22/11/2012 - 19:35

"E se domani" la trasmissione di Rai3 al Parco della Majella

I territori del Parco Nazionale della Majella, sono stati oggetto di riprese da parte della troupe di "E se domani", la nota trasmissione televisiva di divulgazione scientifica di Rai 3, che prenderà il via, nella sua terza edizione, a gennaio 2013, con la conduzione di Massimiliano Ossini.
L'attenzione degli autori e degli operatori è stata rivolta prevalentemente al lavoro qualificato ed innovativo che i tecnici del Parco stanno sviluppando per la conservazione del lupo e per favorire la coesistenza tra questa specie, simbolo del Parco, e le attività antropiche presenti sul territorio. "Il Parco Nazionale della Majella" - ha dichiarato il presidente Franco Iezzi - "e' infatti simbolo di questa sfida avvincente di conservazione, poiché riserva occasioni di osservazione e di studio degli animali selvatici del tutto simili a quelle dei grandi parchi americani, pur essendo caratterizzato da un'importante presenza di insediamenti e strutture antropiche, connotato da grandi tradizioni di vita rurale e montana, arricchito da inestimabili patrimoni culturali, segno della presenza secolare dell'uomo sulla Montagna Madre"

Tutto questo ha colpito la curiosità scientifica degli autori dell'importante trasmissione televisiva, insieme alla preparazione ed alle attività specialistiche svolte dallo staff del Parco nell'ambito del Progetto Life Wolfnet, di cui il Parco della Majella è, per l'appunto, capofila. La troupe di "E se domani" ha affiancato, per alcuni giorni, il veterinario Simone Angelucci e gli zoologi del Parco Antonio Antonucci, Marco Carafa, e il biologo collaboratore Lorenzo Petrizzelli nello svolgimento di importanti attività di progetto, volte alla conservazione della specie, mediante il contrasto di alcune criticità che insistono sul nostro territorio, come su gran parte del territorio appenninico.

Sono state documentate le attività di monitoraggio del lupo anche attraverso moderne tecniche di radiotelemetria satellitare, che prevedono la cattura di alcuni individui e l'applicazione di radiocollari, in grado di fornire tempestivamente ai tecnici informazioni inerenti le attività svolte dai lupi, soprattutto nelle aree più critiche; sono state seguite alcune sessioni di cattura di cani vaganti, svolte in collaborazione con la ASL di Sulmona, volte a ridurre le interazioni critiche con i lupi, sia di carattere sanitario che relative "all'inquinamento" del patrimonio genetico del lupo; è stato, infine, presentato il Gruppi Operativo Specialistico del Progetto Life Wolfnet, realizzato in sinergia con il Corpo Forestale dello Stato, un nucleo speciale per la repressione dei crimini contro il lupo, una sorta di "CSI" (Crime Scene Investigation) della fauna selvatica, la cui organizzazione sta producendo risultati gestionali notevoli e sta destando l'interesse della pubblica opinione e di molti addetti ai lavori. Iezzi ha aggiunto : "Sono queste le buone pratiche per la tutela del lupo e per la definizione di modelli gestionali che vedono nel Parco Nazionale della Majella una sede ideale di sperimentazione, da cui esportare le migliori esperienze di coesistenza tra fauna selvatica e uomo, ad altri contesti nazionali ed internazionali"
Marilisa Romagno
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