20/11/2016 - 12:20

Inquinamento, il filtro antiparticolato Fap fa davvero male alle nostra salute e all’ambiente?

Il Fap, filtro antiparticolato fa male all'ambiente? Secondo alcuni sarebbe dannosissimo.

Il filtro antiparticolato, il cosiddetto Fap, utilizzato per abbattere le polveri sottili dei motori a diesel (ritenuti molto inquinanti) fa bene o fa male all’ambiente?
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Il filtro antiparticolato, il cosiddetto Fap, utilizzato per abbattere le polveri sottili dei motori a diesel (ritenuti molto inquinanti) fa bene o fa male all’ambiente? Si tratta di una annosa e ancora non risolta questione, che vede due schieramenti contrapposti:  i sostenitori della bontà di questo tipo di filtro per la salute umana e ambientale e coloro che invece ritengono che il Fap anziché ridurre le particelle inquinanti le trasformi in unità più piccole e pericolose che finiscono direttamente nei polmoni dei cittadini creando cosi danni seri a noi e al Pianeta. Ma cerchiamo di capirci qualcosa. 
 
Già lo scorso anno la deputata del Movimento 5 Stelle, Arianna Spessotto, aveva chiesto al governo di chiarire il funzionamento dei filtri antiparticolato montati sulle auto diesel in quanto essi causerebbero l’emissione di nanoparticelle non trattenute dai FAP, ancora più inquinanti e pericolose. Secondo la parlamentare il risultato sarebbe l’incremento dell’inquinamento ambientale delle nostre città nell’indifferenza totale del governo e senza che i sistemi di rilevazione possano misurare il quantitativo effettivo di polveri sottilissime emesse nell’aria!”
 
Ma non è tutto. Sempre nel 2015 Giuseppe Pignatone, procuratore di Roma, ha firmato una richiesta d’approfondimento sulle polveri sottili emesse dai Fap Euro 4, e lo stesso avrebbe fatto l’Istituto superiore di sanità. La questione è sempre la stessa: a prima vista il filtro Euro 4 sembrerebbe lasciar passare meno residui, meno particelle che poi noi respireremo rispetto a quelli Euro 2. Nel 2016 è toccato ad altro Gip di Roma, Paola di Nicola, riaprire il caso e puntare il dito sul filtro Fap ritenendolo dannoso alla salute e all’ambiente. 
 
Ma cosa è il Fap e come è arrivato ad essere utilizzato nel nostro Paese? La vicenda ha inizio nel 2008 quando un’azienda veneta, la Dukic Day Dream, ha brevettato un sistema per eliminare le polveri diverso dai filtri: questi ultimi ingabbiano le Pm10 a valle del motore, il dispositivo Dukic lavora a monte, sulla combustione, facendo produrre meno polveri all’auto. I test sono andati bene ma è rimasto il dubbio sulla “durabilità” del sistema, ovvero su quante polveri rimangono nel filtro dopo un certo numero di chilometri.
 
Da quel momento sono partite le denunce e ad occuparsi della vicenda è stata prima la procura di Terni e poi quella di Roma.
 
Secondo i documenti inviati dalla Procura umbra a quella della Capitale, basati su diverse indagini effettuate, i filtri Fap non sarebbero affatto ecologici ma avrebbero come effetto finale quello di sminuzzare le Pm10 in particelle piccolissime, Pm2,5 o ancora inferiori, che invece di fermarsi nel naso finirebbero direttamente nei nostri polmoni causando gravi patologie respiratorie. Ma non è tutto. Queste nano particelle sarebbero così piccole da non essere neanche rilevate dalle centraline usate per il rilevamento delle polveri sottile nell’atmosfera e collocate in diverse zone del nostro Paese. 
 
Dopo la riapertura del caso da parte della Gip Di Nicola la questione non è ancora chiara e i filtri continuano ad essere adoperati nel nostro Paese con danni che potrebbero rivelarsi enormi. 
 
Fap: Assolti i dirigenti Mit
Il fatto non sussiste
[Filtro antiparticolato]

11 maggio 2018 -  Con riferimento alle vicende, oggetto di trasmissioni televisive e articoli di giornale, relative alla presunta dannosità dei filtri antiparticolato e all’asserito ingiustificato diniego di omologazione di un dispositivo della società Dukic, il Ministero rende noto che in data 4 aprile 2018 i dirigenti dell’Amministrazione coinvolti nel procedimento penale per omissione di atti di ufficio, nelle persone di Maurizio Vitelli, Vito Di Santo e Alessandro De Grazia sono stati prosciolti e assolti perché il fatto non sussiste. Il Giudice penale ha evidenziato la correttezza formale e sostanziale dell’azione dei vertici dell’Amministrazione nell’attività di omologazione dei filtri antiparticolato e nel diniego di omologazione del dispositivo, poiché le prove sostenute dallo stesso erano carenti, nonché ha confermato che i filtri antiparticolato costituiscono allo stato la migliore tecnologia a disposizione per la diminuzione del particolato e non costituiscono un pericolo per l’ambiente e la salute delle persone, come attestato già dai maggiori istituti scientifici nazionali e internazionali.

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I Fap e le emissioni nei veicoli diesel[1]

Roma, 7 luglio 2017 - In merito ad alcuni servizi televisivi e articoli di stampa riguardanti i filtri antiparticolato (FAP) per i veicoli diesel, con posizioni critiche rispetto all’efficacia degli stessi e all’operato del Ministero, da cui dipendono le autorità di omologazione, si ritiene opportuno cercare di contribuire a una corretta informazione con alcune precisazioni.

I Fap contribuiscono ad abbattere le emissioni

I filtri anti-particolato oggi sono parte integrante dei veicoli diesel che vengono omologati, sono cioè “nativi” nei motori diesel, e ciò significa che a livello europeo vi è la condivisione del fatto che contribuiscono ad abbattere le emissioni.

Infatti l’omologazione dei motori che equipaggiano i veicoli nuovi è effettuata sulla base di normative europee che definiscono le modalità di prova e le soglie ammissibili dei vari parametri misurati. Tali normative sono supportate dagli studi del Joint Research Centre (JRC), organo scientifico della Commissione europea. Le soglie di omologazione sono state rese nel tempo progressivamente più stringenti in particolare per quanto riguarda i valori limite ammessi di emissioni, sinteticamente descritti con le note sigle da euro 0 a euro 6. Ciò ha determinato l’adozione generalizzata da parte dei costruttori di accorgimenti e dispositivi fra cui rientrano anche i filtri anti-particolato. I veicoli nuovi immatricolati attualmente circolanti dotati dall’origine di filtri anti-particolato sono circa 8 milioni solo in Italia.

Il Cnr-Istituto Motori afferma, dopo aver condotto uno studio in merito, che i Fap rappresentano la migliore tecnologia disponibile per l’abbattimento delle emissioni sui veicoli diesel. In allegato le conclusioni.

L’applicazione di filtri sul parco veicoli circolanti: 10 mila veicoli

A partire dal 2005 sulla base di normative europee in materia di qualità dell’aria sono state sempre più al centro dell’attenzione le misure possibili per fronteggiare la situazione che per alcune aree del Paese manifestava particolari criticità.

Per un esame complessivo della situazione e per l’individuazione delle misure di sostegno al miglioramento della qualità dell’aria, il Ministro dell’Ambiente costituì con apposito decreto la Commissione Nazionale per l’Emergenza Inquinamento Atmosferico (CNEIA) con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e la partecipazione di quello della salute, delle regioni, province e per gli aspetti tecnico scientifici dell’APAT, del CNR e dell’ENEA.

La Commissione del Ministero dell’Ambiente ha prodotto una relazione conclusiva nel marzo 2006 pubblicata su http://www.minambiente.it

Sulla base di tali indicazioni del Ministero dell’Ambiente,  il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è attivato, per mettere a punto le richieste procedure di omologazione relative al retrofitting dei veicoli già circolanti. Non esistendo norme armonizzate a livello europeo si è proceduto con una normativa nazionale  sottoposta a procedura di informazione europea costituita da due decreti interministeriali dei Ministeri Trasporti, Ambiente e Salute del 2008. 

In periodi quasi contestuali, analoghe regolamentazioni per l’installazione in aftermarket di dispositivi per l’abbattimento del particolato sono stati emanati in altri paesi europei (Germania, Svizzera, Danimarca, Gran Bretagna).

I citati Decreti interministeriali sono stati adottati ai sensi dell’art. 71 del Codice della Strada, in quanto coinvolgono le competenze del MIT per quanto attiene gli aspetti di omologazione, del Ministero dell’Ambiente per quanto riguarda gli aspetti di inquinamento atmosferico e del Ministero della Salute per quanto attiene gli aspetti di salute pubblica. Questi due ultimi Ministeri hanno infatti competenza per valutare le eventuali criticità per la salute dei cittadini o per l’ambiente.

Va evidenziato che, per effetto di detti decreti, sono stati omologati oltre 300 dispositivi di filtri antiparticolato retrofitting di vari costruttori, e che il mercato a disposizione come detto riguarda poco più di 10 mila unità.

Procedure secondo le disposizioni vigenti

Per quanto riguarda, quindi, la salute pubblica e la regolarità dei dispositivi, il Ministero può attestare di aver proceduto secondo le disposizioni previste in materia per l’abbattimento delle emissioni  nei veicoli diesel e le migliori tecnologie disponibili.

Cnr - lettera per MIT_26052017 FAP


Data di ultima modifica: 11/05/2018
Data di pubblicazione: 07/07/2017

 

[1] da: http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/fap-assolti-i-dirigenti-mit

 
Rosamaria Freda
autore
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