16/05/2016 - 19:45

Un robot biodegradabile piegato come un origami che cura le ferite

Ingerire un robot (persino biodegradabile) in grado di somministrare farmaci e curare le ferite interne. I ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) in collaborazione col Tokyo Institute of Technology e con l'Università di Sheffiel presenteranno l'innovativo sistema durante la Conferenza internazionale sulla robotica e automazione (IEEE) che si terrà a Stoccolma fino al 21 maggio.
Enormi passi avanti si sono fatti nel campo delle nanotecnologie e la notizia che arriva dal MIT è di quelle che lasciano a bocca aperta. Si tratta di un particolare robot contenuto in una normale capsula, ripiegato come un origami, in grado di curare le ferite interne del nostro stomaco e di rimuovere i corpi estranei. Il robot altro non è che un semplice involucro fatto di materiale biodegradabile con un magnete al suo interno. Da dove nasce la necessità di "inventare" un dispositivo di questo tipo? Il motivo principale per cui è stato realizzato è quella di contrastare gli effetti potenzialmente dannosi riconducibili all'ingestione, da parte dei bambini, delle batterie a bottone. In America si contano circa 3500 casi ogni anno!

Come funziona il robot? Nel caso in cui ad esempio volessimo espellere la batteria accidentalmente ingerita, ci basterà ingerire la capsula che, subito dopo ne libererà il contenuto e, grazie all'utilizzo di campi magnetici esterni, sarà in grado di individuare il corpo estraneo, agganciarlo ed accompagnarlo nel colon sino alla naturale espulsione. Daniela Rus, direttore del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del MIT e co-ideatore del robot, afferma: "È davvero emozionante vedere i nostri piccoli robot origami fare qualcosa con potenziali importanti applicazioni per l'assistenza sanitaria. Per le applicazioni all'interno del corpo, abbiamo bisogno di un piccolo sistema robotizzato controllabile. È molto difficile controllare e posizionare un robot all'interno del corpo". "Il passo successivo sarà aggiungere sensori al robot e riprogettarlo per fare sì che possa agire da solo, senza la necessità di un campo magnetico esterno". Non ci resta che aspettare e vedere dove ci porterà il connubio tra scienza e robotica.
Tommaso Tautonico
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