12/12/2012 - 10:34

Gomma e pneumatici fuori uso

Il 28% ancora in discarica o verso destinazioni ignote. La quantità annuale degli pneumatici fuori uso (PFU) generati in Italia si mantiene quasi costante, e mediamente intorno alle 350.000 tonnellate. La distribuzione sul territorio degli PFU generati è proporzionale al numero di abitanti dell’area, ovvero al numero di mezzi circolanti su strada: è possibile stimare una produzione media degli PFU pari a 5,5 – 6 kg per abitante.

Nel 2011 il 28% degli PFU non ha trovato una destinazione nota o è stato smaltito in discarica. In realtà in discarica vengono smaltiti solo pochi PFU di grande dimensione, percentualmente irrilevanti, mentre la forte incertezza del dato è dovuta alla scarsità d’informazioni pervenute dagli operatori e dall’estrema frammentazione del mercato (anche a causa della presenza di numerosi di micro-operatori che gestiscono ogni anno migliaia di tonnellate di PFU al di fuori di qualsiasi schema riconosciuto). Un’ampia quantità di PFU viene destinata a cementifici, italiani ed esteri (40%); volumi minori sono invece destinati alla produzione di energia elettrica (11%) e alla realizzazione di superfici sportive (7%).

Per ciò che riguarda le discariche abusive di PFU, un monitoraggio effettuato da Legambiente ha permesso di individuarne oltre 1.335 nel periodo 2005-2011; più del 65% di esse sono state segnalate dalle autorità di controllo di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia ed hanno portato all’apertura di 19 inchieste per traffico illegale di rifiuti.

Le dimensioni medie delle imprese generatrici del rifiuto sono generalmente medio-piccole e la quantità degli PFU prodotti annualmente dalle singole imprese sono nell’85% dei casi inferiori alle 50 tonnellate/anno. Per ciò che concerne la composizione dell’immesso al consumo nel 2011, la maggior parte è destinato ad autovetture (68%), mentre percentuali minori riguardano gli autotreni e autobus (il 25%) e moto (3%).

Il recente Decreto Ministeriale 82/2011 dispone le modalità operative e gestionali del nuovo sistema: definisce chi sono i responsabili, come verranno gestite le quantità degli PFU e i relativi contributi economici, quali sono gli organi deputati al controllo e quali saranno le sanzioni in caso d’inadempienze. All’interno del decreto sono inoltre definiti gli obiettivi di raccolta da raggiungere e un regime di sanzioni in caso d’inadempienze. Per ogni singolo produttore o importatore degli pneumatici operante in Italia, gli obiettivi fissati sono:

  • al 31 Dicembre 2011 recupero di almeno il 25% della propria quota degli pneumatici immessi nel mercato del ricambio;
  • al 31 Dicembre 2012 recupero di almeno l80% della propria quota degli pneumatici immessi nel mercato del ricambio;
  • al 31 Dicembre 2013 e per gli anni successivi, recupero del 100% della propria quota degli pneumatici immessi nel mercato del ricambio.

Il recupero energetico si conferma quale principale destinazione degli PFU generati in Italia (con 180.000 tonnellate in totale). Di queste, circa 140.000 tonnellate sono utilizzate da cementifici, per la maggior parte stranieri (85.000), mentre solo 55.000 da impianti in Italia. Sempre per tale forma di recupero, 40.000 tonnellate sono destinate alla produzione di energia elettrica.

La sostituzione dei combustibili tradizionali con combustibili alternativi è ampiamente utilizzata dalle cementerie di tutto mondo, con tassi di sostituzione che raggiungono anche valori superiori all’80% come in Olanda (fonte AITEC). Il tasso medio europeo di sostituzione dei combustibili in cementifici è pari al 19,4%, equivalente a 5.000.000 tonnellate di combustibili fossili risparmiati e altrettante tonnellate equivalenti di CO2 evitate. Il tasso di sostituzione italiano è molto più basso della media europea, circa 6,2%, a causa della complessa normativa nazionale sui rifiuti e della dilagante scarsa accettazione di qualsiasi forma di recupero energetico.

Ipotizzando un consumo nazionale di combustibili alternativi in linea con la media europea, sarebbe possibile valorizzare in Italia anche le 85.000 tonnellate/anno di combustibile che oggi vengono esportati a vantaggio di altre economie nazionali. Anche nel 2011 si conferma infatti l’importanza dell’export di PFU (interi o ciabattati), complice anche la crisi economica del 2008 che ha portato alla costante crescita di esportazioni di tale tipologia di rifiuto verso i cementifici stranieri. L’insufficienza dei mercati interni e il ruolo determinante dei molti trader di rifiuti hanno infatti aperto canali con i mercati stranieri, alimentando un flusso sempre più importante degli PFU e derivati.

La destinazione predominante dei granuli di PFU (circa 26.000 tonnellate) è nell’impiego come materiale elastico da intaso per superfici sportive in erba artificiale: seguendo un trend globale ormai consolidato, questo mercato continua ad assorbire quantità importanti di materiale che,  nonostante le molte polemiche sollevate negli ultimi cinque anni, garantisce ottime prestazioni, lunga durata del campo da gioco e la riduzione drastica dei costi di manutenzione rispetto alle superfici in erba naturale.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile