01/01/2013 - 01:00

La Carovana delle Alpi 2010 di Legambiente

La Carovana delle Alpi è la campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che ogni anno monitora lo stato dell'ambiente alpino, soprattutto in materia di biodiversità.
Questa IX spedizione consegnerà nove bandiere nere, legate a situazioni di degrado, e nove verdi, come esempio di buone pratiche sulle Alpi.
Tra le cause principali dei vessilli neri resta la speculazione edilizia.
Emblematico il caso della Regione Valle D'Aosta che ha permesso di ampliare del 40% alberghi, bar e ristoranti (anche nelle aree protette) e trasformare la ricettività turistica in seconde case.

Anche la Lombardia si aggiudica due bandiere nere grazie al PGT con 300.000 mc di aree edificabili del Comune di Castione della Presolana (Bg) e alle seconde case di Foppolo.
Due vanno anche al Piemonte: al Comune di Acceglio (Cn) "per il danno ambientale ed idraulico arrecato al torrente e alla borgata storica di Chiappera" e a Casalborgone (To) "per aver dato la possibilità di organizzare attività con veicoli fuoristrada in un Sito di Interesse Comunitario (Bosco del Vaj e Bosc Grand)".
In Friuli Venezia Giulia la società Edipower riceve un vessillo corvino "per il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago che devasterebbe il lago naturale di Cavazzo"; uno anche alla Regione stessa "per l'ipotesi di realizzare un'arena da 5mila posti per lo sci di fondo sul Monte Zoncolan, già ampiamente sfruttato".
Infine, una al comune veneto di Sant'anna D'Alfaedo (Vr)

A comparire quest'anno nella lista nera anche Giorgio Di Centa, famoso sportivo italiano, "per aver scalato il ghiacciaio del Parco Nazionale dello Stelvio a bordo di un trattore, un atto di scarso rispetto per la montagna".
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha dichiarato:"La biodiversità alpina è minacciata dagli effetti del cambiamento climatico e delle trasformazioni del territorio ma fenomeni come il ritorno dei grandi predatori indicano le Alpi come un sistema vivo e dinamico, che richiede appropriate politiche di gestione del territorio. Per questo siamo estremamente preoccupati dai tagli annunciati alle aree protette e pensiamo debbano essere sviluppate strategie territoriali più sostenibili di quelle del recente passato. Occorre investire nel mantenimento e nel sostegno alle attività agricole e d'alpeggio e dire basta al turismo di rapina che ha portato solo tante colate di cemento, favorendo ben poco lo sviluppo dell'impresa turistica".

"Da undici anni in Parlamento assistiamo ad un indecente rimbalzo dei protocolli della Convenzione delle Alpi, ormai siamo l'unico Paese europeo ad essere estraneo al tavolo di lavoro alpino - ha aggiunto Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente - Purtroppo la politica nostrana continua ad essere lontana dai problemi delle montagne, che restano ostaggio delle lobby: dagli autotrasportatori che intasano i valichi agli operatori dello sfruttamento idroelettrico, ai costruttori di seconde case e agli operatori del turismo invernale, sempre a caccia di finanziamenti pubblici per infrastrutture che deturpano i paesaggi più delicati per riproporre formule di turismo ormai decotte".
Tra le bandiere verdi, più importante è stata consegnata al Centro Faunistico "Uomini e Lupi" del Parco Alpi Marittime, interamente dedicato al lupo.
"Con questa segnalazione vogliamo dare il giusto peso alle politiche di conservazione dei grandi predatori avviate dal Parco e dalla Regione Piemonte - ha commentato Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte - Questa regione è stata sicuramente uno straordinario laboratorio e un modello per l'attenzione dedicata al fenomeno del ritorno dei predatori. Vorremmo che l'amministrazione Cota - se confermata - proseguisse in questa direzione ma stiamo già registrando segnali negativi, come il blocco dei finanziamenti alla ricerca scientifica sul lupo".
Lisa Zillio
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