01/01/2013 - 01:00

Fonti rinnovabili elettriche: il Governo è sulla strada giusta

Decreto fonti rinnovabili elettriche: il Governo è sulla strada giusta. Purché le misure siano coerenti con le premesse e purché resista all'attacco degli speculatori dell'energia rinnovabile. Adesso più risorse a termiche ed efficienza! La posizione degli Amici della Terra.
La bozza di decreto che definisce i nuovi incentivi per le rinnovabili elettriche (eolico, biomasse e idro, escluso il fotovoltaico che è trattato a parte) recepisce finalmente, nelle sue premesse, l'allarme per gli incentivi fuori controllo che pesano sulle bollette dei cittadini e delle imprese italiane; allarme che l'Autorità per l'energia esprime ufficialmente e che i Ministri Passera e Clini hanno riconosciuto di recente. Proprio come gli Amici della Terra denunciano da anni, documentando tutti gli effetti negativi sull'ambiente e sull'economia degli incentivi vigenti, il nuovo decreto riconosce che:
• l'approccio finora seguito non sia stato ottimale (...) si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica (...) rispetto ai settori calore e trasporti o all'efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti;
• il ritorno economico sulla filiera italiana di questi investimenti è stato spesso non ottimale, a causa della forte spinta su tecnologie dove l'Italia non ha una leadership industriale;
• gli incentivi corrisposti per l'energia rinnovabile elettrica sono stati, in molti casi, oltre il doppio che in altri paesi europei;
• tutto questo si è tradotto in un costo molto elevato per il Paese (...) (quasi un quarto della 'bolletta totale' italiana) (...) il costo cumulato/complessivo è di oltre 150 miliardi di Euro, (...) un aggravio di 120 Euro all'anno per la famiglia media (...);
• in molti Paesi d'Europa (...) è in corso un ripensamento delle politiche nazionali sulle Rinnovabili -in qualche caso in maniera drastica;
• il mix di energie rinnovabili (elettriche, termiche e l'efficienza energetica) per il futuro dovrà favorire le tecnologie più vantaggiose in termini di minor costo unitario (€/MWh, €/Ton CO2 evitata); maggiori ricadute sulla filiera economica del Paese (...) minor impatto ambientale (tenendo conto di vari fattori: emissioni, impatto sul paesaggio, presidio del territorio, interferenze con usi alimentari/ industriali, ecc) e sulle reti elettriche.

Infine, afferma il decreto "occorre rivedere l'attuale gerarchia d'uso delle risorse economiche, spostando il più possibile risorse verso il settore termico e l'efficienza energetica". Gli Amici della Terra sottoscrivono integralmente queste intenzioni purchè le misure effettive si rivelino coerenti con esse e purchè il Governo non receda difronte alle prevedibili contestazioni degli sviluppatori di impianti eolici e fotovoltaici di scarsa qualità, ovvero di coloro che in questi anni hanno potuto speculare su misure "non ottimali". Osserviamo che questo stesso decreto, pur definendo un tetto annuale a nuovi impianti rinnovabili elettrici e norme più rigorose per l'attribuzione degli incentivi, non pone uno stop alle tecnologie più dannose per il paesaggio, come l'eolico. Dovrebbe farlo, invece, se volesse davvero destinare qualche risorsa in più alle rinnovabili termiche e all'efficienza energetica che (lo ricordiamo) attualmente beneficiano solo di una detrazione fiscale del 55% dell'investimento in 10 anni, detrazione che dal 2013 si ridurrà al 36%.
Tommaso Tautonico
autore