01/01/2013 - 01:00

Studio sui cetacei pelagici del Mar Tirreno centrale

Al via lo studio delle popolazioni di cetacei nelle acque della Sardegna nord-orientale, promosso dal Dipartimento di Zoologia dell'Università di Sassari con il contributo del Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, della Fondazione Banco di Sardegna e di RAC/SPA (Centro di Attività Regionali per le Aree specialmente protette). Lo scopo è quello di investigare sulla specie e promuoverne la conservazione
 
Le ricerche sulle popolazioni di cetacei nelle acque della Sardegna nord-orientale, coordinate dalla Dott.ssa Renata Manconi e realizzate nell'ambito del dottorato di ricerca in biologia ambientale del Dott. Luca Bittau, daranno un contributo importante alle conoscenze dell'ecologia di questi animali. Potranno fornire inoltre informazioni sulle conseguenze dell'impatto del traffico nautico e delle altre minacce a cui sono soggette le varie specie, la cui tutela è regolata da diverse leggi e accordi nazionali e internazionali ed è ritenuta prioritaria per una corretta conservazione della biodiversità, così come indicato dalle direttive comunitarie e delle indicazioni IUCN - Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.
 
L'attività di ricerca ha lo scopo di incrementare le conoscenze sui cetacei pelagici e sull'uso dell'habitat per le diverse specie presenti in due adiacenti contesti: l'area offshore nel Mar Tirreno centrale, al largo della costa nord-orientale della Sardegna, adiacente al Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini,e la zona più prospiciente la costa delle Bocche di Bonifacio, dove sono presenti il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena in Sardegna e la Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio in Corsica, entrambe aree protette. 
 
L'area delle Bocche rappresenta un potenziale canale di transito e di alimentazione per i cetacei ma anche un punto nevralgico per il passaggio di navi ed imbarcazioni: in questa zona gli avvistamenti sottocosta di balenottera comune hanno una costanza annuale e lo studio supporterà le autorità competenti per una migliore gestione della conservazione mettendo in luce i rischi per gli animali e al contempo incrementando la sicurezza per la navigazione. 
 
La pianificazione di una campagna di raccolta dati sia da imbarcazione dedicata, sia nell'ambito di attività commerciali di whale watching e di pesca sportiva che operano nell'area di studio, ha consentito di ottenere dati degli avvistamenti di ciascuna specie, inseriti su mappe GIS e correlati con le caratteristiche fisio-oceanografiche dell'area di studio e con i dati ambientali raccolti sul campo. Inoltre, è in corso una fondamentale collaborazione con altri centri di ricerca che permetterà di confrontare e scambiare i dati con quelli acquisiti nell'area settentrionale del Santuario dei cetacei Pelagos, in particolare con il CNR di Bologna e la Fondazione per la Ricerca CIMA di Savona.
 
Gli avvistamenti di cetacei sembrerebbero indicare l'area off-shore della Sardegna nord-orientale come un'area chiave ed un habitat preferenziale per diverse specie. Lo studio in corso di realizzazione potrà rivestire una ruolo importante alla luce della recente proposta di iscrivere il Mar Tirreno centrale tra le Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) quale area di mare aperto, adiacente al Santuario Pelagos. Le ASPIM sono siti, riconosciuti ai sensi della Convenzione di Barcellona, dove è prioritaria la protezione delle risorse naturali per la conservazione della diversità del patrimonio genetico della regione mediterranea.
Mara Giuditta Urriani
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