15/01/2015 - 12:22

Nucleare, Galletti: massima attenzione del governo sul deposito rifiuti radioattivi di Statte. Bratti (Pd): basta rimpalli

Il ministero dell'Ambiente è in contatto continuo con la prefettura di Taranto e segue con la massima attenzione tutto l'evolversi della vicenda legata alla presenza, a Vocchiano nel Comune di Statte (Taranto), di un deposito temporaneo, denominato CEMERAD, che ha operato nel campo della raccolta di rifiuti radioattivi da applicazioni medico-industriali.
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo, nel corso del question time alla Camera, a un'interrogazione con cui un gruppo di deputati, primo tra tutti Alessandro Bratti (Pd), chiedeva conto al governo sui pericoli legati alla presenza del deposito di rifiuti radioattivi nel Comune di Statte. 
 
Obiettivo prioritario del governo è la piena sicurezza ambientale dell'area e la salute dei cittadini, ha aggiunto Galletti soffermandosi sulla storia del deposito. La società di riferimento, la CEMERAD, è stata dichiarata fallita nel 2005 e da oltre dieci anni il deposito è sottoposto a provvedimento di sequestro preventivo con affidamento in custodia giudiziaria all'assessore all'Ecologia del Comune di Statte. Ad aprile 2012 l'ISPRA ha effettuato un sopralluogo, nel quale ha riscontrato che la situazione potesse costituire nel suo complesso un caso di applicazione delle disposizioni dell'art. 126-bis del decreto legislativo 230 del 1995, in tema di interventi nelle esposizioni prolungate, ha spiegato Galletti.
 
L'ISPRA ha poi riferito di aver appreso dal Comune di Statte che lo stesso aveva già acquisito un progetto esecutivo per la caratterizzazione dei rifiuti radioattivi presenti nel deposito, per una spesa di 1,5 milioni di euro.
 Questa situazione peraltro ritenuta propedeutica ai necessari interventi destinati, in particolare, al trasferimento dei rifiuti in un deposito idoneo, in vista del successivo smaltimento, e alla bonifica dell'area nel suo complesso, che comporterebbero una spesa complessiva valutata nell'ordine dei 5 milioni di euro. Il Dipartimento della Protezione Civile, per procedere alla messa in sicurezza, con una nota del mese di agosto dello stesso 2012 aveva precisato che l'attuazione degli interventi previsti dalla legge dovesse essere coordinata, a livello locale, dalla competente Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo, avvalendosi delle risorse economiche già stanziate dagli enti locali.
 
Nell'informativa del primo ttobre 2014, la Prefettura di Taranto - che si è attivata tempestivamente coordinando gli interventi e informando periodicamente le istituzioni interessate - ha comunicato che nel capannone sono conservati 16.724 fusti, di cui 3.344 contengono rifiuti radioattivi mentre nei rimanenti 13.380 sono contenuti rifiuti decaduti, ha continuato il ministro. Risulta inoltre essere in corso di predisposizione, da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Piano di Emergenza relativamente a scenari incidentali riguardanti il deposito.
 
E ancora. Il 10 dicembre 2014 il Prefetto di Taranto ha segnalato che il Comune di Statte ha fatto pervenire una relazione con i quadri economici di due ipotesi alternative di intervento, quantificando in 5 milioni e 125.000 euro i costi relativi all'ipotesi di caratterizzazione dei fusti in loco e successivo smaltimento dei rifiuti speciali non radioattivi, ed in 9 milioni e 24.600 euro quelli relativi all'allontanamento di tutti i fusti per la successiva caratterizzazione e avvio allo smaltimento. Quest'ultima ipotesi - come segnala la Prefettura - risulterebbe attuabile solo mediante ricorso a procedure di urgenza. Nella circostanza, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha evidenziato che la soluzione definitiva del problema deve trovare opportuna copertura finanziaria nelle risorse ordinarie della Regione Puglia e delle altre amministrazioni locali interessate, ha concluso Galletti.
 
Non si tratta di un deposito ma di un magazzino mal tenuto e mal conservato, che contiene 16 mila fusti di cui una buona parte radioattivi, ha precisato il sede di replica il deputato Bratti.  La Commissione di indagine sui rifiuti, che avrebbe dovuto fare un sopralluogo sul posto circa un mese fa, non è neanche riuscita ad entrare nel deposito perché troppo alti i livelli di radioattività, ha aggiunto il parlamentare del Pd chiedendo al governo di intervenire concretamente sulla questione. "Non si tratta più di un deposito temporaneo, siamo davvero davanti a una situazione di una gravità inaudita" ha detto Bratti dichiarando la propria insoddisfazione per la risposta ricevuta da Galletti. 
 
Basta con questo "rimpallo che dura ormai da trent'anni" ha concluso il deputato. 
Rosamaria Freda
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