01/01/2013 - 01:00

COP16: allarme clima per la barriera corallina

A Cancun il WWF ha lanciato l'allarme clima per la Barriera Corallina Mesoamericana. Sbiancamento del corallo, uragani sempre più violenti, erosione della costa stanno mettendo a rischio questo paradiso di biodiversità da 5 miliardi di dollari in attività economiche l'anno.
 
Il livello del mare in aumento e le crescenti temperature della superficie delle acque stanno innescando cambiamenti significativi che provocano un impatto negativo sui vari habitat costieri che compongono la Barriera Corallina Mesoamericana.
I cambiamenti climatici si stanno manifestando soprattutto sotto forma di sbiancamento del corallo e uragani più forti della norma.
Lo sbiancamento del corallo comporta la perdita delle alghe simbiotiche che convivono con questa specie garantendogli gran parte del nutrimento: è sufficiente che le temperature delle acque marine si innalzino di appena 2 o 3 gradi Fahrenheit e che restino a tale livello per un periodo di tempo relativamente breve perché si inneschi lo sbiancamento. 
 
Dato che i coralli della zona della Barriera Corallina Mesoamericana sono già vicini al loro limite massimo (circa 30 gradi C), lo sbiancamento del corallo sta già iniziando a verificarsi in modo massiccio e questo si sta traducendo in una maggiore incidenza delle patologie, nella mancata riproduzione e nella mortalità parziale o completa delle colonie di coralli interessate.
La Tufts University ha calcolato il costo annuale dell'inazione nel contrastare gli impatti climatici nei Carabi: circa 10,7 miliardi di dollari da qui al 2025, e 21,9 miliardi di dollari entro il 2050, ovvero rispettivamente il 5 e il 10,3% del PIL della regione. 
Per contrastare queste crescenti minacce derivanti dallo sviluppo costiero non sostenibile e dall'eccessivo sfruttamento delle risorse, il WWF sta sviluppando iniziative di conservazione finalizzate a migliorare lo stato di salute del sistema delle barriere coralline, riducendo le minacce che le attività antropiche pongono per i vitali ecosistemi costieri e marini.
 
Inoltre si stanno studiando strategie in grado di garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse alle popolazioni locali: le "ridge to reef" del WWF sono finalizzate a ridurre l'inquinamento delle acque costiere associato agli effluenti provenienti dall'agricoltura, dall'acquacoltura e da altri settori produttivi che utilizzano acqua; promuovere l'adozione di pratiche di pesca migliori, degli incentivi di mercato previsti dalle politiche e di un maggiore coinvolgimento dei pescatori nella protezione degli habitat più importanti per le risorse ittiche; consolidare il quadro di riferimento della rete di aree costiere e marine protette e collaborare con l'industria del turismo per l'adozione e l'attuazione di pratiche ambientali responsabili e approfondire la conoscenza degli impatti dei cambiamenti climatici nella regione e collaborare con  gli attori interessati a livello locale in relazione alle misure di adattamento.
"Ci aspettiamo che i ministri, appena giunti al Summit di Cancun, siano arrivati con una buona dose di volontà perché gli effetti dei cambiamenti climatici in corso sono enormi e colpiscono i Paesi più vulnerabili, come quelli delle coste caraibiche - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile energia e clima del WWF Italia presente al vertice.
Lisa Zillio
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