06/04/2020 - 12:24

#iorestoacasa e ambiente: l'app che aiuta a differenziare senza errori lancia una bacheca per il riuso

Il lockdown fa crescere la quantità di scarti domestici. E, mentre la pandemia, impone nuove regole per la gestione comunale dei rifiuti, sull’app di Junker si moltiplicano i consigli per la raccolta differenziata e lo scambio (gratuito) di oggetti usati.

 

Più di un milione di download e quasi 800 Comuni abbonati, da piccoli paesi a grandi città come Torino e Bari. La comunità di Junker, l’app per la differenziata più amata d’Italia, risponde all’emergenza coronavirus affrontando il lockdown con spirito smart. Un segnale inequivocabile arriva dall’aumento esponenziale dell’utilizzo della piattaforma. In un solo mese si sono registrate 100mila ricerche di prodotti in più della media. Basta inquadrare con la fotocamera il prodotto da gettare e, con un blip sul codice a barre, l’app riconosce le materie prime di cui è composto, indicandone le corrette modalità di conferimento.

UNA GUIDA PER DIFFERENZIARE
L’obbligo di restare tutti a casa ha tante conseguenze, tra cui l’aumento, non certo insignificante, della quantità di rifiuti domestici prodotti da ogni famiglia. E, mentre la pandemia impone nuove regole per la raccolta comunale (spesso diverse da una regione all’altra), cresce il bisogno informativo degli italiani. L’errore infatti è sempre dietro l’angolo persino per i “differenziatori" più esperti: errori all’apparenza di poco conto, che invece possono causare grossi problemi al processo di riciclo. Il team di Junker ha raccolto gli equivoci più comuni in una guida consultabile sul sito dell’app. Il risultato è un “viaggio avventuroso” tra falsi amici del vetro, come pyrex e cristallo, RAEE, scontrini e carta forno. 

GLI ERRORI PIU' COMUNI
Alzi la mano chi non ha mai, anche involontariamente, gettato uno scontrino nella carta? È un gesto che viene quasi automatico, ma non c’è nulla di più sbagliato. Gli scontrini sono infatti realizzati in carta termica, non compatibile con il processo di riciclo della carta. Stesso discorso vale per la carta forno, anche questa non assimilabile alla normale carta spedita al macero. E poi gli oggetti in plastica. Giochi, bacinelle, articoli di cancelleria, spazzolini da denti: sono di plastica e quindi andranno conferiti nella plastica, no? Sbagliato! In Italia vengono mandati a riciclo solo gli imballaggi, quindi solo ciò che viene usato per contenere o proteggere un prodotto. Il ragionamento contrario avviene solitamente per i metalli. Tappi, fogli e vaschette in alluminio, bombolette spray, grucce in filo di ferro sono tutte cose che è possibile (e doveroso) differenziare. 

LA BACHECA DEL RIUSO
Gestire in modo responsabile i propri rifiuti significa, naturalmente, anche impegnarsi a ridurli. Secondo una stima di Occhio del riciclone e Utilitalia, il 2% dei rifiuti prodotti nel nostro paese potrebbe essere destinato al riuso. Libri, giocattoli, mobili, articoli di collezionismo, elettrodomestici e apparecchiature di vario genere, ancora in buono stato, che potrebbero avere una nuova, seconda vita. Magari con un po’ di creatività. 

Per moltiplicare le occasioni di sharing senza uscire da casa, Junker ha lanciato un nuovo servizio: una “Bacheca del riuso” a disposizione dei Comuni che vogliono semplificare la vita dei propri cittadini e, contemporaneamente, ridurre il volume di rifiuti destinati alla discarica. Una vetrina virtuale dove chiunque abbia un oggetto di cui intende disfarsi, invece di buttarlo, può fotografarlo e metterlo a disposizione (a titolo rigorosamente gratuito) di altri. E quale momento migliore, se non questo, per dare un’occhiata agli annunci?

SPESA A DOMICILIO? CONTROLLA LA MAPPA
C’è infine un’altra tendenza frutto del lockdown: la spesa a domicilio. Una necessità in questo momento per molti, specie per gli anziani o le persone in quarantena, che tuttavia potrebbe consolidarsi come abitudine a emergenza finita. Anche in questo caso Junker mette a disposizione dei Comuni la propria piattaforma, offrendo un servizio gratuito di mappatura di tutti i negozi, i ristoranti e le aziende del territorio che consegnano a domicilio. La prima mappa è stata realizzata in collaborazione col Comune di Torino e ASCOM Confcommercio: una buona pratica destinata a essere replicata per rendere più smart le nostre vite e le nostre città, nonché il tessuto economico locale.

Marilisa Romagno
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