12/06/2017 - 19:00

Trattamento rifiuti. Gruppo Esposito, i numeri della green economy

Dai rifiuti nelle strade ogni anno recuperati 1,2 milioni di tonnellate di prodotti certificati. Dare nuova vita a cartacce, mozziconi, vetro e plastica, che costituiscono il 5% dei rifiuti urbani totali prodotti: questa l’intuizione di Ezio Esposito, presidente dell’azienda Gruppo Esposito di Gorle (BG) e della società di ingegneria Ecocentro Tecnologie Ambientali.
Sostenibilità ambientale
Sostenibilità ambientale. Nascono così gli impianti “Ecocentro”, tecnologia innovativa per il trattamento e il recupero di rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale, in grado di recuperare il 70% di materia prima certificata da rifiuti destinati alle discariche.

Negli ultimi dieci anni di attività, l’azienda bergamasca ha realizzato 11 impianti che ogni anno trattano 2 milioni di tonnellate di questo specifico rifiuto con processi chimici che separano le granulometrie di materiale inerte presente nel rifiuto, recuperando 1,2 milioni di tonnellate di prodotti certificati come sabbia, ghiaia e ghiaietto da riutilizzare in ambito edile e nell’asfaltatura di strade e autostrade.

In particolare, con l’impianto realizzato in provincia di Bergamo, il primo impianto europeo per il recupero di questo tipo di rifiuti, ogni anno si raccolgono 18 mila tonnellate di rifiuti da strada, di cui ben 14 mila tonnellate vengono trattate e trasformate in materiale riutilizzabile, recuperando così circa il 70% del rifiuto in ingresso.
Un bilancio significativo, che ha portato l’azienda bergamasca a distinguersi a livello mondiale nel settore della green economy. 

«Forti della nostra esperienza possiamo considerare a tutti gli effetti i rifiuti da spazzamento stradale come rifiuti differenziati», conferma Ezio Esposito, presidente dell’azienda e della società di ingegneria e impiantistica Ecocentro Tecnologie Ambientali: «Sono raccolti in modo differenziato dalle autospazzatrici proprio perché esiste una concreta possibilità di recupero e riutilizzo e non possono essere smaltiti in discarica».

Dalla raccolta di rifiuti nell’azienda del padre alla direzione di un’equipe di ricerca e sviluppo di un’impiantistica all’avanguardia: oggi Ezio Esposito realizza impianti in diverse città italiane e brevetti certificati in tutto il mondo (tra gli ultimi, il brevetto cinese per una macchina di lavaggio di impianti di recupero dei rifiuti), ma ricorda quanto sia stato importante poter “testare” il proprio progetto in una città molto attenta all’ecologia: «Abbiamo realizzato il nostro primo impianto a Bergamo, nel 2004, anche grazie alla collaborazione di funzionari provinciali molto competenti, che ci hanno permesso di avere le informazioni necessarie per avviare i lavori».

Una progettazione così specifica sul recupero del rifiuto da strada è stata incentivata dalle nuove normative europee sul riciclo dei rifiuti. 

E i risultati possono superare le aspettative, come raccontano i numeri di Gruppo Esposito: la percentuale di materiali organici putrescibili, ossia la frazione più facilmente biodegradabile riscontrata nei 2 milioni di tonnellate di rifiuti da spazzamento trattate negli impianti “Ecocentro”, è stata pari al 31%, più del doppio del limite massimo del 15% previsto dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), come riportato nella pubblicazione del 30 luglio 2016, a supporto dell’implementazione delle linee guida sul pretrattamento dei rifiuti da allocare in discarica (D. Lgs. 13/1/2003, n° 36, art. 7, comma 1, lettera b) ).

Il recupero di rifiuti, pratica cardine dell’economia circolare consigliata dalla direttiva quadro comunitaria, si conferma ancora una volta scelta vincente rispetto al semplice smaltimento in discarica per i suoi numerosi benefici, dalla tutela dell’ambiente alla possibilità di applicare a spese della collettività tariffe inferiori a quelle abitualmente praticate da discariche e termovalorizzatori.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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