01/01/2013 - 01:00

Il Wwf analizza la mobilità

La mobilità urbana non può essere la cenerentola degli investimenti pubblici nel settore dei trasporti e delle infrastrutture. Il WWF Italia, sulla base di proprie elaborazioni ricorda che il 75% della mobilità si concentra sulle corte e medie distanze.
La Legge Finanziaria 2010 destina invece 1.564 milioni circa alle infrastrutture strategiche (autostrade e a linee ad alta velocità ferroviaria per la mobilità a lunga distanza), e fondi 15 volte inferiori vengono destinati alla mobilità urbana (solo 120 milioni di euro). Nella Legge Finanziaria 2009 alle infrastrutture strategiche erano stati destinati 2.379 milioni di euro e soli 251 milioni di euro alla mobilità urbana (1/10 dei fondi destinati alle infrastrutture strategiche extraurbane). Secondo il WWF c'è un'evidente sproporzione tra gli investimenti nella "città diffusa" e i costi sociali che la comunità nazionale sopporta: nell'ultimo Allegato Infrastrutture del Governo, presentato nel giugno 2009, viene detto che il costo sociale della "congestione" urbana ammonta a 9 miliardi di euro l'anno, mentre i costi del trasporto privato urbano sul bilancio delle famiglie italiane ammontano complessivamente a 30 miliardi di euro l'anno.
E' importante che venga predisposto su scala nazionale e locale un pacchetto di misure e di piani/programmi che inverta le tendenza in atto nella popolazione urbana. Infatti, ricorda il WWF, pur in questa gravissima situazione di crisi il 67,4% degli spostamenti in area urbana avviene con l'auto privata, come viene riportato dal rapporto relativo al primo semestre 2009 elaborato dall'istituto di ricerca ISFORT per ASSTRA (l'associazione delle aziende del trasporto pubblico locale). Questo significa come documentato dal Rapporto richiamato dal WWF, che "nonostante la flessione del 5,7% dell'uso del mezzo privato nel 2009, l'incidenza sul totale degli spostamenti a motore delle vetture cresce dal 81,9% del 2008 al 83,8% (equivalenti al 67,4% degli spostamenti complessivi) di quest'anno. Si tratta del valore più alto in assoluto dei nove anni presi in esame (il più basso si è registrato nel 2004 con il 76,3%)."
A livello nazionale bisognerebbe rivedere il PGTL (Piano Generale dei Trasporti e della Logistica) e integrarlo con un nuovo PGM (Piano Generale della Mobilità), che sia caratterizzato: 1. da precise linee di indirizzo e coordinamento per il raggiungimento di obiettivi ambientali espliciti, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, di rientro nei limiti per l'inquinamento dell'aria (in particolare per quanto riguarda NO2 e di PM10), di riduzione del rumore; 2. da un compiuto processo di Valutazione Ambientale Strategica;
Le Regioni dovrebbero garantire che ci sia integrazione tra i Piani territoriali e i Piani dei trasporti, con obiettivi e linee di intervento coerenti con le opzioni strategiche nazionali per garantire sinergie, co-responsabilità nonché obiettivi funzionali ed ambientali condivisi sulla base delle risorse rese disponibili dal governo centrale e dal governo locale. Piani che sappiano potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionale integrate, basate sulla distinzione tra linee di forza e linee di distribuzione e incentivando la formazione di Consorzi ed Agenzie interistituzionali al servizio della città diffusa;
Infine le grandi città, c'è assoluto bisogno di: 1. una concertazione "autorevole" tra i diversi livelli di governo (regioni, province, comuni, aree metropolitane) e con gli operatori dell'offerta di infrastrutture 2. evitare la ulteriore affermazione dello sprawl urbano e della città-corridoio, adottando per le parti urbanizzate e per le reti stradali regole, criteri qualitativi e limiti quantitativi all'espansione delle città; 3. potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionale integrate; 4. ri-orientare il trasporto individuale tramite la tariffazione dell'uso dell'auto (transito, sosta, accesso) anche per contrastarne l'uso dell'auto privata negli spostamenti di brevissimo raggio; 4. favorire l'adozione di progetti di "City Logistics" sia attraverso la realizzazione di piattaforme di distribuzione urbana delle merci che attraverso l'adozione di normative ad hoc sulla circolazione dei mezzi, sulle aree di sosta, sugli orari di ingresso nelle ZTL.
Tommaso Tautonico
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