01/01/2013 - 01:00

Caldo: la siccità piega le campagne, raccolti quasi dimezzati

Secondo la Cia, sui campi italiani danni per oltre mezzo miliardo di euro ma il conto è destinato a salire. Chiesto lo stato di calamità per le zone più colpite, però servono politiche strutturali sul lungo periodo. C'è timore per gli effetti della devastante siccità negli Usa, dove il costo dei cereali è praticamente raddoppiato in un mese. Una nuova fiammata speculativa sulle quotazioni delle commodity avrebbe conseguenze disastrose per la sicurezza alimentare globale.
Ancora due giorni di afa con "Nerone" e poi si tornerà a respirare con l'arrivo della pressione bretone che allevierà le temperature incandescenti. Ma intanto il bilancio dei danni in agricoltura diventa ogni giorno più negativo. Perché la siccità prolungata ha già bruciato oltre mezzo miliardo di produzione agricola con la perdita del 45 per cento dei raccolti di soia e del 30 per cento di quelli di mais, senza contare la situazione critica per il pomodoro in Capitanata e per la barbabietola da zucchero in Veneto ed Emilia (entrambi -50 per cento) e la vendemmia 2012 a rischio con cali stimati fino al 15 per cento in Puglia, Toscana e Veneto. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Ci sono tutte le condizioni per avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale nei territori più colpiti dalla siccità, dove ormai si fa fatica anche con le irrigazioni di soccorso, ma è sempre più evidente la necessità di affrontare la questione con politiche strutturali -continua la Cia- prima di tutto per risolvere il problema del fabbisogno idrico. E' tempo di rilanciare per esempio il Piano irriguo nazionale, che oggi è dimezzato e senza prospettive di ulteriori fondi. C'è bisogno di misure concrete, di interventi seri di manutenzione della rete idrica per un miglior utilizzo delle acque, ma anche di nuove opere di irrigazione e di nuovi strumenti di assicurazione, tanto più che quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando la norma, la cronaca di tutti i giorni. Le ondate di caldo africano sono in aumento in tutto il pianeta, causate dal riscaldamento globale come ha svelato una ricerca della Nasa.

Proprio la siccità mondiale è fonte di altri problemi. Il "bollettino di guerra" attuale rischia di complicarsi ancora di più nei prossimi mesi con le quotazioni delle materie prime agricole già in rialzo sui mercati internazionali -osserva la Cia- che rischiano di infiammarsi sui livelli record del 2008 con conseguenze devastanti sulla sicurezza alimentare globale. Finora la siccità ha già danneggiato irrimediabilmente 23 milioni di tonnellate di cereali nel mondo. E negli Stati Uniti, dove lo stato di calamità è stato dichiarato in altre 218 contee, solo tra giugno e luglio il prezzo del mais e del grano è aumentato del 50 per cento e quello della soia del 30 per cento. Rialzi che creano un allarme generalizzato perché la volatilità dei prezzi delle commodity agricole può portare a una ripresa dell'inflazione, con effetti in autunno sugli scaffali dei supermercati in Europa e in Italia che sono importatori netti -conclude la Cia- ma soprattutto i rincari e le speculazioni internazionali mettono in pericolo la disponibilità di cibo nei Paesi più poveri, che rischiano di essere affamati dalla tensione sui prezzi dei cereali.
Marilisa Romagno
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