05/05/2015 - 11:54

Estrazione gas, Renzi: Sblocca Italia va ripensato. Ecco perché

Lo Sblocca Italia non basta a rendere meno complicato il percorso autorizzativo per l'estrazione del gas, serve una generale ripensamento del sistema di Valutazione di impatto ambientale, la cosiddetta Via.
E' quanto ha affermato il premier Matteo Renzi nel suo intervento davanti al gotha del mondo finanziario che si è riunito alla Borsa di Milano. 
 
Secondo quanto riportato dal canale Ambiente&Energia dell'Ansa il presidente del Consiglio ha cambiato idea sullo Sblocca Italia, ritenuto fino a poco tempo fa un decreto risolutivo per la politica infrastrutturale ed energetica del nostro Paese. Lo Sblocca Italia è stato "un'iniziativa spot" che va inserito in una "generale ripensamento del sistema della valutazione di impatto ambientale" si legge sull'Ansa. Si tratta di "un meccanismo allucinante - ha detto ancora Renzi spiegando come il governo sia "tentando di modificarlo alla radice attraverso la riforma della Pa che contiene una delega anche in questo settore"
 
Ma cosa prevede lo Sblocca Italia in materia di estrazione del gas? L'articolo 38 qualifica le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale come attività di interesse strategico, di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. La norma riguarda inoltre l'inserimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi effettuate sulla terraferma tra i progetti di competenza statale, sottoposti a procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via) e intrpduce, nelle attività di ricerca o coltivazione di idrocarburi rilasciate dallo Stato, il divieto della ricerca e dell'estrazione di shale gas e shale oil e il rilascio dei relativi titoli minerari.
 
Oltre alle norme sulla realizzazione di infrastrutture necessarie per aumentare e differenziare i canali di approvvigionamento dall'estero, si è proceduto anche rispetto alla valorizzazione dei non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale, sbloccando cospicui investimenti (ipotizzabili in 15 miliardi di euro). Obiettivo del provvedimento era quello di delineare procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità. In particolare, il testo introduce un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rilasciato a seguito di una approfondita valutazione del richiedente, nel rispetto del principio di leale collaborazione con i diversi livelli territoriali, nonché del principio costituzionale di tutela dell'ambiente.
 
Ulteriori norme finalizzate a ottimizzare lo sviluppo delle attività estrattive all'interno del territorio nazionale riguardano la Basilicata, che costituisce una risorsa strategica per il Paese e per la Strategia energetica nazionale. Le misure inserite nello "Sblocca Italia" consentono (almeno secondo le intenzioni iniziali del governo) di intervenire a correggere un paradosso: una Regione le cui risorse di idrocarburi potrebbero soddisfare il 10% del fabbisogno nazionale versa in una condizione di difficoltà derivante anche dai vincoli del patto di stabilità interno. La deroga a quest'ultimo, triennale e relativa alle risorse derivanti dalla parte incrementale ottenuta dalle produzioni in loco, esclude dai vincoli del patto le spese sostenute per la realizzazione di interventi di crescita economica e di miglioramento ambientale, comunque compatibili con le politiche di sviluppo nazionali e con la normativa generale del settore.
 
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Rosamaria Freda
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