01/01/2013 - 01:00

I Borghi autentici d'Italia: Economia, Ambiente e Sviluppo Territoriale

Il paesaggio, fino a qualche tempo fa ritenuto elemento poco rilevante nelle politiche di sviluppo economico territoriale, è divenuto un'importante risorsa da cui partire per conseguire azioni di sviluppo sostenibile.
In Italia, costituisce l'espressione più eloquente dell'identità nazionale, della sua ricchezza ambientale, estetica e morfologica, ma anche della stratificazione storica delle culture e delle società, dei sistemi economici locali, delle forme organizzative e del tessuto produttivo a cui si ispirano prassi sociali e politiche pubbliche e la cui corretta integrazione diventa condizione necessaria per il conseguimento della sostenibilità dello sviluppo.

La risorsa paesaggio ha subito, per lungo tempo, molteplici attacchi sicuramente alimentati anche dalla consapevolezza che specie tra gli anni '60 e '70 il territorio italiano ha subito profonde modificazioni sfociate in degrado ambientale, impoverimento del territorio e distruzione. Le pressioni connesse all'industrializzazione, alla modernizzazione degli apparati infrastrutturali ed alla globalizzazione delle dinamiche economiche e sociali, hanno cancellato peculiarità e differenze, stravolto paesaggi originari, smantellato unitarietà e solidarietà lentamente costruitesi nel corso dei secoli. L'intreccio tra una rapida crescita da una parte e processi di degrado dall'altra, ha prodotto una diversificazione dei percorsi di sviluppo all'interno dei diversi contesti ambientali, producendo nuove differenze nelle quali risulta difficile riscontrare strutture paesistiche coerenti.

Tuttavia, esiste ancora la possibilità di qualificare ed orientare lo sviluppo di questi territori o, in una visione macroeconomica, del Sistema Paese. La capacità di affrontare il degrado, anche nella sua versione strutturale, risiede nell'ideazione di prospettive strategiche di rivalutazione del paesaggio e di azioni in grado di investire tutto il nostro territorio. In questa prospettiva, i borghi e gli insediamenti urbani sono da considerare una preziosa risorsa patrimoniale del nostro Mediterraneo. Spesso, espressione di un felice connubio tra sistemi antropizzati ed insediamenti sociali di notevole qualità, dalle attività economiche, alle risorse culturali ed identitarie, dalle produzioni tipiche, ai beni culturali di pregio. Queste realtà, unite al valore del patrimonio naturalistico, costituiscono il genius loci di questi luoghi, territori omogenei e rilevanti non solo sul piano sociale, ma anche culturale ed economico, in cui, spesso, il futuro del territorio è legato a quello dei borghi in esso presenti, delle loro comunità e quindi delle loro risorse (materiali ed immateriali).

Parlare di conservazione, in questi casi, significa assicurare un servizio fondamentale all'intera comunità, significa recuperare valori, identità, in guisa da assicurare un lascito, sia di patrimonio naturale che culturale ed identitario.

Ed è al recupero ed alla valorizzazione di queste realtà, che tendono i Borghi Autentici d'Italia, una rete costituita da più di 5.000 piccoli Comuni italiani che ricercano nella competitività e nello sviluppo locale, la strada per arricchire la propria coesione sociale e la qualità del territorio. L'Associazione Borghi Autentici d'Italia, nasce nel novembre del 2002 e si pone come modello locale di sviluppo economico e sociale, sulla scorta di una iniziativa comunitaria sul turismo diffuso "Village d'Europe", con l'idea di promuovere un nuovo modello d'ospitalità turistica in grado di collocare la sua dimensione nel paese e nella comunità locale, basandosi sul principio dell'autenticità.

L'obiettivo si sostanzia, dunque, nella volontà di realizzare un progetto che vede nell'integrazione e nella valorizzazione delle risorse naturali, del paesaggio, delle produzioni tipiche, delle culture e dei saperi di ciascun singolo borgo, un sistema unico, capace di essere altamente competitivo sul mercato, specie in quello turistico, dove l'eterogeneità dell'offerta, spinge spesso a ricercare prodotti autentici, esclusi dai grandi flussi turistici, di cui il nostro territorio è, per storia e per connotazione geografica, disseminato. In cui il "turista" diviene "cittadino temporaneo", vivendo dei rumori, dei profumi, della cadenzata vita degli stessi abitanti e dove l'accoglienza si materializza nel contatto con gli stessi abitanti nelle caratteristiche piazze di paese.

In quest'ottica, aumentare l'attrattività di ogni singola destinazione significherà incrementare il suo valore. L'effetto indotto si concretizza nella creazione di nuovo reddito, occupazione, miglioramento dei servizi e valorizzazione dell'ambiente naturale e culturale. La peculiarità risiede, infatti, nella possibilità di recupero, da parte di molti piccoli comuni o borghi italiani della propria identità, poiché, se da un lato la crescente urbanizzazione ha teso a centralizzare ed ottimizzare la spesa pubblica privilegiando le grandi opere, dall'altra sono i piccoli centri che, nella nostra Penisola, danno i più importanti segni di rinnovamento e che potrebbero porsi come motori di sviluppo di un cambiamento, di una riscoperta del loro valore.

Divengono, quindi, basilari interventi in grado di sovrapporre ai consueti indicatori di qualità, quelli dettati dalla sostenibilità, dalla riqualificazione degli spazi pubblici e privati, dall'eco-compatibilità dell'abitare, dal risparmio e razionalizzazione dei consumi idrici ed energetici al fine di assicurare la qualità urbana e la sostenibilità dei centri storici. In questo contesto, nasce "Borgo intelligente", uno dei quattro filoni dell'Associazione, che rivolge alle comunità l'invito ad utilizzare le fonti rinnovabili come prospettiva di sviluppo territoriale.

La chiave di volta sta proprio nella riqualificazione del patrimonio architettonico locale. A tal fine, gli interventi edilizi sugli immobili non devono mirare all'espansione costruttiva bensì al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio edilizio, spesso abbandonato e sottoutilizzato, con interventi ispirati all'edilizia sostenibile, allo scopo di conseguire una migliore qualità del vivere, anche sociale. In definitiva, una riqualificazione dell'intero territorio rivolta ad accrescerne la qualità.

Ed in questo momento di crisi, di continua emigrazione, di mancanza di stabilità, puntare sul territorio, rafforzandone il legame, potrebbe rappresentare un segnale di riscatto. Quando la nostra economia, infatti, si distacca dal territorio diventa debole "perché è il radicamento il punto di forza dell'Italia". Per dirla con Gramsci, in un momento in cui "la crisi è ancora fra di noi, perché il vecchio sta morendo ed il nuovo che nasce è ancora incerto" un'opportunità potrebbe aprirsi per quei territori che riescono a mettere in rete le loro eccellenze. In un sistema che possa fornire, anche, una risposta alla sfida dei cambiamenti climatici attraverso l'innovazione, il risparmio energetico, l'efficienza nei trasporti, assicurando, dunque, non solo benefici in campo ambientale, ma anche ricadute positive sull'economia locale.

(autore: Angelina De Pascale)
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