01/01/2013 - 01:00

Evacuata la Stazione spaziale per la pioggia dei rifiuti cosmici

L'equipaggio della Stazione spaziale internazionale - composto da sei astronauti- è stata costretta ad abbandonare le proprie postazioni e a riparare nella Soyuz per l'avvicinamento di immondizia spaziale. Si tratta di detriti creati dall'uomo e non più utili, come frammenti di satelliti o scaglie di polvere o vernici.
I rifiuti stanno creando problemi anche nelle infinite vastità dell'universo, tanto che l'eccessivo accumularsi di "immondizia spaziale" ha costretto alla fuga gli abitanti della stazione spaziale internazionale. Gli astronauti hanno dovuto trovare rifugio nel modulo abitativo della Soyuz, per evitare i detriti, creati dall'uomo e non più utili. Si tratta di frammenti di satelliti, scaglie di polvere o vernici, residui solidi derivanti da altre missioni umane che vagano nello spazio.
 
Alla fine nel 2009, secondo l'Esa (Ente spaziale europeo),orbitavano più di 19 mila detriti con uno spessore maggiore di dieci centimetri. La cifra include dai satelliti in servizio ai piccoli pezzi di spazzatura cosmica ed è riferita dal "Department of Defense's Space Surveillance Network" che controlla una serie di 25 stazioni di rilevamento attorno al globo. Ma se si guarda agli oggetti censiti con dimensioni inferiori, tra uno e 10 centimetri, allora il numero sale a 500 mila. E qui si ferma il limite possibile della ricognizione con mezzi ottici e radar. Tuttavia estrapolando da questi dati gli scienziati calcolano che al di sotto del centimetro gli oggetti siano miliardi. Il guaio è che tutti, per essere in orbita, hanno una velocità di 7-8 chilometri al secondo mentre gli impatti avvengono in media ad una velocità intorno ai 10 chilometri al secondo. In gioco c'è quindi un'energia straordinaria in grado di causare danni molto seri fino alla distruzione del bersaglio.
 
La Nasa è al lavoro per risolvere il problema, noto anche come la Sindrome di Kessler. Quest'ultima è uno scenario spazio-apocalittico, teorizzato nel 1978 dal consulente della Nasa Donald J. Kessler, secondo il quale il volume i detriti che orbitano a bassa quota intorno alla Terra diventerà così elevato nel prossimo futuro scatenando una reazione a catena che renderebbe impossibile per generazioni l'esplorazione spaziale e l'uso dei satelliti artificiali.
 
La collisione del 2009 tra i satelliti Iridium 33 e Cosmos 2251, secondo gli esperti, potrebbe aver innescato questa reazione a catena. L'imperativo è rimuovere questi detriti prima che lo spazio diventi "off limits". Le idee per fare un po' di pulizia nello spazio celeste negli ultimi anni non sono mancate ma il costo si è sempre dimostrato proibitivo. L'ultimo stratagemma escogitato da James Mason dell'Ames Research Center della Nasa di stanza a Palo Alto prevede l'uso di un laser per "spostare" la spazzatura spaziale su orbite meno pericolose in attesa di trovare il modo per eliminarla. La tecnologia è già disponibile e il costo del progetto si aggirerebbe intorno al milione di dollari.
Fonte: ultima-ora.com
Vesna Tomasevic
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