27/12/2023 - 15:52

Spreco idrico e siccità. Tra problemi e soluzioni

siccità, spreco di acqua

Problema siccità e spreco di acqua potabile. I numeri record e le soluzioni all'emergenza

L’Italia da qualche anno oscilla tra due grandi problemi causati dal cambiamento climatico, ma non solo. Stiamo parlando dello spreco dell’acqua potabile e dell’emergenza siccità che colpisce quasi tutta la penisola, in particolare il nord, specie nel periodo estivo. Si potrebbe dire che le due problematiche siano tra loro interconnesse, perché se da un lato c’è un riscaldamento climatico che incombe e accelera, dall’altro il Governo avrebbe in mano la soluzione, ma stenta a metterla in atto.

SICCITA’ E POCHE PIOGGE

Il cambiamento climatico sta colpendo sotto diversi punti di vista. Per quel che riguarda la questione idrica, la nostra nazione è quella che sta risentendo in modo particolare di un deficit pluviometrico dovuto all’innalzamento delle temperature, ma anche a piogge meno frequenti e al tempo stesso più intense.

Si registrano infatti precipitazioni che contano in sole ventiquattro ore 100 millimetri di pioggia. Questo causa un grande apporto di acqua, che provoca spesso danni e una grande dispersione. La mancanza di piogge frequenti è la causa di un problema di mancanza di acque nei bacini idrici, soprattutto a Nord-Ovest dove le coltivazioni risentono dell’indietreggiamento dei fiumi. Le stagioni estive sono contraddistinte da alte temperature e poca pioggia.

Il terreno si inaridisce e a risentirne è il settore agricolo.

L’ITALIA E LO SPRECO DI ACQUA

Una delle grandi mancanze dell’Italia è la manutenzione o rinnovamento delle tubature della rete idrica. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’ISTAT nel corso del 2023, infatti, si evince come il problema dello spreco di acqua si stia aggravando di anno in anno. Nell’ultimo anno, secondo i dati, degli 8,1 miliardi di metri cubi di acqua immessa nella rete pubblica, solo il 51,0% viene erogata, cioè 4,7 miliardi di metri cubi. Gli altri 3,4 mld di metri cubi vengono dispersi lungo la rete idrica a causa di rotture e perdite.

Queste sono dovute all’età della rete idrica nazionale. Il 60% delle tubature hanno più di 30 anni, mentre un quarto delle tubature ha cinquant’anni. Questa situazione, dunque, causa una perdita del 42,2% dell’acqua immessa nella rete idrica, facendo diminuire la quantità di acqua erogata, ma soprattutto quella destinata al consumo pro-capite. Da sottolineare che questa percentuale di perdita rappresenta il nuovo record. Nel corso degli anni, infatti, la perdita dell’acqua è andata via via aumentando. Nel 1999 lo spreco era di 32,6% fino ad arrivare ai valori di oggi. La tendenza, in ogni caso, fa preoccupare, perché secondo le previsioni, qualora non ci sia una decisa manutenzione delle tubature, la quantità di acqua sprecata andrà aumentando.

Ai problemi riguardanti la rete idrica si aggiunge anche lo spreco delle acque piovane e in generale delle acque reflue. Il riutilizzo delle acque reflue urbane, dunque le acque domestiche, le acque industriali, permetterebbe di mettere in circolo una quantità di acqua utile all’agricoltura. Si calcola che il potenziale delle acque in uscita dai depuratori è di 9mld di metri cubi, ma di questi se ne usa solo il 5%, cioè 475mln. Questo a causa di pregiudizi, la mancanza di una governance adeguata e di limiti normativi.

POSSIBILI SOLUZIONI

Se al problema delle perdite nella rete idrica nazionale basterebbe mettere in campo una campagna di manutenzione, non si può dire lo stesso per il problema siccità. Non mancano comunque le soluzioni. Quella più semplice sembrerebbe quella che riguarda l’agricoltura eterogenea, cioè l’agroforestazione. Si tratta di coltivare nei pascoli alberi e arbusti in modo da proteggere le piantagioni sia dalle alte temperature, sia da eventuali inondazioni.

Un’altra soluzione sarebbe quella che riguarda la raccolta delle acque meteoriche e delle acque reflue urbane. Si parla di un potenziale di 22 miliardi di metri cubi di acqua l’anno. Questo attenuerebbe la siccità e al tempo stesso proteggerebbe i nuclei urbani da eventi meteorologici estremi. In provincia di Trento si è operato per trattenere l’acqua in eccesso. Con l’Urban Wetland, un parco in cui convogliare le acque piovane, si è dato vita a un progetto di riuso delle acque piovane per irrigare le zone verdi del parco, aumentare la biodiversità nell’ambiente urbano. A questo si aggiunge l’obiettivo di favorire il risparmio idrico in campo edilizio.

Un altro esempio di riutilizzo di acque reflue urbane è quello di Milano. Grazie a due depuratori, il San Rocco e Nosedo, il comprensorio sud-est milanese e la provincia di Pavia sono state irrigate regolarmente mentre la zona pianeggiante era sofferente a causa del caldo dell’estate 2022. Questo tipo di soluzione, comunque, è stata adoperata anche in altre zone di Milano per l’irrigazione di parchi periurbani e dei sistemi del verde.

Cristina Mariano
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