21/04/2015 - 08:20

Digitale e ambiente, un legame strettissimo. Il ministro Galletti spiega perchè

E' strettissimo il legame tra l'uso di strumenti digitali e la trasparenza nel settore ambientale.
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenendo alla 35° conferenza annuale dell'Associazione internazionale per la valutazione dell'impatto, "Impact assessment in the digital area" che si è tenuta alla Fiera di Firenze. 
 
Questo legame assume infatti una rilevanza particolare quando si parla dei nodi legati alle valutazioni ambientali. Ed è proprio in questo ambito che il ministero dell'Ambiente si sta attrezzando per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla tecnologia digitale.
 
"Dalla fine di febbraio 2014 sono stati monitorati e resi pubblici, in tempo reale, sul portale delle valutazioni ambientali informazioni sullo stato di 223 procedimenti, sono stati inoltre pubblicati circa 24.000 documenti" ha ricordato Galletti. Si tratta di "una produzione di informazioni massiccia che non è fine a se stessa, non serve a solo a dire "siamo trasparenti" e ma punta a stimolare e indurre la partecipazione pubblica ai processi decisionali. Un lavoro che sta dando risultati sorprendenti. Infatti nello stesso periodo di poco più di un anno sono pervenute e sono state pubblicate circa 5.000 osservazioni di cittadini, associazioni e pubbliche amministrazioni, qualcosa come 15 interventi al giorno. Questo è per me utilizzare fino in fondo le risorse dell'era digitale e metterle al servizio della trasparenza ma anche della partecipazione pubblica alle scelte di governo" ha detto Galletti. 
 
Ma non è tutto. Il ministero dell'Ambiente ha realizzato anche un "Geoportale nazionale, ovvero uno strumento a disposizione di tutti che consente non solo di avere dati e cartografie ma che rappresenta un ausilio importante per verificare le modificazioni che avvengono sul territorio nazionale basti pensare al fenomeno dell'erosione delle coste, o agli incendi o anche agli interventi illeciti come il deposito abusivo di rifiuti pericolosi" ha ricordato il ministro.
 
Il ministro ha poi sottolineato come oggi si parli tanto di "assessment" (valutazione) a livello internazionale in previsione della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici. E' un tema fra i più controversi nella complessa trattativa che Galletti spera di poter "portare in dicembre alla firma dello storico accordo per fronteggiare il "global warming", il riscaldamento globale"
 
"Perché l'accordo per il quale siamo tutti impegnati, sarà possibile solo se riusciremo ad adottare meccanismi di valutazione coerenti e condivisi degli impegni nazionali sulla riduzione di emissioni e se tali meccanismi saranno verificabili. Si tratta infatti di trovare un equilibrio e un metro di comparabilità fra gli impegni di economie avanzate come quelle occidentali, di economie in via di sviluppo, come quelle della Cina o dell'India, che hanno un peso crescente e determinante sulle emissioni di CO2, ma anche centinaia di milioni di persone che chiedono qualità di vita e di consumi energetici assimilabili ai nostri. E ci sono le economie di paesi poveri che hanno bisogno di tecnologie pulite per dare ai propri abitanti i requisiti minimi per uscire da un endemico stato di povertà" ha continuato il ministro. 
 
"Su questo fronte le nuove tecnologie possono fare moltissimo, a cominciare dalle evoluzioni scientifiche nel campo delle energie rinnovabili che devono rappresentare lo strumento per lo sviluppo sostenibile di quella parte del pianeta che oggi chiede di uscire dal sottosviluppo sociale ed economico" ha aggunto Galletti. 
 
"L'era digitale ha gettato i presupposti per una nuova rivoluzione industriale e sociale, fatta di sostenibilità ambientale, di partecipazione diffusa, di un'economia nuova, capace, con l'apporto della tecnologia, di preservare le risorse naturali e dare benessere ad un mondo sempre più affollato e che chiede sempre maggiore equità sociale" ha concluso il ministro. 
Rosamaria Freda
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