13/11/2020 - 12:51

Un futuro di alberi: nel Ricovery plan previsti fino a 50 mln di alberi da piantumare

Il Ministro Costa afferma nel piano di riforestazione prevista dal Recovery plan è intenzione piantumare nei tempi previsti, vale a dire 3 anni di impegno di spesa e 6 anni complessivi, fino a 50 milioni di alberi che si sommano ai fondi già messi a disposizione.

Un futuro di alberi

“Nella Legge clima abbiamo previsto 30 milioni di euro per la riforestazione urbana. Ho firmato il decreto, e oggi i comuni possono partecipare a questi bandi, i soldi ci sono”. Lo ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa partecipando in diretta facebook all’iniziativa del M5s ‘Alberi per il futuro 2020, in casa e in città ambiente e salute mettono radici’; una iniziativa che negli ultimi 5 anni ha interessato 250 comuni per 57 mila alberi piantati.
La festa dell’albero, prevista il 21 novembre di ogni anno con iniziative fino al 21 marzo, “ha un senso che non è solo la celebrazione dell’albero in sé, ma l’impegno di ciascuno di noi a poter fare qualcosa”, afferma Costa.

E proprio a proposito della riforestazione urbana, Costa ha aggiunto: “Se andiamo a vedere l’evoluzione statistica dei prossimi anni, sappiamo che attualmente metà della popolazione italiana vive nelle grandi città, e che nel prossimo decennio questa percentuale arriverà al 70%. Deve dunque cambiare la visione ambientale delle grandi città; gli alberi, insieme alla mobilità sostenibile, all’efficienza energetica hanno un ruolo importante. Basti pensare che un albero medio assorbe 15kg di anidride carbonica e produce ossigeno per 2,5 cittadini, oltre ad abbellire le nostre città e rasserenare gli animi ed essere fono assorbente. Questi 30 milioni destinati alla forestazione hanno dunque un senso concreto”.

“Nel Recovery plan – ha continuato il Ministro - è mia ferma intenzione andare oltre, e piantumare nei tempi previsti, vale a dire 3 anni di impegno di spesa e 6 anni complessivi, fino a 50 milioni di alberi che si sommano ai fondi che già abbiamo messo. Stiamo facendo un piano di riforestazione urbana ed extraurbana mai fatto prima per avere un inventario forestale che riguardi anche le zone interne della città, e trasformare il concetto di superficie forestale”.
Una iniziativa, spiega Costa, che “fa il palio con il Cam verde pubblico: una norma che ci consente di dire a tutti gli enti pubblici che ogni volta che si vuole fare un intervento che riguarda il green, questo va fatto secondo indicazioni precise stabilite dal Ministro dell’ambiente. Abbiamo un Comitato per il verde pubblico e questo Cam che oggi è obbligatorio pone alcuni elementi: diminuiamo fino ad azzerare pesticidi e fitofarmaci, facciamo fertirrigazione, scegliamo essenze floricole autoctone. Altra cosa – aggiunge Costa –spingiamo la lotta biologica integrata, utilizzando gli insetti che possono favorirci in questa direzione e favorendo la biodiversità.

Sul molto contestato taglio degli alberi in città il Ministro afferma: “Nei Cam abbiamo previsto la gestione pluriennale da parte degli enti, Comuni Province Regioni e lo Stato stesso delle stesse, delle alberature verdi, che si possono tagliare solo in caso di patologie e prevedendo l’impegno a sostituirle”.
“Siamo uno dei Paesi al mondo che più stimola l’aiuto ai territori più affaticati dal Climate change, come l’Africa sub sahariana – aggiunge poi Costa - Stiamo partecipando alla costruzione del Green wall, 8 mila chilometri di deserto che vedranno 2 miliardi di alberi piantumati con un forte intervento dell’Italia. Crediamo che un continente così affaticato non vada abbandonato, per motivi umanitari, climatici e perché siamo convinti che ci si salva solo tutti insieme”.

“La prossima Cop 15, che si terrà in Cina nel 2021, vogliamo che sia la Conferenza delle parti sulla tutela della biodiversità importante quanto lo è stata la Cop di Parigi sul clima nel 2015 – continua il Ministro -. Una conferenza nella quale porteremo anche il tema della salvaguardia dell’Amazzonia”. Infine, sulla condanna della Corte Ue all’Italia sulla qualità dell’aria Costa a spiegato: “Riguarda tutto ciò che non è stato fatto fino al 2017. L’Unione europea dice però che finalmente l’Italia dal 2018 ha cambiato regime, e sta mostrando segni incoraggianti di voler realmente migliorare la qualità dell’aria. Questa per noi è una grande soddisfazione – conclude - il Clean air dialogue è stato l’inizio di un percorso attraverso il quale, sempre in accordo con le Regioni e a  catena con i Comuni, abbiamo stanziato una media di 90 milioni di euro su base annua per un totale di 1 miliardo e 400 milioni. Risorse mai viste prima e che testimoniano quanto questo governo ci creda”.

Marilisa Romagno
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