01/01/2013 - 01:00

2010: un anno nero per l'ambiente

Per il WWF Italia il bilancio ambientale 2010 si chiude con una nota negativa per il nostro Paese. Unica eccezione: l'approvazione della strategia nazionale per la biodiversità, di cui però si attende ancora la cabina di regia Stato-Regioni.

Secondo il WWF il primo problema nasce dalla mancanza di una vera e propria strategia di sostenibilità all'interno dei vari ambiti d'azione del Governo.
La questione ambientale sembra infatti separata dal contesto generale e fortemente indebolita a causa della difficoltà amministrativa e gestionale in cui è precipitato il Ministero dell'ambiente.
Il fallimento delle politiche ambientali nel nostro paese trovano un particolare punto di evidenza nell'ulteriore ritardo accumulato nel settore delle politiche energetiche dove l'Italia rimane il pese più arretrato a livello comunicatorio nel raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Inoltre, avendo ormai definito la scelta per il nucleare si sta disincentivando ogni forma di crescita di energie alternative e di azioni tese al risparmio e all'efficienza energetica.
 
La situazione appare poi aggravata dalle linee di sviluppo delle opere infrastrutturali che, sebbene fortemente rallentate per la carenza economica sottovalutata dal Governo, rafforzeranno il comparto stradale e quindi non saranno utili alla diminuzione di gas serra provenienti dal settore trasportistico. 
Anche relativamente all'assetto del territorio il 2010 non segna alcun passo in avanti e anche in questo caso la falcidie economica del Ministero ambiente si pagherà pesantemente in termini di mancati interventi nel settore della prevenzione del rischio idrogeologico.
Nel frattempo assistiamo ad un'inaudita crescita urbanistica, con conseguente nuova occupazione di territorio e consumo di suolo accompagnata da piani casa che hanno contribuito a derogare le normative urbanistiche e paesaggistiche e da piani di concessioni demaniali che ulteriormente hanno contribuito alla cementificazione delle spiagge e all'occupazione delle nostre coste.
 
Nel settore della tutela della natura il 2010 registra una grave crisi dei parchi, salvati in extremis da un intervento in finanziaria, e una forte ripresa delle lobby venatorie che hanno trovato soprattutto nel contesto regionale una incomprensibile sponda alle loro richieste. 
Sulle politiche di conservazione il 2010 registra il gravissimo caso del declassamento del parco nazionale dello Stelvio, istituito nel lontano 1935, che rischia di diventare un pericoloso precedente a livello nazionale capace di squilibrare i già difficili rapporti tra Stato, Regioni e enti locali.
 
Ma quello che più preoccupa il WWF è la mancanza di prospettive per il 2011 e per gli anni futuri.
Non solo non si intravede la possibilità di una politica ambientale di stampo europeo ma addirittura si assiste al sacrificio di ogni azione di tutela e di conservazione nel nome di interessi specifici che hanno fatto perdere completamente di vista l'interesse nazionale che la Costituzione mette in capo alla Stato.
E su questi temi  preoccupa soprattutto la mancanza di una forza politica in grado di rappresentare in modo adeguato questi valori e, di conseguenza, segnare una svolta rispetto al passato.
Lisa Zillio
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