di cibo con mais, soia e grano che hanno raggiunto prezzi record per effetto di aumenti che in un solo mese vanno dal 50 per cento per mais e grano al 30 per cento per la soia.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle quotazioni alla riapertura settimanale al Chicago Board of Trade, punto di riferimento o del mercato a livello internazionale con il mais a quasi 8 dollari per bushel, il grano a quasi 9 dollari per bushel e la soia a 16,3 dollari per bushel per consegne a settembre.

La siccità che ha colpito gli Usa secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, è la peggiore dal 1956 in termini di aree colpite e secondo i dati del governo i raccolti di grano in "buona o eccellente" qualità sono appena il 31 per cento mentre per la soia sono il 34 per cento. Negli Stati Uniti, che sono il maggiore produttore, si stimano perdite nel settore agricolo per 12 miliardi di euro che si stanno facendo sentire anche sul mercato mondiale dove alla crisi finanziaria si aggiunge dunque quella alimentare poiché - sottolinea la Coldiretti - se dal grano si ottiene il pane, il mais e soia sono componenti indispensabili per l'alimentazione degli animali negli allevamenti per produrre carne e latte. L'andamento dei prezzi delle materie prime agricole sta provocando - precisa la Coldiretti - effetti sui mercati internazionali dove con i rincari si prospetta una ripresa dell'inflazione, ma è allarme anche per il commercio internazionale per la mancata consegna delle forniture con effetti drammatici - precisa la Coldiretti - sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della sicurezza sociale in paesi come la Libia o l'Egitto che sono forti importatori di grano.
 
L' aumento dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale dal clima che ha colpito con il caldo e la siccità gli Usa mentre un calo dei raccolti è previsto in Russia nella zona del mar Nero per le alluvioni ed in Ucraina, ma in realtà a pesare sono anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziato - precisa la Coldiretti - l'ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all'aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, ai richiesta di biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne e quindi di mangime per gli allevamenti.

In Italia l'arrivo di Ulisse rischia di dare il colpo di grazia alle coltivazioni agricole. Ad essere stati duramente colpiti sono stati - precisa la Coldiretti - decine di migliaia di ettari coltivati di mais, pomodori, barbabietole e girasoli a macchia di leopardo lungo tutta la penisola dove in alcune zone non piove in modo adeguato da mesi. A soffrire con le alte temperature sono anche - continua la Coldiretti - gli animali negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10 per cento di latte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per garantire il refrigerio (doccette, ventilatori, ecc.).
 
Una situazione di emergenza che - conclude la Coldiretti - conferma l'importanza che l'Italia difenda il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a cominciare dalla soia (80 per cento), dal grano (50 per cento) e anche dal mais (20 per cento).
Vesna Tomasevic
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