02/04/2013 - 21:23

Bonus riqualificazione energetica, per Legambiente serve revisione

Secondo Legambiente serve un nuovo sistema per l'assegnazione del bonus per la riqualificazione energetica, che incentivi i lavori sugli interi condomìni
Per quanto concerne la riduzione dei costi dell'energia, i condomìni italiani sono grandi centri di consumo, ma anche di sprechi. Non tutti, infatti, adottano la buona abitudine di mettere le tariffe di energia più convenienti a confronto per garantirsi un contratto vantaggioso, ma soprattutto non è detto che tutti gli inquilini rispettino le norme base utili a prevenire dispendi di energia o evitare consumi eccessivi. Una nuova legislazione in materia di riqualificazione energetica dovrebbe ridistribuire i bonus fiscali in modo da incentivare l'apertura di cantieri che riguardino gli interi stabili e ne migliorino l'efficienza energetica complessiva.
 
Questo è l'appello lanciato da Legambiente, che nel suo ultimo Rapporto ha fatto il punto della situazione sulle agevolazioni riservate in Italia a chi sceglie di ristrutturare la sua casa seguendo i principi del risparmio di luce e gas. Dal 2007 a oggi, ovvero da quando sono entrate in vigore le detrazioni 55%, ne hanno beneficiato 1,6 milioni di famiglie, che salgono a 5,5 se si considerano i primi incentivi erogati dal 1998.
 
Gli italiani si dimostrano sensibili a tagliare i costi dell'energia di casa in modo strutturale, attraverso l'installazione di pannelli solari o fotovoltaici, caldaie e infissi nuovi e pompe di calore. Il problema, secondo Legambiente, è che tutti questi interventi hanno carattere individuale: la ristrutturazione ha interessato magari uno o più appartamenti nello stesso condominio, ma nel complesso lo stabile continua a sprecare energia.
 
Il modello da adottare, secondo l'associazione, è il Green Deal inglese, basato sulla concessione di certificati energetici per gli edifici e non per le singole abitazioni. Meno consuma l'intero stabile, più si guadagna con gl incentivi. I nuovi cantieri consentirebbero di creare 120 mila posti di lavoro e un giro d'affari di 3 miliardi di euro dal 2014 al 2020 se – come stimato da Legambiente – si procedesse nella ristrutturazione di 200 mila alloggi ogni anno.
 
Si tratta sicuramente di una prospettiva più ampia ed efficace per il risparmio energetico nelle case italiane che riguarda non solo le singole famiglie, ma l'intero condominio. Gli incentivi distribuiti su questa logica potrebbero essere veramente più importanti per la realizzazione di impianti a impatto zero.
 
Per liberare le città dall'inquinamento, è ormai chiaro a tutti, servono interventi radicali e ad ampio raggio. Le emissioni di CO2 non sono effetto solo del traffico automobilistico, ma anche e soprattutto dei sistemi di riscaldamento domestici e gli impianti italiani sono fra i più vecchi d'Europa.
 
Insomma, non basta più risparmiare sui consumi, ma bisogna cambiare stile di consumo e ristrutturare gli strumenti di produzione di energia. Per far ciò occorre sicuramente insistere con la politica degli incentivi, ma serve razionalizzarla sul sistema abitativo presente nelle città.
 
In questo modo si getteranno sicuramente le basi per un futuro dall'aria più pulita e respirabile, in attesa che si diffondano in maniera capillare le fonti di energia rinnovabili. Innovazioni, in questo settore, sono ricorrenti, servono però investimenti mirati e una politica nazionale ad hoc.
SuperMoney
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