25/01/2022 - 12:51

Clima: McKinsey, da transizione green possibili 15 mln nuovi posti lavoro

Benefici sociali ed economici nei 69 Paesi considerati, a patto che il processo sia coordinato. La transizione verso un futuro a emissioni zero, se ben gestita, potrebbe portare a un saldo positivo di 15 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050.

green job

È una delle evidenze emerse dal nuovo report di McKinsey & Company dal titolo “The net-zero transition: What it would cost, what it could bring”. Lo studio analizza la portata dei cambiamenti economici necessari a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette, prendendo in considerazione 69 Paesi e i settori che producono l’85% delle emissioni totali. Il report utilizza l’ipotetico scenario Net Zero 2050 del Network for Greening the Financial System (NGFS) come punto di partenza.

Dallo studio emerge che nei 69 Paesi considerati:
• La transizione avrà una natura universale. Tutti i settori economici e tutti i Paesi saranno interessati dai cambiamenti dei sistemi energetici e di utilizzo del suolo che caratterizzano le economie mondiali e generano emissioni. 
• La portata della trasformazione economica sarà significativa. Il capitale investito in asset fisici dovrebbe ammontare a circa 275 trilioni di dollari, pari al 7,5% del PIL globale, entro il 2050 – circa 9,2 trilioni di dollari l’anno – che corrisponde a un aumento di 3,5 trilioni di dollari rispetto all’attuale livello di spesa annuale, come conseguenza del passaggio dalle attività ad alte emissioni a quelle a emissioni ridotte. Per esempio, oggi il 65% della spesa per l’energia e l’utilizzo del suolo è destinata a prodotti ad alte emissioni; in futuro, il 70% sarà orientato verso prodotti a basse emissioni e le relative infrastrutture, invertendo così la tendenza attuale. 
• Una riallocazione della forza lavoro potrebbe essere necessaria, considerando che la transizione potrebbe portare alla creazione di circa 200 milioni di nuovi posti di lavoro diretti e indiretti, ma al tempo stesso alla perdita e alla riqualificazione di 185 milioni di posizioni entro il 2050, per un saldo netto positivo di 15 milioni di nuovi posti di lavoro. 
• I cambiamenti saranno concentrati nella prima fase della transizione. Il prossimo decennio sarà determinante. La spesa potrebbe salire all’8,8% del PIL tra il 2026 e il 2030, rispetto al 6,8% attuale, prima di scendere nuovamente. 
• L’impatto potrebbe essere differente a seconda dei settori e dei Paesi. I più esposti saranno i settori con prodotti o attività ad alte emissioni, i Paesi a basso reddito e quelli con ingenti riserve di combustibili fossili. Al momento, i settori più esposti rappresentano circa il 20% del PIL mondiale. Un altro 10% del PIL proviene da settori le cui catene di approvvigionamento producono grandi quantità di emissioni, come per esempio l’edilizia. 
• I cambiamenti economici sarebbero molto più significativi nel caso di una transizione non ordinata. Se non gestita adeguatamente, la transizione comporterebbe diversi rischi, tra cui carenze dell’offerta di energia e aumenti dei prezzi. 
• Gli aggiustamenti economici necessari al raggiungimento del net zero offrirebbero opportunità di crescita ed eviterebbero un ulteriore aumento dei rischi fisici. Anche se l’impatto non sarà omogeneo, una transizione ben coordinata offrirebbe una serie di benefici. Potrebbero generarsi inoltre aree di crescita da una maggiore efficienza delle operations derivante dalla decarbonizzazione e dalla creazione di nuovi mercati per i prodotti a basse emissioni.

“Una transizione ordinata non solo scongiurerebbe gli effetti più gravi del cambiamento climatico, ma porterebbe con sé considerevoli benefici. Per esempio, risulterebbe non solo in minori costi dell’energia, ma anche in una più attenta conservazione del capitale naturale e in migliori condizioni di salute per la popolazione mondiale. E l’unità d’intenti e d’azione necessaria per questa transizione è di buon auspicio anche per risolvere altre problematiche di natura globale. Allo stesso tempo, i rischi a breve termine di una transizione mal gestita o, peggio, non gestita, non possono essere ignorati”, spiega Marco Piccitto, senior partner McKinsey e Director del McKinsey Global Institute.

Raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette dipenderà dall’impegno di imprese, governi, istituzioni e singoli individui in tutto il mondo, e richiederà un cambio di mentalità a 360°, che comprenda anche il modo in cui ci si prepara ad affrontare le incertezze e i rischi a breve termine, ad agire in maniera più decisa, facendo fronte comune e utilizzando l’ingegno, oltre ad ampliare gli orizzonti di pianificazione e di investimento.

Tommaso Tautonico
autore
Articoli correlati
  • decarbonizzazione
    Leggi
    08/07/2021 - 20:36
    Rinnovabili
    Decarbonizzazione dei settori energivori: impatto positivo sul PIL italiano

    Nel futuro dei settori “hard to abate” un percorso di decarbonizzazione ambizioso ma possibile. Presentato oggi in Confindustria a Roma lo studio “Strategia per la Decarbonizzazione dei settori cosiddetti Hard to Abate” redatto da Interconnector Energy Italia e dalle Associazioni confindustriali...

  • Leggi
    01/01/2013 - 01:00
    Ambiente
    Clima: triplicare gli sforzi per la decarbonizzazione

    Il Climate Policy Tracker, un nuovo strumento di monitoraggio lanciato oggi dal WWF e da Ecofys a pochi giorni dal Summit sul clima, Cop16, che si terrà dal 29 novembre al 10 dicembre a Cancun, in Messico, rivela che siamo lontani dagli obiettivi proposti.

  •  tecnologia a idrogeno di 2G
    Leggi
    16/06/2021 - 19:07
    Rinnovabili
    Raggiungere la transizione energetica grazie all'idrogeno

    Le aziende sono alla ricerca di una soluzione globale dove i settori dell’elettricità, del riscaldamento e della mobilità devono sempre essere considerati nel loro insieme. L’impiego di una tecnologia intelligente che includa l’infrastruttura di un gas come l’idrogeno come soluzione per lo...

  • Leggi
    14/04/2014 - 21:00
    Ambiente
    WWF: "Il futuro 'obbligato' è trasformare i sistemi energetici mondiali"

    Almeno triplicare gli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili, più sostenibili e a bassa emissione di carbonio: il WWF richiama con forza come urgente e necessaria la principale azione di mitigazione per ridurre gli impatti del cambiamento climatico proposta dal Terzo Volume del V Rapporto...