04/11/2025 - 18:12

Stati generali della green economy 2025: l’italia tra luci e ombre nella transizione sostenibile

Alla 14ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, la nuova Relazione sullo Stato della Green Economy 2025 fotografa un’Italia divisa tra progressi e ritardi: calano poco le emissioni, crescono le rinnovabili e l’agricoltura biologica, ma la mobilità resta ferma e il consumo di suolo continua ad aumentare.

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L’Italia della green economy si presenta a Rimini con un’immagine in bianco e nero. La Relazione sullo Stato della Green Economy 2025, presentata oggi in apertura degli Stati Generali della Green Economy nell’ambito di Ecomondo, restituisce un quadro di luci e ombre: emissioni di gas serra in calo troppo lento, consumi energetici in aumento e dipendenza dalle importazioni, ma anche una forte crescita delle rinnovabili, dell’economia circolare e dell’agricoltura biologica.

Promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il summit rappresenta un punto di riferimento per imprese e istituzioni impegnate nella transizione ecologica.

Emissioni e clima: il taglio rallenta

Dal 1990 al 2024 le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite del 28%, ma nel solo 2024 la riduzione è stata minima: appena 7 milioni di tonnellate, meno del 2% su base annua.
Per raggiungere l’obiettivo europeo del -43% entro il 2030, l’Italia dovrà ridurre ancora il 15% nei prossimi sei anni. Intanto il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con oltre 3.600 eventi climatici estremi, quattro volte quelli del 2018.

L’Italia non può permettersi una retromarcia nella transizione – ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – perché la decarbonizzazione è ormai una condizione di sopravvivenza economica e ambientale. Senza il PNRR, il nostro PIL sarebbe stato in stagnazione o recessione, mentre la sostenibilità ha dato impulso alla crescita e contenuto il deficit.”

Energia e rinnovabili: il 49% della produzione elettrica

Nel 2024 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto il 49% del totale nazionale, oltre 130 miliardi di kWh, in linea con la traiettoria del PNIEC che prevede il 70% entro il 2030.
Ma le ombre non mancano: nei primi mesi del 2025 si registra un rallentamento del 17% nelle nuove installazioni di eolico e fotovoltaico, complice la fine del superbonus e alcune restrizioni regionali.
Crescono invece i consumi finali di energia, soprattutto per edifici e trasporti, i due settori “hard to abate” su cui si gioca la partita della transizione energetica.

Economia circolare: l’Italia resta leader in Europa

Sul fronte della circolarità, l’Italia conferma la propria leadership. Con un tasso di utilizzo circolare dei materiali del 20,8%, un tasso di riciclo dell’86% e un 75,6% di riciclo degli imballaggi, il Paese mantiene performance superiori alla media Ue.
Tuttavia, avverte la Relazione, la crisi del mercato delle materie prime seconde, in particolare della plastica riciclata, rischia di compromettere i risultati raggiunti, riducendo gli sbocchi per la raccolta differenziata.
Tra il 2020 e il 2024 la produttività delle risorse è cresciuta del 32%, passando da 3,6 a 4,7 euro per kg di materiale, ma l’Italia importa ancora il 46,6% delle materie prime che utilizza.

Mobilità: record di auto, ma l’elettrico non decolla

Con 701 auto ogni 1000 abitanti, l’Italia detiene il record europeo per motorizzazione privata, ma è in ritardo nella mobilità elettrica: nel 2024 le auto elettriche sono diminuite del 13%, con una quota di mercato scesa dal 8,6% al 7,6%, contro una media europea del 22,7%.
La produzione nazionale è ai minimi storici (310 mila unità), e benzina e diesel alimentano ancora l’82,5% del parco auto, la cui età media ha raggiunto i 12,8 anni.

Agricoltura e suolo: cresce il biologico, non si ferma il consumo

L’agricoltura biologica continua a espandersi: nel 2024 le superfici certificate o in conversione hanno superato i 2,5 milioni di ettari, in crescita dell’81% rispetto al 2014.
La Sicilia resta la regione leader, seguita da Puglia e Toscana.
Ma il consumo di suolo non si arresta: tra il 2022 e il 2023 sono stati persi 64,4 km² – oltre 17 ettari al giorno – aggravando il rischio di alluvioni e frane.
Napoli (34,7%) e Milano (31,8%) guidano la classifica dei capoluoghi con maggiore impermeabilizzazione.

Le città protagoniste della transizione ecologica

Nonostante le criticità, le città italiane mostrano vivacità e innovazione nella transizione ecologica.
Nel 2024 oltre il 90% dei residenti urbani è stato esposto a temperature sopra i 40°C, ma grazie ai fondi del PNRR e ai progetti europei, molti comuni hanno avviato interventi di adattamento: più verde urbano, piste ciclabili, flotte di bus elettrici e impianti per la gestione circolare dei rifiuti.
Dal 2026, con la fine dei fondi del PNRR, sarà cruciale garantire nuovi strumenti di finanziamento per non interrompere questo percorso virtuoso.

Un’Italia in cammino tra sfide e opportunità

“La green economy italiana – ha ricordato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – ha potenzialità enormi e settori di eccellenza, dall’energia all’economia circolare. Ma serve una strategia europea comune per unire innovazione, crescita e sicurezza energetica.”

L’Italia si trova dunque davanti a un bivio: o consolidare i progressi della transizione ecologica, o rischiare un arretramento che avrebbe costi ambientali ed economici insostenibili.

Tommaso Tautonico
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