29/07/2025 - 10:40

30.000 tonnellate al giorno: chi ferma il diluvio di plastica nei nostri oceani?

Il WWF avverte: l’insistenza sull’unanimità nei negoziati ONU rischia di far fallire il Trattato globale contro l’inquinamento da plastica. A pochi giorni dall’ultima sessione a Ginevra, l’organizzazione chiede un’azione coraggiosa e vincolante per fermare una crisi che danneggia ogni giorno oceani, biodiversità e salute umana.

plastica in mare

Dal 5 al 14 agosto si terrà a Ginevra l’ultima sessione negoziale del Trattato globale sull’inquinamento da plastica (INC-5.2). Un appuntamento cruciale per il futuro del Pianeta, messo però in pericolo dal vincolo del consenso unanime, che permette a una minoranza di Paesi contrari di ostacolare qualsiasi reale progresso. Il WWF lancia un appello urgente agli Stati membri, esortandoli a usare tutti gli strumenti disponibili, come il voto o la formazione di una coalizione di maggioranza, per garantire l’approvazione di un trattato ambizioso, efficace e vincolante.

Ogni giorno senza un accordo, migliaia di tonnellate di plastica invadono gli oceani

L’allarme lanciato dal WWF è chiaro: ogni giorno che passa senza un accordo definitivo, circa 30.000 tonnellate di plastica si riversano nei nostri oceani, aggravando una crisi ambientale già fuori controllo. L’urgenza di un trattato vincolante non è più negoziabile: ogni rinvio compromette la possibilità di contenere l’inquinamento e tutela sempre meno la salute del Pianeta e delle generazioni future.

Le conseguenze sulla salute: il nuovo rapporto WWF

Un nuovo rapporto realizzato dal WWF in collaborazione con l’Università di Birmingham ha raccolto e analizzato quasi 200 studi scientifici peer-reviewed, rivelando gli effetti sempre più gravi dell’esposizione a micro- e nanoplastiche e sostanze chimiche tossiche. Le evidenze mostrano un collegamento crescente con patologie endocrine, problemi di fertilità, tumori ormono-correlati e disturbi respiratori cronici. Sebbene la ricerca sia in costante evoluzione, i dati attuali sono già più che sufficienti per invocare il principio di precauzione, ovvero l’adozione immediata di misure anche in assenza di certezze assolute, quando esistono rischi credibili per la salute umana e ambientale.

Non possiamo più permetterci un accordo debole

Il WWF avverte che, in assenza di un accordo forte e vincolante, il Trattato rischia di trasformarsi in una cornice vuota. Serve un’intesa che imponga divieti globali sui prodotti di plastica più inquinanti, che stabilisca regole comuni per la progettazione dei prodotti in un’ottica di economia circolare, che garantisca sostegno ai Paesi in via di sviluppo e che preveda strumenti per l’aggiornamento continuo del Trattato. Solo così sarà possibile affrontare in modo strutturale l’inquinamento da plastica.

Superare l’ostruzionismo: è tempo di scelte coraggiose

Secondo il WWF, i Paesi produttori di petrolio stanno utilizzando il consenso unanime come strumento di blocco e non di costruzione. In un contesto geopolitico fragile, ciò rappresenta un pericolo enorme per il successo dei negoziati. Ma la mancanza di unanimità non significa immobilismo. Gli Stati più ambiziosi hanno oggi la possibilità e la responsabilità di scegliere una strada alternativa, facendo ricorso a meccanismi procedurali consolidati, come il voto a maggioranza o la creazione di una coalizione determinata ad agire.

Il precedente del Protocollo di Montreal: la precauzione può salvare vite

Il principio di precauzione è stato già applicato con successo in passato, come nel caso del Protocollo di Montreal del 1987, che portò all’eliminazione delle sostanze responsabili del buco dell’ozono, evitando milioni di casi di cancro alla pelle. Lo stesso approccio dovrebbe ora guidare l’approvazione del Trattato sulla plastica, garantendo che la protezione della salute umana e dell’ambiente diventi un elemento centrale e non negoziabile.

Un trattato davvero globale per fermare la crisi della plastica

Solo un accordo forte, basato su regole vincolanti, potrà davvero contrastare in modo efficace la crisi globale della plastica. L’obiettivo è chiaro: fermare l’inquinamento alla radice, eliminare progressivamente le sostanze più pericolose, e creare un futuro sostenibile per tutti. Ginevra sarà il banco di prova della volontà politica globale: è tempo di trasformare le promesse in azione concreta.

Tommaso Tautonico
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