01/01/2013 - 01:00

Il Green Public Procurement: un'opportunità per il Patto dei Sindaci

Attraverso il Patto dei Sindaci, l'UE ha intrapreso un percorso orientato alla sostenibilità e all'efficientamento energetico. In questo articolo si esamina la possibilità di integrare misure di Green Public Procurement all'interno dei Piani d'azione per l'energia sostenibile (PAES) quale ulteriore opportunità per le amministrazioni firmatarie del Patto.
La Commissione Europea in questi ultimi anni attraverso il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) ha introdotto uno strumento volto a promuovere l'efficientamento energetico e in particolare la riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020. Si tratta di un'iniziativa importantissima nell'ambito del quadro normativo Europeo sul clima e sull'ambiente, protesa a dare attuazione concreta alla lotta ai cambiamenti climatici e all'abbattimento delle emissioni nocive.

In tale contesto le Amministrazioni firmatarie del Patto hanno il dovere di predisporre entro un anno dall'adesione un PAES (Piano d'azione per l'Energia Sostenibile), attraverso il quale dovranno essere illustrate le misure da intraprendere per dare attuazione all'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2, predisponendo in via preliminare un BEI (inventario base delle emissioni) attraverso il quale sarà possibile individuare le giuste strategie di sostenibilità.

Sotto tale profilo l'Italia, secondo le stime ufficiali, si pone al secondo posto in Europa con oltre 700 Comuni firmatari. Tra questi sono sempre più numerosi i Comuni che introducono all'interno del PAES l'adozione di strategie di Green Public Procurement (Acquisti Pubblici Verdi): si tratta infatti di un'opportunità da non sottovalutare, sopratutto se si considera che il GPP comporta benefici diretti in termini di riduzione della spesa pubblica, oltre ad incentivare la diffusione di un mercato verde e a promuovere lo sviluppo tecnologico.

Poiché le P.A. hanno un potere di acquisto considerevole e le loro scelte di mercato incidono su circa il 15% del PIL, è facile intuire come l'adozione di una strategia programmata di acquisti verdi unita alle misure per l'efficientamento energetico previste dal PAES permettano alle Amministrazioni di conseguire vantaggi ben superiori rispetto ad un uso disgiunto dei due strumenti di sostenibilità.

Non si tratta di una mera disquisizione teorica: le "linee guida" (http://www.campagnaseeitalia.it/doc/PAES_Linee_Guida_ITA_JRC.pdf) sullo sviluppo del piano d'azione per l'energia sostenibile redatte dal JRC (Joint Research Centre, Centro Comune di Ricerca), stabiliscono infatti che "Gli appalti pubblici, il modo in cui le procedure d'appalto sono realizzate e quali priorità vengono stabilite nelle decisioni, offrono una opportunità importante alle autorità locali per migliorare le loro prestazioni complessive in termini di consumo energetico".  Infatti, solo attraverso un'ottica sistemica e integrata delle risorse, lo sviluppo sostenibile riesce a raggiunge i migliori risultati: in tal senso l'utilizzo in sinergia di strumenti quali il Patto dei Sindaci e il GPP (entrambi caldeggiati dalla UE) permette di ottimizzare i risultati con benefici reciproci in termini operativi.

E' ovvio che si tratta di integrare i due strumenti e non di sovrapporli: infatti le misure di approvvigionamento utilizzabili nel PAES sono solo quelle strettamente collegate alla riduzione del CO2 e all'efficienza energetica (obiettivi che rientrano tra l'altro tra quelli esplicitamente menzionati dal Piano d'Azione Nazionale sul Green Public Procurement). Al riguardo le linee guida citano a titolo di esempio: "la progettazione, costruzione e gestione degli edifici", l'acquisto di "attrezzature che consumano energia, come sistemi di riscaldamento, veicoli e attrezzature elettriche e anche per l'acquisto diretto di energia, ad esempio, elettricità." In tal senso la recente pubblicazione dei Criteri Ambientali Minimi predisposti dal Ministero dell'Ambiente in materia di fornitura di materiale elettrico, con particolare riferimento all'illuminazione, possono apportare un valido contributo alla realizzazione di Gare d'appalto Verdi ispirate al concetto di Ciclo di vita del Prodotto: se in taluni casi un prodotto ecosostenibile dovesse risultare più costoso di un analogo ad alto impatto ambientale (pensiamo ai LED) , l'efficienza energetica ricavata consentirebbe di ammortizzarne i costi ritardandone lo smaltimento. Inoltre la durabilità maggiore del prodotto permetterebbe di ridurre i costi di smaltimento nel lungo periodo riducendo ulteriormente lo spreco di materie prime. In tal senso il Codice degli Appalti all'art. 2 comma 2 prevede che "il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell'ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile".

Per ciò che attiene più strettamente alla riduzione delle emissioni di CO2, la stessa Consip nel 2008 aveva avviato uno studio degli effetti economici relativi all'introduzione di criteri ambientali nelle proprie iniziative: in particolare, per quanto riguarda l'acquisto di PC desktop con etichetta ambientale era emerso oltre a un significativo risparmio di spesa, un vantaggio ambientale in termini di riduzione delle emissioni di CO2 pari a 12.548 tonnellate (Fonte:"Appalti Verdi", 01/06/ 2009, "GPP e risparmio: un binomio possibile" di A.V. in http://www.consip.it/on-line/Home/Ricercagenerale/documento5137.html). Si tratta di dati significativi che testimoniano come Il GPP sia uno strumento dalle enormi potenzialità e sopratutto una importante opportunità per dare concreta attuazione al Patto dei Sindaci.

(autore: Dott. Carlo L. Casciaro - GPP Salento)
Riccardo Bandello
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