01/01/2013 - 01:00

Enel collabora alla cattura della CO2 in Cina

Conclusa la “quattro giorni” di incontri tra Enel e i rappresentanti del ministero della Scienza e Tecnologia e di Istituti di ricerca e Università della Repubblica Popolare cinese per lo studio di un sistema di CCS in una centrale nella provincia dello Shaanxi.Enel, ai primi posti in questa tecnologia in Europa con l’impianto pilota a Brindisi e il progetto di Porto Tolle, conferma il suo impegno nella transizione verso l’economia “low carbon” a livello mondiale
Si è conclusa a Roma la “quattro giorni” di confronto scientifico tra i ricercatori di Italia e Cina sui criteri di progettazione, costruzione ed esercizio di impianti con sistemi di cattura di anidride carbonica. La delegazione cinese era reduce da due giorni di visita all’impianto pilota Enel di Brindisi. Hanno partecipato alla sessione finale dei lavori, tra gli altri, il direttore della divisione Ingegneria e Innovazione di Enel, Livio Vido, la responsabile della Divisione stoccaggio gas naturale, cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica del ministero dello Sviluppo Economico, Liliana Panei, il responsabile della cooperazione Italia-Cina del ministero dell’Ambiente Massimo Martinelli e il direttore per la cooperazione con l’Europa del ministero della Scienza e Tecnologia cinese, Zhou Longchao.

L’incontro di questi giorni ha rappresentato un tappa importante del programma di collaborazione avviato con il protocollo siglato nel settembre del 2009 tra il ministero della Scienza e Tecnologia della Repubblica Popolare cinese, i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico italiani e l’Enel. Nel corso dei lavori, è stato fatto il punto, a due anni dalla firma dell’accordo, sul progetto preliminare per la realizzazione di un impianto per la cattura della CO2 nella centrale termoelettrica da 600 MWe di Tongchuan, nella provincia di Shaanxi, gestita dall’operatore China-Huaneng. Il sistema prevede che l’anidride carbonica catturata possa essere riutilizzata per migliorare la performance di estrazione di un vicino pozzo petrolifero. La Cina sta esplorando le tecnologie Carbon Capture & Storage (CCS) riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e di conseguenza nel contenimento degli effetti negativi sul cambiamento climatico.
Contribuisce al successo dell’iniziativa l’esperienza accumulata da Enel nella progettazione e realizzazione dell’impianto pilota di cattura della CO2 nella Centrale Federico II di Brindisi. Questo impianto, inaugurato lo scorso marzo alla presenza del Commissario Europeo Gunther Oettinger, rappresenta il primo test della tecnologia “azzera emissioni” sostenuto dall’Europa col finanziamento del European Energy Programme for Recovery. Con circa 4.000 ore di esercizio, l’impianto di Brindisi ha già separato più di 8.000 tonnellate di anidride carbonica ed è diventato uno dei punti di riferimento concreti dell’impegno europeo per la dimostrazione della tecnologia.

La CO2 prodotta dall’impianto di Brindisi sarà trasportata presso il sito Eni/Stogit di Cortemaggiore (Piacenza), dove sarà iniettata e immagazzinata permanentemente nel sottosuolo, realizzando il know how per progettare future applicazioni della tecnologia su larga scala, con l’obiettivo di diventare il primo pilota integrato di CCS italiano.
L’esperienza maturata a Brindisi è in corso di sviluppo e applicazione al progetto per la costruzione dell’impianto dimostrativo di cattura della CO2 nella centrale Enel di Porto Tolle (Rovigo) che è stato incluso nella road map del Carbon Sequestration Leadership Forum (CSLF) come uno dei progetti più importanti al mondo. Il CSLF è una iniziativa volontaria di nazioni sviluppate e in via di sviluppo che rappresentano il 75% di tutte le emissioni di anidride carbonica e che si sono impegnate nella collaborazione per lo sviluppo di tecnologie di riduzione della CO2
Marilisa Romagno
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