25/10/2018 - 12:29

Report Greenpeace: le grandi multinazionali dietro l'inquinamento da plastica del Pianeta

Dal report diffuso da Greenpeace "Una crisi di convenienza. Le multinazionali dietro l'inquinamento da plastica del Pianeta" emerge che le grandi multinazionali degli alimenti e delle bevande sono le forze predominanti dietro la grave crisi ambientale dell’inquinamento da plastica.

Inquinamento da plastica

Le grandi multinazionali degli alimenti e delle bevande, con i loro prodotti in plastica monouso, promuovono uno stile di vita e di consumo basato sull’usa e getta e sono le forze predominanti dietro la grave crisi ambientale dell’inquinamento da plastica. È quanto emerge dal report diffuso da Greenpeace “Una crisi di convenienza. Le multinazionali dietro l'inquinamento da plastica del Pianeta” in cui si presentano i risultati di un questionario sull’uso di plastica monouso sottoposto a undici grandi aziende di beni di largo consumo (Fast Moving Consumer Goods, FMCG): Coca-Cola, Colgate-Palmolive, Danone, Johnson e Johnson, Kraft Heinz, Mars, Nestlé, Mondelez, PepsiCo, Procter & Gamble e Unilever.
 
«L’intero settore, oltre a non affrontare la grave crisi ambientale dell’inquinamento da plastica, prevede l’incremento delle vendite di prodotti imballati in plastica usa e getta che potrebbe aggravare la contaminazione negli anni a venire» dichiara Giuseppe Ungherese, Responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Bisogna sfatare il mito – aggiunge Ungherese - che tutti gli imballaggi immessi in commercio possano essere raccolti e riciclati e di questo le grandi multinazionali devono prenderne atto e smettere di ingannare i consumatori».
 
Dal rapporto emerge, inoltre, che gran parte delle aziende intervistate non conosce o non ha condiviso i dati relativi alle quantità di imballaggi prodotti che vengono riciclati né tantomeno è a conoscenza della destinazione dei propri imballaggi alla fine del loro ciclo di vita. Tra le soluzioni proposte dalle undici aziende che hanno partecipato al questionario, gran parte punta sull’incremento della riciclabilità e sull’uso di plastica riciclata ma nessuna ha investito in programmi di riduzione a monte o in sistemi di consegna e distribuzione alternativi.
 
«E’ ora che le grandi aziende si impegnino a ridurre l’impiego di plastica monouso garantendo una transizione verso un nuovo modello di business trasparente basato su reali soluzioni e nuovi sistemi di distribuzione dei prodotti. Soluzioni volte realmente a ridurre l’inquinamento alla radice. Solo così salveremo i mari del Pianeta» conclude Ungherese.
Le quattro multinazionali che hanno comunicato i volumi di vendita più elevati di prodotti in plastica monouso (Coca Cola, PepsiCo, Nestlé e Danone) sono le stesse i cui imballaggi si trovano con maggior frequenza tra i rifiuti abbandonati in tutto il mondo, come evidenziato da un recente rapporto pubblicato dalla coalizione Break Free From Plastic. Le stesse quattro multinazionali hanno fatto pressione, attraverso una lettera inviata ai ministri europei, affinché non vengano approvate misure attualmente in discussione al Parlamento europeo che hanno come obiettivo quello di incrementare la riciclabilità e il recupero delle bottiglie per l’acqua minerale e le bevande.
 
L’Unione Europea, infatti, preso atto della gravità della situazione e dell’insufficienza degli impegni volontari delle grandi multinazionali (come dimostra anche il rapporto), sta sviluppando una direttiva che, oltre a introdurre l’obbligo delle aziende di assumersi le proprie responsabilità promuove nuovi sistemi di distribuzione basati sul riutilizzo e riuso.
 Leggi il rapporto “Una crisi di convenienza”
 

 

Marilisa Romagno
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