11/07/2016 - 13:02

L'unione fa la forza: la coesione fa crescere imprese e territori

Lo dice il rapporto stilato della Fondazione Symbola con Unioncamere "Coesione è competizione" secondo cui le imprese che instaurano collaborazioni con altre aziende, territori, comunità, istituzioni, consumatori e terzo settore, crescono più delle altre.
La coesione è la direzione da seguire per il futuro del nostro paese, un paese caratterizzato da una forte presenza di artigiani, di un sistema produttivo culturale in grado di generare 90 miliardi annui di valore aggiunto. Bellezza, cultura e coesione sono i temi su cui puntare per riportare l'Italia ad essere il paese che merita di essere. Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, intervenuto alla presentazione del rapporto, commenta: "più forte, più gentile, più a misura d'uomo, antidoto alla disuguaglianza, alle mafie, alla disoccupazione. Perché talenti, bellezza, cultura e coesione sono beni comuni a portata di mano che fanno da volàno a innovazione e competitività per tutti i settori e per tutte le imprese. L'economia da sola non basta. Unire economia e cultura non è uno scempio, ma la nostra grande scommessa. Lo stesso Economist ha fatto un mea culpa per il suo endorsement fideistico sulla globalizzazione". I dati del rapporto confermano quanto detto, le 1.300 imprese che hanno puntato sulla coesione hanno registrato in alcuni casi un aumento annuo del fatturato del 47%, hanno assunto di più ed hanno fatto registrare un aumento delle esportazioni rispetto alle aziende di settore che non hanno puntato sul sistema coesione.

Anche il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenuto alla presentazione del rapporto sostiene lo sviluppo della coesione: "Bellezza e cultura sono le dimensioni orizzontali del nostro Paese con cui Symbola ci invita oggi a fare i conti anche in chiave aziendalistica, perché sono la direzione di marcia per coniugare sviluppo e uguaglianza sociale, attingendo al passato per costruire il futuro. Industria 4.0 non è solo una questione tecnologica ma anche culturale interna alle aziende. Dobbiamo essere protagonisti di una quarta rivoluzione industriale e diventare la boutique dell'industria del mondo. Questa è la sfida che l'industria italiana deve lanciare, per reagire e non semplicemente per resistere".

Alla presentazione è intervenuto anche Francesco Starace - ad di Enel - che nel suo intervento ha ribadito l'importanza di puntare sulla green economy: "Non esiste sviluppo se non c'è inclusione, perché l'inclusione non è mai a somma zero, genera valore economico. Abbiamo chiuso 23 centrali termiche, la metà del nostro parco, una volta e mezzo la potenza installata in Grecia, non abbiamo licenziato nessuno e nessuno di voi se ne è accorto. Quelle 23 centrali stanno diventando testimonianza della metempsicosi dal passato al futuro, di una rinascita frutto di progetti innovativi ideati dalla comunità, cui ci siamo paerti. Lo sviluppo sostenibile e coeso è davvero l'unica via per crescere e lo stiamo testando sul campo. Enel ha in programma 1,5 miliardi di investimenti sulle rinnovabili, sui piccoli impianti solari che non invadono il paesaggio e per il potenziamento dell'eolico. Con le nuove tecnologie, solo sostituendo gli impianti eolici oggi esistenti, avremmo dal 50 al 70% in più di energia, e non chiediamo incentivi ma solo certezza normativa sul futuro di quegli impianti".
Tommaso Tautonico
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