13/06/2016 - 14:30

Inquinamento luminoso: in Italia non è più visibile la Via Lattea

Secondo l'Atlante mondiale dell'inquinamento luminoso, l'Italia è il paese con il più alto indice di inquinamento luminoso. Dallo studio emerge che la luce artificiale è talmennte eccessiva da impedire di ammirare le notti stellate.
Dall'ultimo studio in materia di inquinamento luminoso effettuato da un'équipe internazionale guidata dall' Istil, l'Istituto di scienza e tecnologia dell'inquinamento luminoso emerge che l'Ialia è il Paese del G20 con il più alto indice di inquinamento luminoso. Nelle grandi città, il pesante inquinamento ambientale associato ad una elevato uso di luce artificiale, impedisce agli occhi di distinguere il giorno dalla notte. Questo fatto così grave, accaduto per mano dell'uomo, ha causato oun oscuramento del cielo stellat notturno, vale a dire che il 77% dei cittadini italiani non ha mai visto lo straordinario spettacolo della via lattea. Tra i paesi appartenenti al G20, l'Italia è la nazione con più luci artificiali preceduta solo dalla Corea del Sud, invece Canada e Australia sono i paesi meno colpiti dal fenomeno dell'inquinamento luiminoso. In Europa i cieli meno inquinati sono quelli della Scozia, della Svezia, della Norvegia e, in alcuni mesi dell'anno, anche quelli dell' Austria e della Spagna. I paesi meno inquinati dalla luminescenza del cielo sono il Ciad, la Repubblica centrafricana e il Madagascar, dove oltre l'80% delle città vive sotto cieli stellati.

E' calcolato che l'inquinamento luminoso sta provocando danni incalcolabili all'umanità ed è l'inquinamento che sta provocando più danni all'ambiente. Una persona su 3 al mondo non può godere dello spettacolo della via lattea, una fascia chiara di luce bianca che percorre trasversalmente l'intera volta celeste, dove si addensa un numero di stelle maggiore che nelle altre aree del cielo. Lo studio sull'inquinamento luminoso è stato possibile grazie all'utilizzo dei dati ricevuti dai satelliti Suoni Npp di Nasa e Noaa, ed è stato svolto da un team di ricercatori dei quali tre sono italiani, Fabio Falchi, Pierantonio Cinzano e Riccardo Furgoni.

Fabio Falchi, uno dei ricercatori ha così commentato i risultati dello studio: "Soprattutto ora che ci troviamo sulla soglia di una transizione mondiale verso la tecnologia led che, a parità di luce prodotta, potrà' aumentare l'inquinamento luminoso nella parte blu dello spettro di un fattore tre". Riccardo Furgoni, l'altro ricercatore ha voluto chiarire che anche la tecnologia dell'illuminazione a led provoca inquinamento luminoso: "Questo studio evidenzia i grandi rischi legati ad un uso indiscriminato di questa tecnologia. Ma non solo. L'inquinamento luminoso ha praticamente espulso la ricerca operativa in astronomia dall'Europa e, questo, è un danno sia culturale che economico.".
Marilisa Romagno
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