11/11/2012 - 21:16

Che tempo che fa

"Nelle estati in cui eravamo ragazzi noi le zone della Terra che registravano eccessi di caldo erano fra lo 0,1 e lo 0,2%, ora ci stiamo avvicinando al 10%" James Hansen
Sei sono le regioni in allerta per l'arrivo delle forti precipitazioni: prima Liguria e Lombardia, poi Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e tra Domenica e Lunedì anche il Lazio. Si diffondono le segnalazioni della protezione civile sugli stati di allerta. Appare ormai chiaro però che questa politica a breve termine non porta a grandi risultati, basti pensare ai 140 mm in una sola ora alle Cinque Terre l'ottobre scorso (tanto per rimanere in Italia e non allontanarci negli Stati Uniti dove l'uragano Sandy ha regalato scene da "The Day After Tomorrow") .

"Peccato che le alluvioni istantanee (flash-flood) siano ormai da tempo diventate la regola nel nostro Paese e investano anche bacini fluviali minori" scrive Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico. Tesi portata avanti da diverso tempo anche dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici; difatti nel rapporto del 2007 si legge "...le recenti proiezioni del modello climatico indicano (con un livello non trascurabile di incertezza almeno nei primi tre decenni di questo secolo) che il riscaldamento globale intensificherà il ciclo idrologico e aumenterà l'entità e la frequenza delle precipitazioni intense nella maggior parte d'Europa, in particolare nelle zone centrali e settentrionali". L'approccio a posteriori non è quindi lungimirante, si parla difatti di costi dell'inazione pari a 100 - 120 miliardi di Euro (aumentando di 10 volte rispetto ai livelli correnti) entro la fine del secolo.

Non meno trascurabili sono gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute dell'uomo, in particolare dei soggetti allergici, con un aumento delle allergie a cui questi è esposto. In uno studio condotto dall'Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali ed Ospedalieri sono state valutate le ripercussioni dei cambiamenti climatici sulle malattie allergiche. Molte piante infestanti hanno capacità di adattamento più forti rispetto alle piante autoctone e non infestanti, mostrando una discreta proliferazione anche in presenza di inquinanti quali l'anidride carbonica (CO2); alcuni scienziati, infatti, hanno studiato "[...] il comportamento di piante d'Ambrosia in serre in cui veniva immesso una concentrazione di CO2 raddoppiata. I risultati dimostravano un corrispondente aumento del numero di granuli di polline di Ambrosia immesso nell'ordine del 61%.".

L'Ambrosia è una pianta infestante il cui polline è fortemente allergenico.

Bisogna adattarsi e in fretta oppure continuare con campagne di monitoraggio e ridurre le cause che portano a tali stati di allerta?

Alla prima scuola di pensiero sembrano appartenere alcune recenti scoperte scientifiche che sono ben lontane dall'idea di sostenibilità. Difatti all'indomani dell'uragano Katrina l'ingegnere marino britannico docente presso l'università di Edimburgo Stephen Salter ha ideato e poi brevettato insieme a Bill Gates un sistema per impedire che gli oceani giungessero ad una temperatura di 26,5 gradi, temperatura oltre la quale si formano gli uragani. Il sistema utilizza catene di pneumatici per sostenere tubi giganti di plastica a 100 metri di profondità. L'azione delle onde sulla superficie degli oceani forzerebbe l'acqua più calda in profondità mescolando così le acque e facendo scendere la temperatura di superficie a meno di 26,5 gradi. Il sistema verrebbe installato lungo il 'corridoio' dell'Antlantico in cui i peggiori uragani hanno origine.
E' legittimo chiedersi se sia davvero cosi sostenibile l'idea di tenere dei tubi di plastica in mare che plausibilmente nel tempo e con l'azione erosiva possono rilasciare residui che hanno effetti sull'ecologia dell'ambiente marino.

Allo stesso filone di idee insostenibili sembra appartenere anche il Waite Research Institute dell'Università di Adelaide (Australia) che ha ideato il "super grano" australiano frutto di incroci tradizionali. I ricercatori hanno infatti analizzato le caratteristiche genetiche di un'antica parentale selvatica del grano duro scoprendo il funzionamento di un gene capace di dare alla pianta una migliore tolleranza a livelli elevati di sodio nel suolo. E' davvero questa la soluzione all'aumento di salinità registrato nel suolo in oltre il 20% dei terreni agricoli mondiali?

Forse è più utile comprendere meglio la portata dei cambiamenti climatici, e i loro effetti, per la nascita di idee che convoglino ad una graduale ma auspicabile riduzione di gas a effetto serra.

In questo ambito si muove il progetto internazionale appena partito per studiare il clima nel Mediterraneo. Il progetto si chiama Hymex, acronimo di Hydrological cycle in Mediterranean experiment, e L'Italia darà il suo contributo con il dipartimento di Ingegneria dell'informazione, elettronica e telecomunicazioni (Diet) della Sapienza - Università di Roma. Nella prima fase, chiamata Special Operation Period (SOp1), tecnici della Nasa, del Cnr e dell'Università di Ferrara, hanno installato strumenti per misurare le piogge nella regione appenninica di Abruzzo e Lazio. Successivamente i dati verranno elaborati per raffinare modelli di previsione idrometeorologica.

(autore: Alessandra Scarpato)
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