28/10/2013 - 16:28

Giovani: la ricerca del lavoro è sempre più social

Presentati a Milano i risultati della Ricerca “Dalla scuola al lavoro, attraverso i social”, realizzata da Fondazione Sodalitas in collaborazione con Randstad. Su Facebook e Linkedin 1 candidatura su 4 ottiene risposta. Ma da soli questi canali non bastano.
Nonostante le agenzie per il lavoro conservino un ruolo da protagonisti, in Italia chi ha meno di 30 anni e vuole lavorare si rivolge sempre più spesso al web, consultando i siti dedicati alla domanda e all'offerta di lavoro, i siti aziendali e – ultimi ma non ultimi – i social network.
Su Linkedin – primo per gradimento ed efficacia – e su Facebook le pagine e i profili aziendali, che le imprese curano e aggiornano dedicandovi sempre più tempo e risorse (non solo economiche), sono gli spazi da monitorare per poter intercettare gli annunci giusti. E proporsi per le posizioni in linea con il proprio profilo non è una perdita di tempo: 1 volta su 4 le candidature  ottengono risposta.

Questi, in sintesi, i risultati emersi dalla Ricerca “Dalla scuola al lavoro, attraverso i social” che Fondazione Sodalitas – in collaborazione conRandstad Italia – ha realizzato per capire come i giovani italiani tra i 18 e i 30 anni utilizzano i social network per cercare lavoro e se li ritengono spazi efficaci a questo scopo.
La presentazione della ricerca è avvenuta nell'ambito della 4^ edizione annuale di ScopriTalenti, la giornata durante la quale i giovani distintisi durante i corsi Giovani&Impresa di Fondazione Sodalitas possono sostenere colloqui conoscitivi con un pool di Aziende leader di mercato.
Per il 2013 hanno aderito all'iniziativa 40 ragazzi e 10 imprese: ABB Italia, Certiquality, Gam Edit, Italcementi, Leroy Merlin, Randstad Italia, Sandvik Italia, Schindler, Sma, Società Reale Mutua di Assicurazioni.

Dalla scuola al lavoro, attraverso i social”: il campione
La ricerca di Fondazione Sodalitas e Randstad Italia ha raggiunto 700 giovani - donne nel 63,8% dei casi, uomini per il restante 36,2% - soprattutto tra i 26 e i 30 anni (il 64,8%), ma anche tra i 22 e i 25 anni (25,2%) e tra i 18 e i 21 anni (10%). Il profilo formativo dei rispondenti è di livello medio-alto: il 32,7% ha conseguito una laurea di primo livello; il 41,5% una laurea di secondo livello (o vecchio ordinamento); l'8% un master o un dottorato di ricerca.

Facebook per svago, Linkedin per lavoro
Il social network più utilizzato tra i giovani italiani under 30 risulta Facebook (85,6%), cui seguono Linkedin (53,5%) e Twitter (19,6%). Quando però bisogna cercare lavoro è a Linkedin che ci si rivolge nella maggior parte dei casi(77,3%). Facebook (21%) e Twitter (1,7%) sono avvertiti molto meno come spazi da monitorare a questo scopo. Le offerte disponibili sui social sono rivolte soprattutto a professionisti con molta esperienza (63,3%) più che a profili junior (31,3%) o a giovani senza esperienza (5,5%).
I social nella loro totalità però, per quanto utilizzati in misura sempre maggiore per intercettare le offerte delle aziende, non sono ancora la prima scelta dei giovani. A loro sono preferiti isiti dedicati alla domanda e offerta di lavoro (86,7%), le agenzie per il lavoro (84,3%), i siti aziendali (70,4%) e i portali che le aziende dedicano completamente alle opportunità di carriera al proprio interno (56,2%).

Cercare lavoro sui social funziona, ma bisogna saperlo fare
Chi utilizza i social network per cercare lavoro (il 47,2% del campione) li ritiene canali efficaci nel 52,4% dei casi. Ma non basta connettersi per riuscire a trovare quel che si desidera. Vanno monitorate soprattutto le pagine e i profili aziendali (84,5%), più che i gruppi (42,2%) o gli spazi di discussione su temi e competenze vicine alla propria formazione (28,3%).
Una volta individuati i contesti e gli annunci giusti, inviare la propria candidatura può dare soddisfazione. Oltre a chi (il 63,3% del campione) si è semplicemente proposto per una offerte di lavoro non avendo ancora avuto riscontri, c'è chi grazie ai social è stato contattato per dei colloqui (26,6%), ha trovato uno stage (4%), ha potuto accedere ad uno stage che poi è proseguito (1,6%) oppure ha trovato direttamente lavoro (4,4%).

Gli identikit dei candidati social
Linkedin, Facebook e Twitter su molti fronti non si assomigliano, come non si assomigliano i giovani tra i 18 e i 30 anni che li frequentano per cercare lavoro.
Linkedinè frequentato soprattutto da donne (54,2%) anche se in misura minore rispetto agli altri social, ed attrae persone con un profilo formativo più alto. Lo utilizza soprattutto, infatti, chi è in possesso di una laurea di secondo livello (51,5%).
Chi si candida attraverso Linkedin ottiene riscontri (appuntamenti per colloqui, stage, stage con un seguito, inserimenti diretti) con una frequenza maggiore (31,6%) rispetto a Facebook (22,4%) e Twitter (0%).
Facebook è ritenuto efficace dai diplomati (38,6%) in misura molto maggiore rispetto agli altri canali (Linkedin 5,5%; Twitter 14,3%) ed è il social con la percentuale più alta di candidati che, dopo aver risposto ad un annuncio, hanno ottenuto subito un inserimento (il 6,6%, contro il 2,7% su Linkedin e lo 0% su Twitter).
Twitter è frequentato soprattutto da uomini (57,1%) in possesso di una laurea di primo livello (71,4%). Mentre su Linkedin risultano più numerose le offerte di lavoro per professionisti con molta esperienza (53,5%), su Twitter ci si imbatte soprattutto in ricerche per profili junior (57,1%), ma l'esperienza non risulta soddisfacente. Nessuno dei rispondenti infatti ha dichiarato di aver ottenuto, attraverso Twitter, risposte alle proprie candidature.

I social per le imprese: nuovi modi di fare recruiting
Coerentemente con quanto rilevato dalle statistiche mondiali – secondo i dati 2013 diffusi da The Website Marketing Group sono almeno 2,6 milioni le aziende iscritte a Linkedin, dove vengono caricati 2 nuovi profili ogni secondo -  le 10 imprese intervenute oggi a ScopriTalenti, pur con le proprie specificità, hanno confermato che essere sui social non solo è importante, ma è anche efficace, perchè permette di entrare in contatto con i professionisti giusti e in tempi rapidi. Anche se certamente i social (Linkedin su tutti) da soli non bastano.
Maddalena Cassuoli
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