18/11/2015 - 11:45

Ambiente: ISTAT, migliorano qualità dell'aria e raccolta differenziata

Nel corso del 2014 si rileva un miglioramento generalizzato della qualità dell'aria, soprattutto nelle città del Nord; i livelli per alcuni inquinanti permangono tuttavia elevati e in diversi capoluoghi si rilevano picchi nelle medie orarie o giornaliere. Nel 2014 sono stabili i quantitativi di rifiuti urbani prodotti nei capoluoghi, mentre la differenziata cresce pur rimanendo sotto il 40%, ancora lontana dai target fissati.
Considerando la concentrazione delle polveri sottili, per la prima volta il miglioramento è dovuto in prevalenza alla diminuzione dei superamenti delle soglie di rischio per il PM10 (più di 35 giorni nell’anno oltre il limite della media giornaliera di 50 μg/m3) nei capoluoghi del Nord, dove il problema è maggiormente diffuso (le giornate sono ancora sopra i limiti in circa la metà delle 46 città che hanno monitorato l’inquinante, mentre nel 2013 erano il 70%), in forma meno accentuata in quelli del Centro (dal 30 al 15% dei 20 capoluoghi che lo hanno monitorato). Nel Mezzogiorno si rileva, al contrario, un lieve peggioramento: salgono infatti da sei a otto i capoluoghi dove sono registrate situazioni oltre la soglia di rischio (dal 17 al 24%, nonostante la diminuzione delle città dove si è effettuato il monitoraggio). Nel 2014 il limite per la protezione della salute umana del PM10 è stato superato in 35 capoluoghi. In sette città il numero di giorni di superamento è più del doppio dei 35 indicati come soglia dalla normativa. Rispetto al 2013 (44 le città interessate) continua il trend di riduzione iniziato tre anni prima, dopo il picco di 59 comuni registrato nel 2011.

Sono stabili i quantitativi di rifiuti urbani prodotti nei capoluoghi, mentre la raccolta differenziata cresce, ma è ancora lontana dai target fissati. Nel complesso dei comuni capoluoghi di provincia sono state raccolte quasi 10 mln di tonnellate di rifiuti urbani, un quantitativo pressoché stabile rispetto al 2013, pari a circa un terzo della produzione nazionale. In termini pro capite si contano 541,1 kg per abitante (-2% sul 2013, circa 10 kg in meno a testa). Le quantità pro capite sono mediamente più alte nei capoluoghi del Centro (604,2 kg) che in quelli del Nord (539,6 kg per abitante) e del Mezzogiorno (508,0). Il 38,6% dei rifiuti urbani è raccolto in modo differenziato, quota crescente negli anni (+2,9 punti percentuali rispetto al 2013). Nei capoluoghi il valore obiettivo previsto dalla normativa per il 2008 (45%) non è stato ancora raggiunto mentre risulta conseguito a livello nazionale, con una media del 45,2% sul totale dei comuni. La situazione è molto diversificata a livello territoriale: nei capoluoghi del Nord è raccolta in modo differenziato quasi la metà dei rifiuti urbani (49,7%), mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 22,6% e anche i capoluoghi del Centro si collocano al di sotto del valore Italia (38,2%).

Le quote maggiori di raccolta differenziata si rilevano a Pordenone (79,4%) e Mantova (77,0%) ma quota 70% è superata anche a Verbania, Trento, Tortolì, Belluno e Treviso. In altri 22 capoluoghi (tra i quali la metà del Sud o sardi) la differenziata raggiunge quote comprese tra il 70 e il 60% (con obiettivo 2012 raggiunto o di prossimo conseguimento) e nel complesso in 11 città gli incrementi rispetto al 2013 superano i 10 punti percentuali, indice di una dinamica accelerata e di politiche mirate applicate da un numero crescente di amministrazioni. Le quote più basse di raccolta differenziata (inferiori al 10%) sono tutte riferite a capoluoghi del Mezzogiorno: Foggia, sei siciliani (Siracusa, Enna, Caltanissetta, insieme a Palermo, Messina e Catania tra i grandi comuni40) e tre calabresi (Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio di Calabria).
Tommaso Tautonico
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