08/09/2020 - 18:50

Cronache marine: il primo docufilm girato nel 2050

Ecologia.

La plastica è una presenza costante nelle nostre vite e nelle nostre case; è economica, versatile, facile da usare. Ma questa comodità ha un prezzo. Ogni anno circa 11 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari di tutto il mondo, provocando danni inestimabili agli animali e agli ecosistemi.

inquinamento plastica

Come siamo arrivati fin qui? Produciamo enormi quantità di prodotti in plastica e abbiamo adottato poche misure per regolarne l'uso o gestirne adeguatamente lo smaltimento. Una vera emergenza globale.
Per questo Istituto Oikos lancia "2050: Cronache Marine", una campagna di sensibilizzazione per proteggere il mare e incoraggiare i cittadini–soprattutto i giovani – a ridurre il consumo di prodotti di plastica monouso.

"2050: Cronache Marine" è anche il titolo del mockumentary della campagna, ambientato in un futuro distopico in cui la plastica ha completamente cambiato il mare e le nostre vite. Ci troviamo nel 2050, in una Puglia che ha visto il suo mare cambiare e con esso le vite a contatto con lui. Un taglio di regia documentaristico, ci trasporta in un mondo dal gusto surreale che conserva forti elementi di contatto con la realtà in cui attualmente viviamo: un presente in cui è ancora possibile fare la differenza e proteggere l’ecosistema marino fermando il sovraconsumo della plastica monouso.

Un progetto in cui si intreccia il valore educativo e la visione artistica: le informazioni scientifiche sono infatti disseminate lungo il racconto fortemente poetico di quattro storie: “La cacciatrice di sacchetti”, “Lo chef di microplastiche”, “La collezionista di packaging” e “Il pescatore di bottiglie”, quattro personaggi di età anagrafica e dal vissuto differente che si muovono in uno scenario in cui l’apocalisse non è una proiezione di un futuro prossimo ma un presente da scongiurare attraverso un’azione collettiva che parta dalla responsabilità personale.

Perché il 2050?
L’idea alla base di questo progetto nasce da un dato, un alert scientifico: se non rinunciamo oggi alla plastica monouso, nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci. Purtroppo un dato o banalmente una proiezione non ci porta ad agire nell’immediato, siamo abituati a guardare le conseguenze nel futuro come qualcosa a cui dobbiamo far fronte nel futuro stesso. Niente di più sbagliato. Da qui l’idea creativa sviluppata da Viceversa Studio per Istituto Oikos, che ha voluto prendere questo dato trasformandolo in un viaggio nel tempo dove uomini, mare e plastica convivono in una surreale e rassegnata realtà, provando a costruire un piano di racconto delicato e suggestivo, in cui lo spettatore possa in un primo tempo immergersi completamente e sentire però subito dopo il cortocircuito di questa immersione, lo spaesamento che è preludio e invito alla riflessione, alla consapevolezza, all’azione.

L’obiettivo della campagna dell'Istituto Oikos è quello di rendere più consapevole il pubblico incoraggiandolo ad adottare stili di vita più sostenibili. Attraverso il sito istituto-oikos.org/2050-cronachemarine e i canali social (Facebook, Instagram, YouTube) gli utenti potranno non solo guardare il docufilm in anteprima ma anche impegnarsi e condividere piccole azioni quotidiane per ridurre il consumo di plastica monouso.

Alcuni dati importanti
Più della metà della plastica diventa rifiuto in meno di un anno dalla produzione e la maggior parte non viene riciclata o riutilizzata. Nel 2018 in Europa sono finiti in discarica oltre 7,2 milioni di tonnellate di plastica. Di questi, quasi la metà era costituita da imballaggi: 3,3 milioni di tonnellate (PlasticsEurope, 2019).

In Italia l’uso della plastica è da record: basti pensare che siamo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia d’Europa e tra i primi al mondo (DalbergAdvisors, WWF Mediterranean Marine Initiative, 2019).

A livello globale circa il 37% dei rifiuti di plastica non è gestito o è gestito male, ossia non è raccolto, è disperso in natura oppure è abbandonato in discariche abusive, inquinando il suolo, l’acqua dolce e gli oceani con macro, micro e nanoplastiche. Ogni anno tra le 70 e le 130 milatonnellate di microplastiche finiscono nel Mar Mediterraneo e nei mari d’Europa. 134 specie sono vittime di ingestione di plastica che entra così nella catena alimentare, fino ad arrivare noi (Alessi E., et al., 2018).

Tommaso Tautonico
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