01/01/2013 - 01:00

Cacciatore spara a due aironi, rischia condanna

Lo scorso giovedì mattina un cacciatore ha sparato a due aironi guardabuoi (uccelli della specie Bubulcus ibis) uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo. Il bracconiere è stato colto in flagrante da una guardia volontaria del WWF in perlustrazione nella zona di Scarna, nel Comune di Colle Val d'Elsa (SI).
La guardia è intervenuta non appena ha assistito alle manovre del cacciatore, il quale dopo aver abbattuto i due uccelli si affrettava a recuperarli ed imbustarli, nonostante uno dei due animali fosse ancora vivo. La Polizia Provinciale, immediatamente allertata, ha proceduto al sequestro degli animali e del fucile, denunciando il cacciatore per abbattimento di animali protetti, illecito penale per cui è prevista condanna fino a 8 mesi di carcere e una ammenda di 2000 euro.
Gli aironi guardabuoi (foto in allegato) sono uccelli dal becco giallo e dal caratteristico piumaggio bianco, inconfondibili con altre specie cacciabili. Sono uccelli tutelati dalla convenzione europea di Berna sugli uccelli, recepita dallo Stato Italiano nel 1981 e attuata con la Legge nazionale per la protezione della fauna selvatica omeoterma (Legge 157 dell'11 febbraio 1992), meglio conosciuta come "legge sulla caccia", che dovrebbe essere non solo ben conosciuta ma anche alla base dell'operato di tutto il mondo venatorio.

In provincia di Siena non è raro avvistare aironi guardabuoi: la specie è in espansione in tutta l'Europa meridionale e da qualche tempo anche nel territorio senese se ne trovano gruppi di individui in cerca di cibo nei campi con bestiame al pascolo o dietro ai trattori in aratura, intenti a ricercare insetti e altri invertebrati del suolo, parassiti del bestiame al pascolo e piccoli rettili e mammiferi. E' un airone coloniale, che nidifica su alberi di media grandezza o in boschetti in aree di pianura.
Il WWF condanna questo episodio inaccettabile, che testimonia quanto sia ancora oggi diffuso un sentimento di disprezzo totale verso la natura e le sue forme di vita, anche quando queste si manifestano nelle loro espressioni più belle e meno comuni.
Marilisa Romagno
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