01/01/2013 - 01:00

La riqualificazione degli edifici per la ripresa del settore

Per molte imprese di costruzioni italiane, in prevalenza di piccole dimensioni, il 2012 sarà un anno di transizione per la ripresa del settore. Nonostante le difficoltà economiche riscontrate nel 2011 e le previsioni di un ulteriore calo di fatturato per il primo semestre dell'anno in corso, indicato dal 59,8% delle aziende, il comparto edile non perde le speranze: ben il 40,5%, infatti, dichiara che questo sarà l'anno fondamentale per porre le basi che porteranno al superamento della crisi, mentre il 3,3% si aspetta già da quest'anno una ripresa.
Tra i possibili driver di crescita, le imprese segnalano la strada della riqualificazione degli edifici, che porta a soddisfare le esigenze di una clientela sempre più attenta e con una maggiore cultura dell'efficienza energetica. E' quanto emerge dall'indagine commissionata da ROS, società partecipata da Fiera Roma e Senaf, in occasione della presentazione della quinta edizione di Expoedilizia (Fiera Roma, dal 22 al 25 marzo) su un campione di imprese di costruzioni italiane per verificare come queste realtà stiano affrontando l'attuale situazione economica e quali siano le scelte intraprese per migliorare la propria attività e per rendersi più competitive sul mercato. Un'analisi importante per il comparto italiano che conta nel IV trimestre del 2011, secondo i dati Movimprese, ben 828.767 imprese di costruzioni attive, in calo dello 0,2% rispetto al 2010. Le regioni che evidenziano un incremento del numero di aziende del comparto sono la Liguria (+2,2%), il Lazio (+0,8%), l'Abruzzo (+0,6%) e la Puglia (+0,5%). Al contrario la Valle d'Aosta (-1,9%) e l'Umbria (-1,5%) hanno segnato, in percentuale, la più alta contrazione.

Per quanto riguarda il fatturato 2011, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, la ricerca evidenzia lo stato di difficoltà delle imprese del settore con ben il 59,5% che ha registrato una contrazione del proprio fatturato: di queste il 37,9% conferma un calo che supera il 10%. Di contro, solo il 18,6% ha visto crescere il proprio giro d'affari e quasi il 22% ha consolidato i risultati raggiunti nel 2010. Sulla stessa linea le previsioni per il prossimo semestre, con il 59,8% delle aziende che prevedono un ulteriore calo del fatturato e solo l'15,2% un incremento. Sul fronte del mercato del lavoro, l'opinione del campione si presenta in forma quasi dicotomica: da una parte il 51,2% delle aziende che crede di poter mantenere (45,2%) o addirittura aumentare il numero degli addetti (6%), e dall'altra, con una quota inferiore ma non di molto (48,8%), chi invece reputa che sarà necessario ricorrere a tagli del personale. La fotografia mostra un settore attento alle ripercussioni della congiuntura economica, che guarda al 2012 con occhi critici ma comunque, almeno in parte, fiduciosi. Interrogati su cosa rappresenterà per la loro impresa il nuovo anno, gli imprenditori si dividono nettamente in due categorie: da un lato i più ottimisti, con il 40,5% del campione che pensa che l'anno in corso sarà fondamentale per creare le premesse di una ripresa e il 2,7% si aspetta che i segnali di miglioramento saranno visibili già nel 2012; dall'altro chi crede invece che stiamo per attraversare l'anno peggiore della crisi (34,6%) e chi teme che la crisi sia strutturale e irreversibile (10,3%).

L'indagine ha voluto sondare anche quali siano le strade che le aziende italiane stanno percorrendo per reagire all'attuale situazione, oltre a testare l'efficacia degli incentivi governativi per il rilancio del comparto. Per quanto riguarda quest'ultimo punto, la percezione degli operatori del settore è che gli incentivi per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica degli edifici abbiano inciso sul fatturato per ben il 70,4% delle attività ma per una buona percentuale del campione (47,8%) hanno un peso che non supera il 20%. Solo il 16,3% indica un'incidenza sul fatturato tra il 21% e il 40%. Nonostante gli incentivi sembrino essere poco performanti, dai risultati dell'indagine emerge come la riqualificazione energetica rappresenti comunque uno dei possibili driver per la ripresa. Secondo la maggioranza degli addetti ai lavori, infatti, la classe energetica di un edificio ha un peso sempre maggiore nel determinare le scelte d'acquisto di un immobile da parte dei privati. Ben il 20,6% definisce questa variabile determinante e per il 56,8%, anche se non rappresenta il primo criterio di scelta per l'acquisto di un immobile, la classe energetica è un aspetto sempre più importante, come conseguenza della diffusione di una maggiore cultura del rispetto ambientale.

Proprio in considerazione del peso sempre maggiore rivestito dalle caratteristiche energetiche degli immobili, ben il 67,8% delle aziende dichiara che nel 2011 ha eseguito interventi di riqualificazione o ristrutturazione per conto dei propri clienti, apportando migliorie alle strutture sotto il profilo dell'efficienza energetica: coibentazione (55,5%), sostituzione infissi (29,2%), installazione pannelli fotovoltaici o solari termici (23,6%) le richieste più spesso ricevute. La strada del green è stata scelta dal 15,6% degli intervistati come strumento per diversificare la propria attività e rendersi più competitivi sul mercato allargando la propria offerta con servizi legati alle fonti energetiche alternative. Chi non ha sposato questa specializzazione, ma ha voluto comunque cambiare il proprio assetto per reagire allo stallo del mercato, ha scelto di consorziarsi (7,6%) o, in misura minore, di rivolgersi a mercati internazionali (3,3%). Permane però una grossa fetta del comparto ancorata a posizioni attendiste: il 76,1% del campione infatti, nel 2011, non ha introdotto alcun cambiamento.
Tommaso Tautonico
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