08/06/2017 - 23:11

Sviluppo Sostenibile: dall'Università degli Studi di Brescia il via al ciclo sui nuovi obiettivi dell’Onu

L’Università degli Studi di Brescia è tra i primi atenei ad organizzare un ciclo di seminari sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che impegneranno l’agenda delle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni sul fronte del miglioramento del benessere delle popolazioni.
Promosso dal prof. Francesco Castelli, Delegato del Rettore alla cooperazione e sviluppo e titolare della Cattedra Unesco per la Formazione sanitaria nei paesi a basso reddito, il ciclo è stato inaugurato lo scorso giovedì 1° giugno, alle 17:30, nel Ridotto del Teatro Grande, con l’incontro “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo”

Ha introdotto i lavori il Rettore, prof. Maurizio Tira
Ne hanno discusso Terenzio Maccabelli, docente di Storia del pensiero economico dell’Università degli Studi di Brescia e Giovanni Gozzini, docente di Storia contemporanea dell’Università di Siena. 

«Con la firma di adesione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nel settembre 2015 – dichiara il prof. Castelli – tutte le nazioni del mondo hanno contratto un impegno forte, che lega le generazioni ad un patto di alleanza per promuovere uno sviluppo economico, ma anche educativo, energetico e sanitario con un orizzonte temporale ben preciso, il 2030».

«L’Università degli Studi di Brescia – continua il prof. Castelli – ha voluto offrire alla propria comunità accademica e alla popolazione cittadina un approfondimento specifico per ognuno degli obiettivi nei confronti dei quali il mondo universitario gioca un ruolo essenziale nell'ambito formativo e della ricerca».

I nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile prendono il posto degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, lanciati nel 2000 ed orientati soprattutto alle problematiche sociali e sanitarie urgenti dei Paesi poveri, che hanno raggiunto risultati ragguardevoli. 

La nuova agenda mondiale 2030, senza dimenticare i Paesi del Sud del mondo i cui bisogni di sviluppo sono ancora prioritari, è indirizzata invece alla comunità mondiale nella sua interezza con un forte richiamo anche etico per un’azione comune finalizzata al benessere mondiale da coniugare tuttavia con la preservazione del pianeta a vantaggio delle generazioni future.

Primo obiettivo: sradicare le diverse forme di povertà nel mondo. 
«Quali sono le cause della povertà? Come possiamo misurarla? Come è mutata nel tempo? 
Quali sono i rapporti tra globalizzazione e povertà? Sono alcuni dei quesiti ai quali si cercherà di rispondere nel seminario – spiega il prof. Maccabelli –. L’intento è quello di riflettere sulla natura multidimensionale della povertà, prima di tutto le sue radici storiche, per arrivare a discutere le possibili linee d’azione che individui, Stati, istituzioni e imprese possono mettere in campo per contrastarla. 
La storia umana è costellata di grandi risultati nella lotta contro la povertà, ma molto c’è ancora da fare: storici, economisti e studiosi in genere della società possono contribuire fornendo elementi di conoscenza e di inquadramento, fattori fondamentali per evitare azioni controproducenti».

Entrando più nello specifico, il prof. Gozzini sottolinea l'importanza dei dati statistici e delle informazioni puntuali sulla povertà: «Come sono fatti i poveri del mondo? Vivono in città o in campagna? Come sopravvivono? 
Per rispondere a queste domande le banche dati oggi più affidabili sono gli "household survey" cioè le inchieste a campione condotte sul campo dalla Banca Mondiale in collaborazione con i governi nazionali e le organizzazioni non governative. Sono documenti in costante aggiornamento e affinamento fino dagli anni settanta del Novecento e ci forniscono risultati naturalmente molto diversi da paese a paese. 
Il dato forse più interessante è però comune: si tratta di famiglie con accesso irregolare e difficile al lavoro e all'istruzione ma che possono essere molto aiutate da politiche sociali mirate. 
L'unico enorme successo che abbiamo davanti nella lotta contro la povertà riguarda la Cina: dall'inizio degli anni ottanta 400 milioni di cinesi escono dalla povertà primaria (che include secondo la Banca Mondiale chi vive con meno di 1,9 dollari al giorno a parità di potere d'acquisto). 
In parte sono contadini che acquistano la libertà di produrre e vendere, in parte sono immigrati nelle città della costa. Non li ha aiutati un reddito di cittadinanza ma la possibilità di poter lavorare e potersi muovere».


I prossimi appuntamenti in calendario:

giovedì 7 settembre, ore 17:30, “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile – prof. G. Gilioli e prof.ssa C. Sorlini (Presidente Comitato Scientifico EXPO)

ottobre 2017, “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” – prof. F. Castelli e dott. M. Raviglione (Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra)

8 novembre 2017, “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” – prof. D. Simeone (Università Cattolica di Brescia) e prof. P. Orefice (Università di Firenze)
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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