01/01/2013 - 01:00

Suolo: cento storie per "riutilizzare l'Italia"

Il WWF rilancia la Campagna "RiutilizziAMO l'Italia" con una selezione di 4 storie tratte dalle 100 segnalazioni finora arrivate con cui i cittadini raccontano come 'recuperare' il territorio italiano. Per la prima fase della campagna c'è tempo fino al 31 ottobre: segnala le aree dismesse o degradate su wwf.it/riutilizziamolitalia, immaginando come reinventarle a misura d'uomo, comunità e ambiente. 11 gli atenei finora in rete. I casi: un ex-ospedale a Torino, un'area verde degradata a Roma, un arsenale dell'esercito dismesso a Napoli, un rudere abbandonato sulle spiagge di Sassari.
Un parco urbano con fattorie didattiche al posto di un ospedale pericolante a Torino; un'area verde con edifici recuperati in modo ecosostenibile per riqualificare un'area degradata accanto al Parco di Tor Fiscale e riagganciarla al sistema naturalistico del Parco dell'Appia Antica di Roma; un arsenale dell'esercito con all'interno edifici abbandonati e aree naturali ai piedi della collina di Posillipo di Napoli; un punto di ritrovo multiservizi per creare posti di lavoro e incentivare il turismo responsabile al posto di un lido abbandonato sulle spiagge di Sassari. Sono quattro storie (Vedi scheda di approfondimento in coda) tratte dalle oltre 100 segnalazioni inviate finora al WWF dai cittadini di tutta Italia per la campagna "RiutilizziAMO l'Italia", con cui l'associazione del Panda, fino al prossimo 31 ottobre, chiede ai cittadini di segnalare le aree dismesse o degradate, compilando l'apposita scheda di censimento on line sul sito www.wwf.it/riutilizziamolitalia, immaginando una proposta per riconvertirle, creando per esse 'destinazioni d'uso green' e individuandone il riuso ambientale e sociale ed evitare così un ulteriore consumo di suolo. Obiettivo: innescare un movimento culturale e sociale in grado di avviare il più grande progetto di recupero e riqualificazione del territorio italiano. Un movimento partecipato grazie al quale le comunità locali possano riappropriarsi del proprio territorio, ricostruire lo spazio in cui vivono, con iniziative spontanee e dal basso, che finora può inoltre contare sulla mobilitazione della Rete di esperti locali e di docenti, in progressiva espansione, che al momento coinvolge 11 università per un totale di 22 adesioni.

"Il nostro è un contributo ad un grande progetto di recupero e riqualificazione urbanistica, territoriale e ambientale di grande significato culturale e di rilevante importanza economica, che consenta di recuperare l'immenso patrimonio di manufatti e di aree inutilizzate esistente in Italia con proposte e progetti di qualità, frutto della partecipazione e della creatività dei cittadini", sottolinea il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni. "Tra la fine egli anni '60 e gli anni '70 abbiamo saputo dimostrare con il recupero dei centri storici grandi e piccoli di essere dei abili conservatori e restauratori di beni culturali. Dobbiamo rivitalizzare e rilanciare quello spirito e costituire un volano economico virtuoso che abbia come obiettivi la ricomposizione di paesaggio degradato e riscopra la piacevolezza del nostro territorio, utilizzando al meglio quanto serve ed eliminando quello che effettivamente non serve, dando spazio a attività agricole, sociali e naturali, ovunque ciò si possa realizzare", conclude il direttore generale del WWF Italia, Adriano Paolella. La Campagna "RiutilizziAMO l'Italia" promossa dal WWF Italia vuole così raccogliere e valorizzare le idee che servano a reinventare il territorio del Paese e dare una risposta concreta per invertire quella tendenza (fotografata nel dossier WWF-FAI "Terra Rubata - Viaggio nell'Italia che scompare", gennaio 2012) che fa temere, in assenza di interventi correttivi, un consumo di suolo nei prossimi 20 anni di oltre 75 ettari al giorno, in una situazione di saturazione della Penisola che già oggi vede un'urbanizzazione pro capite pari a 230 mq ed evidenzia come in Italia non si può tracciare un diametro di 10 km senza intercettare un nucleo urbano.

Il WWF sul suo sito dà indicazioni utili per la Campagna ed invita cittadini ed esperti a concentrarsi per le loro segnalazioni sulle seguenti tipologie di aree: il recupero delle aree industriali dismesse o parzialmente utilizzate (ad es. l'area industriale infrastrutturata con fondi pubblici attorno al porto i Gioia Tauro è per 2/3 inutilizzata); il recupero di aree intercluse o marginali all'urbanizzazione (da questo punto di vista è interessante il progetto di recupero naturalistico e produttivo elaborato nel 2009 nel XII Municipio di Roma); il recupero di aree degradate, da bonificare e riqualificare (come il litorale di Lago Patria a Napoli); le aree demaniali militari (gli edifici afferenti al demanio militare nella sola Sardegna occupano 144.230 ettari); i sedimi ferroviari e le loro pertinenze (sono 6.977 km le tratte ferroviarie dimesse in Italia, secondo l'Associazione Greenways); le aree intercluse a infrastrutture lineari (ad esempio a Donoratico per 14 km ci sono terreni tra la linea ferroviaria e la SS Aurelia); i capannoni abbandonati (i capannoni in Italia hanno un volume complessivo di 7 milioni i metri cubi); l'edilizia rurale in abbandono (solo vicino a Roma sono migliaia gli edifici abbandonati; gli edifici non utilizzati (un censimento del Comune di Torino ha rilevato nel 2009 109 edifici abbandonati in città, 46 pubblici e 63 privati).
Tommaso Tautonico
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