30/10/2015 - 01:02

Ecomondo: verso una catena alimentare a zero rifiuti

Nessuno spreco è ammissibile: non solo quello di materia ed energia, ma anche quello alimentare. E questo è uno dei temi che saranno affrontati ad Ecomondo 2015, dal 3 al 6 novembre a Rimini Fiera, in particolare in due importanti appuntamenti dedicati ai sistemi sostenibili per l’industria alimentare in una logica di economia circolare. Tra i relatori il Ministro Galletti, i professori Fabio Fava e Andrea Segre, gli assessori regionali Costi e Gazzolo e rappresentanti di aziende leader.
Si parte il 3 novembre, alle 14 in Agorà H2R Hall Sud, con la conferenza stampa sull’iniziativa Spreco Zero: “Alimentazione e stili di vita sostenibili” in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e l’ANCI.

L’iniziativa di Last Minute Market sviluppata dal Comune di Sasso Marconi, tramite l’associazione Spreco Zero e la rete Sprecozero.net, verrà potenziata in ottica di riuso a livello nazionale e di diffusione su larga scala delle buone pratiche attivate, grazie al sostegno del Ministero dell’Ambiente e dell’ANCI.
Interverranno fra gli altri il Ministro Gian Luca Galletti, Andrea Segre (fondatore di Last Minute Market e cofondatore della rete Spreco Zero) e Paola Gazzolo (Assessore alle politiche ambientali della Regione Emilia Romagna).

Il giorno successivo,mercoledì 4 novembre alle 10inSala della Chimica Verde, si parlerà di "Verso una catena alimentare a zero rifiuti: tecnologie abilitanti per la sostenibilità dell’industria alimentare e la gestione dei rifiuti in una prospettiva di economia circolare", convegno curato da Unibo, Confagricoltura, Atia-Iswa Italia ITALIA, Cluster Tecnologico nazionale Agro-Food, Consorzio Italiano Compostatori e Comitato tecnico Scientifico di Ecomondo.

Fra i relatori, dopo l’introduzione del prof. Fabio Fava (Coordinatore comitato scientifico di Ecomondo e Referente per la Bioeconomia nei committees H2020), e di Palma Costi (Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma della Regione Emilia-Romagna), figurano anche importanti esponenti di aziende leader come Peroni, Barilla, Whirlpool, Granarolo, Nespresso, ecc.
Il panel completo dei relatori al link  http://bit.ly/1WdNaOl

Assicurare un cibo sicuro, sano, di alta qualità e allo stesso tempo sviluppare sistemi sostenibili, innovativi ed efficienti per l’approvvigionamento, la lavorazione, la commercializzazione; queste sono alcune delle sfide imposte dall’Unione Europea all’industria alimentare del continente.

L’agroalimentare è, infatti, il primo settore industriale in UE con 310 mila imprese (in maggior parte PMI), con mille miliardi di euro di fatturato e con quattro milioni di addetti.
La creazione di valore dalla gestione dei rifiuti e dei sottoprodotti alimentari sono le principali nuove sfide per il settore agroalimentare europeo.
In considerazione del fatto che il 40% dei rifiuti è prodotto nella fase successiva alla raccolta, in particolar modo durante la lavorazione, si rendono necessari approcci d’innovazione radicale, muovendosi verso sistemi più sostenibili.

Sprechi nella filiera produttiva che si ripercuotono sui consumi, dove le cifre sono incredibili, tanto da indurre a condividere un obiettivo comela riduzione del 50%, entro il 2020, degli attuali volumi di cibo commestibile sprecato.

La FAO ha anche stimato le fasi dello spreco: il 32% -  510 milioni di tonnellate - si sprecano durante la produzione agricola; il 22% - 355 milioni di tonnellate - nelle fasi immediatamente successive alla raccolta; l’11% - 180 milioni di tonnellate - durante la trasformazione industriale; il 13% - 200 milioni di tonnellate - durante la distribuzione. Il 22% è lo spreco del consumatore, a livello domestico e nella ristorazione

Un altro fronte è quello ambientale: secondo il rapporto "Food wastage footprint. Impacts on natural resources" della FAO nel 2013, l'impronta di carbonio del cibo prodotto ma non mangiato, e quindi sprecato ogni anno, viene stimata in 3,3 miliardi di tonnellate di CO2.

Il consumo di acqua collegato allo spreco alimentare è di circa 250 km cubici, come il flusso annuale d'acqua del Volga, tre volte il volume delle acque del lago di Ginevra.
Il cibo prodotto e sprecato, poi, occupa quasi 1,4 miliardi di ettari di terra, costituendo il 30% della superficie occupata da terre agricole a livello mondiale.
Il diretto costo economico dello spreco alimentare dei prodotti agricoli (escluso i prodotti del pescato) viene valutato sui 750 miliardi di dollari, una cifra equivalente al Pil della Svizzera.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile