01/01/2013 - 01:00

L'Impegno sociale rappresenta un terreno sempre più fertile per le aziende italiane

Ad attrarre la Responsabilità Sociale d’Impresa sono soprattutto le iniziative umanitarie ma manca ancora una cultura manageriale

Il 2011 sarà l’anno Europeo del Volontariato. Così ha deciso la Commissione Europea che in collaborazione con Business in the Community ha organizzato il Premio Europeo per il volontariato d’impresa. L’iniziativa, che da poco ha chiuso le iscrizioni, intende valorizzare l’impegno delle imprese di tutte le dimensioni che abbiano realizzato progetti di volontariato d’impresa nella Comunità, con l’obiettivo di accrescere nelle persone le competenze necessarie per superare le barriere di ingresso al mondo del lavoro. Sono 22 i Paesi europei che partecipano al Premio e la Fondazione Sodalitas, che supporta le proprie imprese aderenti nello sviluppo di progetti di volontariato d’impresa, è stata scelta come partner del Premio per l’Italia.

L’impegno sociale coinvolge due terzi delle imprese medio-grandi del nostro paese, per un giro di finanziamenti intorno al miliardo di euro. A delineare il quadro è un’indagine realizzata da Swg. Non c’è dubbio che ad attrarre la responsabilità sociale d’impresa sono soprattutto le iniziative umanitarie, destinatarie di due terzi dei finanziamenti, poi quelle a favore del patrimonio culturale, seguite da quelle destinate all’ambiente e alla sostenibilità e dai miglioramenti delle condizioni di lavoro. Un esempio è il progetto, documentato nel libro fotografico 'Kami, la missione dell'energia', di Terna, Coopi e Luiss. Il risultato di questi incontro è una nuova linea elettrica lunga 37 km che collegherà entro il 2011 le centrali di Quehata e Chinata alla rete boliviana diventando il motore di uno sviluppo sostenibile per tutta l'area di Kami.

In Holcim (Italia), azienda leader nel panorama dei materiali per le costruzioni, proprio ieri si è svolto il Community Day, l’appuntamento consueto con il volontariato aziendale che a partire dal 2007 ha luogo abitualmente. L’azienda così ha offerto ai propri dipendenti l’opportunità di essere protagonisti attivi per un giorno presso alcune realtà impegnate a supporto del territorio, di conoscere più da vicino l’opera che tanti volontari svolgono ogni giorno e di testimoniare quindi i valori aziendali di Responsabilità Sociale, nonché l’impegno costante nei confronti della Comunità locale e dello Sviluppo Sostenibile. Hanno aderito 41 i dipendenti: 25 nell’area di Merone e 16 nell’area di Ternate. Ma da quest’anno è stata introdotta un’importante novità: i dipendenti hanno avuto la possibilità di donare alle realtà coinvolte parte o tutta la propria giornata di lavoro, in aggiunta al contributo economico che, come sempre, arriva dall’azienda. A questo proposito si sono raccolte 45 donazioni per un totale di 259 ore. Quattro le organizzazioni no profit selezionate. Si tratta di realtà localizzate nei bacini di influenza delle unità produttive di Merone e di Ternate.

In Italia, dunque, il terreno sta diventando sempre più fertile e reattivo alle tematiche sociali ma manca ancora qualcosa. Tra gli elementi di freno allo sviluppo definitivo di una responsabilità sociale delle aziende, il 43,2% individua la mancanza di ritorni immediati, seguita dalla cultura manageriale (31,1%). In alcuni casi, dietro gli interventi manca ancora una progettualità ed è per questo che i quattro quinti delle aziende avvertono la necessità di formare nuove figure professionali più attente alle esigenze delle imprese e della società. Per il futuro, dunque, la parola d’ordine è ‘formazione’.

Fin qui la notizia. Ora il commento.

Il fatto è che fino ad oggi la risorsa ambiente/territorio era considerata illimitata e quindi senza alcun valore. Oggi invece è di tutta evidenza che le cose non stanno più così.

Siamo alle soglie di una catastrofe ecologica per sovrappopolazione, inquinamento ed impoverimento delle bio-diversità per cui è assolutamente imprescindibile un cambiamento a tutti i livelli. Io arrivo a dire che è necessario un vero e proprio "salto quantico di specie" per il genere umano, ed il suo corrispettivo a livello aziendale lo vedo in una seria e coerente Responsabilità Sociale d'Impresa. Passando ad analizzare le cose da un punto di visto più psicologico, un punto di vista che mi compete maggiormente, direi che finora l'ambiente è stato il capro espiatorio, la vittima sacrificale del nostro sviluppo economico. Il salto quantico di specie e la Responsabilità Sociale d'Impresa passano entrambe attraverso la riappropriazione della dimensione vittimaria. Non del vittimismo, si badi bene, ma della responsabilizzazione rispetto alle proprie proiezioni/deiezioni. Per la Responsabilità Sociale d'Impresa è fondamentale il suo carattere di volontarietà, E' evidente che in futuro, almeno all'interno del gioco democratico, non ci sarà spazio per le imprese che pensassero solo al profitto.

Sabino Cannone
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