29/09/2014 - 18:09

Il Ghemme 2007 di Torraccia del Piantavigna rispetta l'ambiente ed è uno dei 50 migliori vini d'Italia

Il vino dell’azienda piemontese ha conquistato la giuria del Premio Best Italian Wine Awards (BIWA). È il Ghemme 2007 di Torraccia del Piantavigna uno dei Best Italian Wine Awards - i 50 migliori vini d'Italia secondo la commissione tecnica del Premio Best Italian Wine Awards (BIWA).

Ottenuto solitamente dal 90% di uve nebbiolo e dal 10% di uve vespolina coltivate sulle Colline Novaresi, il Ghemme di Torraccia del Piantavigna viene invecchiato per 3 anni in botti di rovere francese di medie dimensioni.

 

Racchiuso in una bottiglia ispirata nella forma a un esemplare dei primi del Novecento, questo vino vuole essere il racconto di un territorio e della sua storia. E lo è, a partire dalla scelta di una filosofia di coltura eco-compatibile. 

 

Un grande vino deve essere anche buono per la natura. E’ questa la filosofia de La Torraccia del Piantavigna che, sin dalla sua fondazione, ne ha fatto un elemento differenziale. Il rispetto dell’ambiente si esprime in ogni scelta.

 

Già nella progettazione della cantina si è optato per l’utilizzo di materiali naturali. Invece che una pavimentazione in cemento, si sono scelte sabbie e ghiaie che mantengano l’umidità costante, è stato poi messo a punto un sistema di ventilazione delle pareti, che consente di rinfrescare o riscaldare la cantina senza sprechi energetici. Infine, la pavimentazione in legno è ottenuta dalle doghe usate dei tini troncoconici, che aggiungono ancor più fascino e un aroma unico all’ambiente.


A questo si aggiungono le prove sperimentali per l’utilizzo dei sarmenti e dei residui delle operazioni colturali per la produzione di energia, sperimentazioni svolte in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.  E della vite in Torraccia del Piantavigna non si butta niente! 

E’ stato, infatti, messo a punto un sistema che consente di utilizzare ogni parte del grappolo, in ogni fase della sua vita, ottimizzando così il recupero energetico e minimizzando gli sprechi. Dopo la pigiatura e la fermentazione, le vinacce, ancora fresche e ricche di mosto, vengono destinate alla distillazione per la produzione di grappe monovitigno o selezioni delle grandi d.o.c.g. Ghemme e Gattinara.

Le vinacce esauste vengono utilizzate per la produzione di pellet che, a sua volta, sarà venduto per la combustione ai fini del riscaldamento domestico.

Sono in corso anche sperimentazioni per la produzione di biogas dalle vinacce. Infine, è allo studio oggi un sistema di spremitura a freddo dei vinaccioli, dai quali si otterrà l’olio di vinacciolo.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile