29/10/2025 - 11:55

Stati Generali della Green Economy 2025: l’Europa non è sulla buona strada per tutelare la biodiversità

Alla 14ª edizione degli Stati Generali della Green Economy a Ecomondo, il focus sarà la biodiversità e la competitività della green economy europea. Edo Ronchi: “Arretrare sulla tutela del capitale naturale non conviene, nemmeno all’economia”.

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Torna a Rimini il 4 e 5 novembre, nell’ambito di Ecomondo, la 14ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, il principale appuntamento nazionale dedicato alle strategie per una transizione ecologica competitiva e sostenibile.
L’evento è promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il patrocinio della Commissione Europea e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il tema di quest’anno, “La green economy europea nel nuovo contesto globale”, offrirà una visione d’insieme sullo stato di salute della green economy e sulla capacità dell’Europa di rispondere alle grandi sfide ambientali, economiche e sociali.

Biodiversità in Europa: progressi lenti e obiettivi lontani

Tra i principali focus dell’edizione 2025, la tutela della biodiversità, indicata dal Global Risks Report 2025 come il secondo rischio più grave per il pianeta nel prossimo decennio, subito dopo la crisi climatica.
I dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mostrano che solo il 15% degli habitat europei è in buono stato, mentre il 36% è classificato come “cattivo”. Per le specie animali e vegetali, la situazione non è migliore: solo il 27% gode di uno stato di conservazione soddisfacente, e appena il 6% mostra segnali di miglioramento.

Anche se l’Unione Europea ha raggiunto il 26% di aree terrestri protette e il 12% di aree marine, il ritmo di crescita è troppo lento: dovrebbe più che raddoppiare per centrare l’obiettivo del 30% entro il 2030.
A peggiorare il quadro, il consumo di suolo e la diminuzione della connettività forestale, segno che l’Europa non è sulla giusta traiettoria per proteggere efficacemente la sua biodiversità.

Le cause? Secondo gli esperti, le pressioni del modello economico lineare, l’urbanizzazione diffusa e un’agricoltura ancora troppo intensiva. In questo contesto, la Nature Restoration Law, approvata nel 2024, diventa uno strumento decisivo per invertire la rotta.

Ronchi: “Difendere la natura conviene anche all’economia”

“Una retromarcia nelle misure per la tutela e il ripristino del capitale naturale non conviene nemmeno dal punto di vista economico”, spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
“Gran parte delle attività economiche è direttamente o indirettamente dipendente dai servizi ecosistemici: dall’agricoltura alla pesca, dal turismo alla disponibilità di acqua di qualità, fino alla stabilità del territorio necessaria per infrastrutture e insediamenti. Tutelare la natura significa, in ultima analisi, tutelare la competitività del sistema economico”.

Un programma internazionale tra clima, economia e capitale naturale

Il 4 novembre, nella sessione plenaria di apertura, sarà presentata la Relazione sullo stato della green economy 2025, curata da Edo Ronchi in dialogo con Paolo Gentiloni (Co-Presidente della Task Force ONU sulla crisi del debito) e Lucrezia Reichlin (London Business School).

Il 5 novembre, la sessione plenaria internazionale, moderata da Amy Kazmin (Financial Times) e Raimondo Orsini (Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), offrirà un confronto globale sulle politiche e strategie per una green economy competitiva.
Tra i relatori: Alessandra Zampieri (Commissione Europea – JRC), Junming Zhu (Tsinghua University), Oliviero Bergamini (TG1 Rai), Davinah Milenge Uwella (African Development Bank).

Seguirà un’intervista esclusiva all’economista Jeffrey Sachs (Columbia University), che presenterà la sua visione sul futuro della decarbonizzazione.
La giornata si concluderà con un focus sul finanziamento della transizione, con Paloma Aba Garrote (Commissione Europea), Nino Tronchetti Provera (Ambienta) e Marco Duso (EY), e con il tradizionale panel dedicato alle aziende leader, tra cui Maria Paola Chiesi (Chiesi Farmaceutici) ed Eleonora Petrarca (Enel Green Power).
In chiusura, le prospettive per la COP30 con Chiara Montanini (Italy for Climate).

Tommaso Tautonico
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