01/01/2013 - 01:00

Federalismo: sia anche energetico, ecco la proposta di Francesco Bruni

In questa lunga intervista, il Presidente della Commissione Ambiente della Provincia di Lecce, Francesco Bruni, traccia il percorso dell' Amministrazione Provinciale nel campo della sostenibilità ambientale ed energetica, fa il punto delle politiche regionali e lancia la proposta del federalismo energetico.
Consigliere, dopo due anni di presidenza della Commissione Ambiente della Provincia di Lecce, quali risultati ritiene che l'Ente abbia conseguito in questo settore?
Penso che l'azione della Provincia si sia caratterizzata, innanzitutto, per l'impegno dimostrato dal presidente Gabellone volto a dare ogni forma di sostegno ai Comuni ed agli ATO per i rifiuti, evitando di far ripetere situazioni come quelle verificatesi nel 2007-2008 a Otranto, Gallipoli....
In secondo luogo, si è cercato di ridare smalto al ruolo di coordinamento tra gli Enti, demandato alla provincia, adottando diverse iniziative in tal senso. La più significativa è quella che ha condotto i sei Parchi regionali a sottoscrivere una convenzione per la gestione associata di alcune azioni di marketing e fruizione aventi ad oggetto le nostre aree protette. Non meno importante è stato il protocollo siglato con la maggior parte dei comuni salentini (e le relative polizie municipali) per il contrasto al fenomeno dell'abbandono dei rifiuti.

Quali problematiche ritiene si debbano ancora affrontare e risolvere sul territorio provinciale?
I problemi sul tavolo sono diversi. Il prossimo significativo impegno sarà quello riguardante lo studio e il monitoraggio degli insediamenti industriali in relazione all'inquinamento atmosferico.

Quali proposte e/o pianificazioni ritiene strategiche, anche al fine di conferire al territorio provinciale leccese un appeal più green?
Bisogna continuare nell'azione della tutela delle aree paesaggistiche e naturali più rilevanti, al contempo facendo emergere la grande potenzialità del turismo ambientale, ancora oggi inespressa.

Otranto, la sua città, ha ormai notorietà nazionale ed internazionale. Con essa sono seguiti i grandi numeri del turismo, oltre che una pressione antropica importante, concentrata nei mesi estivi. Come coniugare offerta turistica e rispetto dell'ambiente?
E' proprio questo il terreno su cui si dovranno misurare i nostri enti locali nei prossimi anni, con la consapevolezza che un'ulteriore crescita delle strutture ricettive non determinerà automaticamente un aumento delle presenze (la percentuale di occupazione media delle nostre strutture è nettamente inferiore alla media nazionale!), ma potrebbe comportare trasformazioni urbanistiche e paesaggistiche irreversibili.

Secondo lei il settore turistico provinciale investe per rendere le proprie strutture più sostenibili (risparmio energetico, solare termico, fotovoltaico, raccolta differenziata e compostaggio)? Cosa intende fare la Provincia di Lecce per stimolare tali investimenti?
Penso che le strutture turistiche sostenibili nella nostra provincia siano davvero poche. Da questa domanda mi si offre lo spunto per prendere una mia personale iniziativa, coinvolgendo anche l'assessore provinciale al turismo.

Allargando l'orizzonte all'intera regione, la Puglia ha una posizione strategica nell'ambito del Mediterraneo. Quale posizione, secondo lei, dovrebbe assumere la Regione in merito alle fonti di approvvigionamento energetico in generale (gas, petrolio, etc.)?
La Regione, fino ad oggi, mi sembra abbia agito senza una "visione", seguendo gli istinti o le mode del momento, ma rinunciando alla propria competenza pianificatoria. Emblematica, in tal senso, la querelle su Cerano, rispetto alla quale si è promesso per due campagne elettorali ai pugliesi un ridimensionamento dell'emissioni nocive in atmosfera, senza alcun risultato obiettivo.

In Puglia si fa un gran parlare di energie rinnovabili, di speculazioni selvagge, di autorizzazioni facili. Quale è la sua posizione in merito? Secondo lei la regione è stata troppo permissiva?
Non darei un giudizio su una maggiore o minore "permissività", direi piuttosto che si sarebbero potuti escludere alcuni luoghi o alcune fattispecie urbanistiche evitando la facile conclusione "terreno agricolo = terreno destinato ad energie alternative".

Dei gruppi ambientalisti demonizzano l'eolico di grande taglia ed il fotovoltaico a terra: a loro parere non si dovrebbero assolutamente fare. Secondo lei?
Inizialmente pensavo che la maggior iattura fosse l'eolico di grande taglia: oggi ne rivaluto i pregi a fronte della maggiore invasività del fotovoltaico a terra, sulla cui collocazione occorrerebbe una maggiore attenzione di tutti gli enti locali.

Rinnovabili e lavoro: ritiene che il settore sia o possa essere volano di occupazione?
Sì, ne sono convinto. Registro, però, che dal punto di vista produttivo pochi siano stati i benefici goduti dal nostro sistema industriale.

Il risparmio energetico è un altro importante obiettivo della Comunità Europea. Cosa pensa che dovrebbero fare gli enti pubblici ed i privati?
Penso che non si possa cogliere quest'obiettivo, affidandone la realizzazione a interventi spontanei degli enti (pubblici o privati che siano); occorrerebbe, invece, che tale finalità sia perseguita con precisi obblighi fissati dalla legge statale e regionale.

Negli ultimi mesi il governo sta mettendo mano agli incentivi alle rinnovabili. Con il Decreto Romani, tutto il settore ha accusato un forte contraccolpo, tanto che molti investimenti sono fermi al palo a causa della indeterminatezza della posizione del Governo. Quale suggerimento si sente di dare al Governo in merito? L'Italia deve investire o meno sulle rinnovabili e sul risparmio energetico?
Deve continuare ad investire, ben sapendo, però, che il quantum totale degli incentivi non può crescere a dismisura.

Nucleare: che fare?
Oggi, 20 giugno a referendum svolto, posso solo dire che almeno la ricerca si sarebbe dovuta incentivare... ma ormai penso sia tardi. Purtroppo, come dice André Glucksmann, il "principio di precauzione diventa il nostro vangelo, ogni panico irrazionale attizza di riflesso la ricerca febbrile e disperata del rischio zero".

Federalismo fiscale e rinnovabili: quali possibili vantaggi per una regione come la Puglia, che vede uno sviluppo importante del settore industriale energetico? Da amministratore di una provincia del Sud, lanci una proposta concreta da portare alla conferenza Stato-Regioni, per la redazione dei futuri decreti attuativi della riforma federalista e fiscale!
Sarebbe interessante studiare una proposta di federalismo-energetico, alla stregua della quale ogni ente locale, ogni provincia, ogni regione debba garantire che sul proprio territorio si produca l'energia necessaria e sufficiente per i propri bisogni.

Infine, quale è l'impegno che vuole portare avanti con forza da qui alla fine del suo mandato, per cui vorrebbe essere ricordato in futuro?
La domanda è un po' troppo enfatica. Vorrei portare a compimento le azioni avviate ad inizio consiliatura, di cui abbiamo parlato prima, e nei prossimi mesi elaborare un piano strategico sulla tutela e la fruizione del nostro ambiente quale risorsa complementare con il turismo e l'agricoltura, che restano i comparti fondamentali del nostro sistema produttivo.
Riccardo Bandello
Editore