13/07/2015 - 16:00

EcoTyre: grazie a PFU Zero raccolti oltre 1 mln di pneumatici abbandonati

Fondali marini, rive dei fiumi, campi agricoli e capannoni industriali sono solo alcuni dei luoghi in cui il Consorzio EcoTyre è intervenuto con il progetto PFU Zero per raccogliere gli Pneumatici Fuori Uso (PFU) abbandonati e avviarli al corretto recupero. In circa di due anni quasi 60 interventi hanno permesso di raccogliere un milione di pneumatici e di trasformare 8.000 tonnellate di rifiuti in risorse.
Il progetto ha carattere nazionale e le regioni più coinvolte sono state il Piemonte, dove EcoTyre ha sede, con circa 30 interventi, la Sicilia con 7 interventi e la Campania con 4 interventi. 18 iniziative sono state organizzate in altre 8 regioni. "Dal 2011 - spiega Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyre - il nostro Consorzio ritira gratuitamente gli PFU, per conto dei Soci, presso oltre 8.000 gommisti e officine meccaniche garantendo che per ogni pneumatico nuovo immesso sul mercato ne sia avviato uno a recupero. Sappiamo, però, che in precedenza molti PFU sono stati abbandonati e quindi abbiamo deciso di muoverci su due fronti: da un lato intervenendo direttamente su alcuni di questi depositi per consentire il riciclo di PFU, dall'altro affiancando, alle attività di raccolta, iniziative di sensibilizzazione e informazione sulla corretta filiera di questi prodotti che possono essere una risorsa".

Per questo due anni fa è nato il progetto PFU Zero che, in collaborazione con le amministrazioni locali e con il mondo dell'associazionismo, ha lo scopo di raccogliere gli PFU abbandonati e spiegare che il modo corretto di smaltirli è lasciarli agli specialisti che effettuano il cambio gomme perché solo così si ha la certezza del loro recupero. Inoltre grazie al sito www.pfuzero.ecotyre.it i cittadini possono segnalare depositi abbandonati e contribuire a una mappatura nazionale di situazioni di questo genere. PFU Zero ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e sono iniziate le collaborazioni con le associazioni ambientaliste. La prima è stata quella con Puliamo il Mondo di Legambiente, che coinvolge ogni anno i volontari in decine di raccolte straordinarie di PFU in tutto il territorio nazionale.

Poi è stata avviata la collaborazione con l'associazione Marevivo da cui è nato il progetto PFU Zero nelle Isole Minori, grazie al quale i sub sono intervenuti in 15 isole minori e in due anni sono stati così ripuliti dagli PFU i fondali di quasi tutti i piccoli porti isolani presenti in Italia. Molto importanti anche gli interventi su capannoni industriali abbandonati pieni di PFU; basti pensare che nel sito di Settimo Torinese sono stati portati via 500.000 PFU e a Fiorenzuola d'Arda ben 300.000, da quelli piccoli per gli scooter a quelli enormi per ruspe e trattori.
Tommaso Tautonico
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