01/01/2013 - 01:00

Il rapporto dell'EWEA: l'eolico europeo parla di successi.

Il 2011 è stato l'anno delle fonti rinnovabili nel Vecchio continente ed Ewea (European wind energy association) parla dei punti di forza del settore attraverso un interessante report.
L' ultimo rapporto dell'Ewea (European wind energy association), oltre ad analizzare l'evoluzione dell'eolico nel Vecchio Continente, ha descritto le peculiarità, in modo complessivo, del comparto delle energie pulite; ed è proprio leggendo questo interessante documento emerge tra le righe che l'eolico ha tenuto il passo del 2010, il fotovoltaico, invece, ha segnato un consistente incremento; su questa osservazione si ricorda la posizione dell'ANEV e dell'APER secondo cui l'eolico italiano, nonostante le difficoltà e le incertezze sul fronte dell'incentivazione, è riuscito a mantenere nel 2011 uno sviluppo in linea con quello del 2010.

L'Europa, d'altronde, ha visto oltre 9.600 MW di nuova potenza installata nelle wind farm, in linea con la capacità aggiunta nei dodici mesi precedenti.

Ma è necessario analizzare il comparto delle rinnovabili nel suo complesso per apprezzare la portata degli investimenti nell'economia verde: eolico e solare, con l'apporto molto più ridotto delle altre tecnologie come le biomasse, hanno costituito il 71% di tutta la potenza installata nel 2011, 32.000 MW su quasi 45.000.

Di conseguenza, alle fonti tradizionali (carbone, gas, nucleare, olio combustibile) è rimasto così meno del 30% della torta energetica.

Viene registrato, dalla Ewea, che non si era mai verificata una crescita così sostenuta per le fonti alternative, +37,7% in confronto al 2010, malgrado la crisi economica e il restringimento degli incentivi che hanno caratterizzato alcuni importanti mercati.

Al primo posto, nonostante la forte avversione avuta da think thank e movimenti italiani ed esteri, per potenza aggiunta in Europa nel 2011 troviamo poi il fotovoltaico con 21.000 MW e il 47% del totale; infine viene il gas con 9.700 MW e il 22% della torta, appena davanti all'eolico con i suoi 9.600 MW che valgono il 21% del mix.

Il carbone, per completezza, si è dovuto accontentare di poco più di 2.000 MW e una quota pari al 5%; tutte le altre fonti, dalle biomasse al nucleare passando per l'idroelettrico, la geotermia e così via, hanno conquistato percentuali prossime allo zero.
Il nucleare, in particolare, ha dismesso circa 6.000 MW dalle sue centrali europee.

L'Ewea, però, ha evidenziato che l'idrocarburo sopracitato ha introdotto per il secondo anno consecutivo più potenza di quella dismessa; partendo da questo dato risulta urgente che le autorità comunitarie stabiliscano di ridurre del 30% le emissioni di CO2 nel 2020, bloccando tutti gli incentivi a questa fonte fossile.
Il cammino delle rinnovabili è stato senza sosta, considerando che nel 2000 la nuova capacità installata era pari a 3.500 MW, il 20% circa del totale; ora siamo quasi a dieci volte tanto.
Osservando la potenza disponibile oggi in Europa (oltre 891.000 MW), l'eolico presidia una fetta da quasi 94.000 MW, il 10% circa del parco complessivo degli impianti; undici anni fa era appena al 2% del mix della produzione elettrica. Il Vecchio continente ha investito 12,6 miliardi di euro nel 2011 nelle nuove centrali del vento.
In Germania si è concentrato il 22% degli impianti entrati in funzione lo scorso anno per complessivi 2.000 MW; a seguire la Gran Bretagna con il 13% del mercato e quasi 1.300 MW, grazie soprattutto allo sviluppo delle turbine offshore. In terza posizione la Spagna con un migliaio di MW, di poco davanti all'Italia con 950 
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Alessio Elia
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