21/10/2013 - 14:30

Agricoltura: innovazione fondamentale, ma gli investimenti sono irrisori

L'Agia-Cia ha organizzato una tavola rotonda sul tema a Bari nell'ambito di Agrilevante: ricerca e sviluppo sono strategici, soprattutto nell'ottica dell'agricoltura del futuro che deve produrre di più con meno risorse e minimizzare l'impatto ambientale. Bisogna cogliere le opportunità che arrivano dalla nuova programmazione comunitaria, tra Partenariato europeo (Pei) e "sottoprogramma giovani".
Già oggi sono proprio le imprese "under 40" a innovare di più: il 40% vuole espandere l'attività, il 78% punta al miglioramento dei prodotti e l'80% cerca nuovi canali commerciali. Una "road map" per invertire la marcia e accrescere la competitività. Ricerca e innovazione rappresentano gli asset più strategici per il recupero della competitività del sistema economico e produttivo italiano. Eppure il nostro Paese impegna solo l'1,2 per cento del Pil per lo sviluppo tecnologico, meno della metà della spesa media degli altri grandi Paesi europei. E L'agricoltura non fa eccezione, anzi: le risorse per la ricerca destinate al settore primario sono addirittura scese negli anni, passando dai 440 milioni del 2008 ai 311 milioni attuali. Ma senza innovazione non si esce dalla crisi, per questo ora è necessario cogliere le opportunità che arrivano dalla nuova programmazione comunitaria e invertire la marcia, utilizzando gli strumenti offerti dal Partenariato europeo per l'innovazione (Pei) e dalla riforma della Pac con il "sottoprogramma giovani". E' quanto emerge dalla tavola rotonda "Innovazione in agricoltura", organizzata dall'Agia-Cia a Bari nell'ambito della Fiera Agrilevante. Obiettivo primario dell'agricoltura, in Italia come in Ue, è quello di produrre di più (food security), ma usando in maniera sempre più efficiente e sostenibile le risorse naturali disponibili -spiega l'Agia-. Il settore, cioè, deve accrescere la propria competitività con un minore utilizzo delle risorse idriche, un minore impiego di energia, meno fertilizzanti e pesticidi e un migliore stato del suolo, bene imprescindibile per la produzione agricola. Allo stesso tempo l'agricoltura deve diventare sempre più concorrenziale in un'economia ormai globalizzata, e per questo deve poter contare sulle nuove occasioni di business offerte da internet e dalla banda larga, così come sulla costituzione di reti d'impresa "ad hoc", veri e propri "export cluster".

Insomma, l'agricoltura del futuro richiede importanti innovazioni di processo e di prodotto -osserva l'Agia Cia- e i giovani imprenditori agricoli sono i candidati ideali per cogliere le possibilità offerte dalla nuova programmazione comunitaria, con le risorse destinate a ricerca e sviluppo in agricoltura passate da 1,94 a 4,42 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. D'altra parte, già oggi sono proprio le 161 mila imprese "under 40" a modernizzare l'agricoltura: anche con la crisi, il 40 per cento cerca di espandere la sua attività, il 78 per cento punta al miglioramento dei prodotti e l'80 per cento cerca nuovi canali commerciali (vendita diretta etc). Inoltre, anche per motivi anagrafici, i giovani agricoltori hanno più dimestichezza dei colleghi anziani sia con le lingue che con il web. In otto casi su dieci -sottolinea l'Agia-Cia- si connettono quotidianamente a Internet. Mentre in 5 casi su dieci usano la rete e i social media per promuovere i propri prodotti e allargare la clientela, anche sui mercati stranieri, con un'azienda 'young' su tre che vende oltreconfine.

Ma è necessario fare molto di più. L'Italia ha bisogno di un "Nuovo Patto per la Competitività dell'Impresa" che deve fondarsi sulla riforma del sistema formativo e sul rilancio della ricerca e dell'innovazione come leve strategiche per la crescita -evidenzia l'Agia-. In questo senso è fondamentale il ruolo che giocherà il Pei, che può essere definito appunto come un patto tra istituzioni, imprenditori agricoli e mondo della ricerca, volto a catalizzare l'innovazione in modo tale che le parti possano affrontare le sfide di oggi e prepararsi per un'agricoltura del domani che sia economicamente sostenibile e produttiva. In più, nella recente riforma della Pac, relativamente al secondo pilastro, è prevista la possibilità che gli Stati membri possano adottare nei Psr un "sottoprogramma tematico" sui giovani agricoltori. E un tale programma potrebbe contenere, tra le altre misure, proprio gli investimenti per il trasferimento di conoscenze e azioni d'informazione.
Tommaso Tautonico
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