11/05/2017 - 16:54

Incidente nucleare Usa: Green Cross, "Stop al nucleare civile e militare"

A seguito dell’incidente verificatosi nell’impianto nucleare militare di Hanford, l’appello dell’Ong ambientalista Green Cross a non sottovalutare la situazione negli Stati Uniti e ad abbandonare i programmi di espansione nucleare in ogni parte del mondo.
nucleare
«Siamo di fronte all’ennesima prova di come la scelta del nucleare a fini militari e civili implichi costi e incertezze sempre più intollerabili». È quanto dichiara il presidente dell’Ong ambientalista Green Cross Italia Elio Pacilio a seguito dell’incidente verificatosi nell’impianto nucleare militare di Hanford (Stato di Washington), nel Nord Ovest degli Stati Uniti, dove è crollato parte del tunnel utilizzato per il trasporto di materiale radioattivo. Il sito di Hanford rappresenta ancora oggi una pesante eredità della Guerra Fredda: costruito negli anni ‘40 durante il Progetto Manhattan, fu il primo complesso degli Stati Uniti per la produzione di plutonio che servì anche a fabbricare la bomba di Nagasaki. Oggi i 1.518 km2 di terreno sono diventati un paesaggio da incubo con strutture contaminate e obsolete che, solo per essere mantenute in condizioni di stabilità e di sicurezza, assorbono ogni anno circa 2 miliardi di dollari.

«Sebbene il Dipartimento dell’energia americana assicuri che nel tunnel non è stata rilevata alcuna contaminazione dopo il crollo, occorre un’accurata valutazione dell’incidente perché potrebbe avere un impatto pericoloso per circa 230.000 cittadini che vivono a Kennewick, Pasco e Richland», commenta Elio Pacilio.
Da anni impegnata nell’assistenza alle popolazioni che vivono nelle vicinanze dei siti contaminati e sul contrasto alla corsa agli armamenti nucleari, Green Cross esorta l’amministrazione Usa a non sottovalutare la situazione: «Dovremo misurare attentamente qualsiasi rilascio radioattivo - afferma Paul Walker, direttore internazionale del programma Sicurezza e sviluppo sostenibile di Green Cross -. In questi tunnel sono sepolti rifiuti di “alto livello”, che potrebbero rappresentare un serio rischio di esposizione alle radiazioni. Noi speriamo che le rilevazioni dei prossimi giorni possano confermare le dichiarazioni del Dipartimento ma la mia ipotesi è che i risultati definitivi richiederanno mesi».

Ancora una volta i fatti dimostrano che la minaccia nucleare non solo esiste ma è alta e colpisce con tempi e modalità imprevedibili. Ovunque. Determinare l’effetto delle radiazioni su milioni di persone esposte in vario grado alle conseguenze di Chernobyl in tutta Europa è tutt’ora un compito difficile. A distanza di sei anni dall’incidente alla centrale di Fukushima, in Giappone, la situazione non è ancora sotto controllo e il materiale radioattivo disperso nel Pacifico sta provocando conseguenze a lungo termine sull’ecosistema marino e sulla catena alimentare.
Per il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio “oggi più che mai è necessario abbandonare i programmi di espansione nucleare in ogni parte del mondo. Il Governo italiano deve dare il suo contributo per l’approvazione di un Trattato di messa al bando degli ordigni nucleari, durante la seconda sessione di Negoziati che si terrà a New York a giugno 2017, riprendendo il cammino del disarmo per garantire un futuro migliore all’ambiente e alle prossime generazioni”.

Marilisa Romagno
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