27/11/2017 - 12:00

Tassa rifiuti: al sud è più alta che nel resto d'Italia

La classifica delle città italiane dove la tassa sui rifiuti è più alta, vede, nelle prime dieci posizioni, dieci città del sud (tranne Pisa).

Nelle città del sud la tassa sui rifiuti è più cara. Le prime dieci città con il costo più alto (maggiore di 400€) sono tutte nel sud Italia.

tassa rifiuti

Nonostante la raccolta differenziata cresca un pò ovunque, la tassa media a livello nazionale sui rifiuti rimane invariata, circa 300€ annui. Nelle città del sud la tassa sui rifiuti è decisamente più cara rispetto alla media nazionale, si superano i 400€. A diffondere i dati è Cittadinanzattiva che, per la sua relazione annuale, ha preso come riferimento una famiglia di 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri.

I dati affermano che nelle prime dieci posizioni delle città più care ci sono dieci città del sud Italia (esclusa Pisa): Cagliari (€ 549), Trani (€ 496), Ragusa (€ 492), Siracusa (€ 486), Salerno (€ 468), Reggio c. (€ 459), Benevento (€ 453), Napoli (€ 448), Pisa (€ 447), Agrigento (€ 432). La città dove si pagano meno tasse sui rifiuti è Belluno con 149€, seguita da Udine con 160€ e Vibo V. con 173€. A livello regionale la Campania è la regione più cara (418€ annui) mentre il Trentino Alto Adige è quella più economica (197€). Cresce invece la raccolta differenziata a livello nazionale: secondo i dati raccolti da ISPRA nel 2016 la media è salita al 52,5%, mentre il 25% finisce in discarica.

“Quest’anno la nostra indagine, che da più di 10 anni monitora l’andamento delle tariffe applicate al servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani e fornisce informazioni utili alla cittadinanza, si inserisce in un contesto paradossale in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta, nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi a Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie”, commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Ancora più paradossale è che, dichiarato l’errore, si lasci comunque, come stabilito dalla recente Circolare del MEF, l’onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini, che hanno già subito i danni degli errori, al fine di poter richiedere il rimborso delle somme indebitamente pagate. Chiediamo che quanto meno i Comuni diano sostegno alle famiglie nei calcoli di quanto effettivamente queste avrebbero dovuto pagare”.

Tommaso Tautonico
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