14/11/2014 - 16:39

Blue economy, un settore in crescita che investe nella sostenibilità

Sono 180 mila le imprese dell'economia del mare censite alla fine del 2013, pari al 3% del totale imprenditoriale del Paese.
E' quanto emerge dal "Rapporto sull'economia del Mare" presentato oggi a Livorno nell'ambito del convegno intitolato "Il mare: la sostenibilità come motore di sviluppo. Marine Strategy e Blue Growth".
 
Ma vediamo nel dettaglio gli altri dati contenuti nel documento
 
Settori. Il turismo marino è l'ambito dove si concentra la maggior parte delle aziende della Blue economy, seguito dal comparto della filiera ittica (pesca, lavorazione e commercio del pesce) con 34mila imprese (il 18,9%), della cantieristica navale con 28mila (il 15,7%) e delle attività sportive e ricreative con il 28mila attività (il15,7%). Un ruolo importante lo assume la movimentazione marittima di merci e persone che conta 11mila imprese, pari al 6,1% del totale imprenditoriale della Blue economy. Quasi 6mila imprese (il 3,3%) invece, operano nel settore della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.
 
Aziende. Molte aziende - 17mila circa - sono guidate da giovani (soprattutto nel settore sportivo e ricreativo) con una buona percentuale di donne (42mila) e una piccola porzione di imprenditori stranieri (9.500).
 
Occupazione. Nel 2013 l'economia del mare ha prodotto un valore aggiunto di oltre 41 miliardi di euro, pari al 3% dell'economia. Si tratta di una forza produttiva che conta 800mila occupati, il 3,3% dell'occupazione complessiva del Paese. Quasi un terzo del reddito prodotto dalla Blue economy (il 31,2%) Ä— ascrivibile al settore dei servizi di alloggio e ristorazione con un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro e 300.000 occupati. 
 
Green economy. Più di un quinto della imprese dell'economia del mare (il 21,4%) ha investito nel triennio 2010-2012 e ha programmato di investire nel 2013 in prodotti e tecnologie verdi a maggior risparmio energetico e minor impatto ambientale con una maggiore incidenza nella filiera ittica (33,8 delle aziende), nella cantieristica (28,4%) e nell'industria delle estrazioni marine. Per quanto riguarda la destinazione degli investimenti in prodotti e tecnologie green nel periodo 2010-2012, l'esame dei dati indica una decisa propensione alla riduzione dei consumi (79,9% delle imprese), seguita da interventi sul processo produttivo (14,6%) e sul prodotto/servizio (5,5%).
 
Trend. Nel complesso si tratta dunque di un settore in crescita. In termini di nuove imprese, rispetto al 2011 si registra un aumento del 2%, con la nascita di 3.500 nuove attività. Un dato in controtendenza rispetto al -0.9% registrato dal resto delle altre imprese in Italia. Tra i settori in crescita spicca quello del turismo del mare, con il settore dei servizi di alloggio e ristorazione che ha segnato una delle crescite più elevate del numero delle imprese con un aumento di 3.000 unità (pari 
 
Domanda professionale e formazione. Nel 2013, la percentuale di imprese che hanno previsto di assumere è del 19%, a fronte di un valore per il totale Italia del 13%. Il flusso di assunzioni programmate si attesta quindi sulle 82.400 unità circa, che corrispondono al 14,6% del totale Italia.
 
Ma non è tutto. Dal rapporto emerge come l'economia del mare non si limiti soltanto alle attività economiche direttamente collegate, ma tenga conto anche delle tante attività innescate indirettamente. Esiste una sorta di moltiplicatore per cui ogni euro prodotto da un'attività della Blue economy se ne attivano altri sul resto dell'economia, generati da tutte quelle attività che contribuiscono alla sua realizzazione, secondo una logica di filiera, spiega il rapporto. 
 
Nel 2013 i 41,5 miliardi di euro di valore aggiunto prodotti dalle attività dell'economia del mare hanno attivato quasi 80 miliardi di euro di valore aggiunto sul resto dell'economia, per un ammontare produttivo complessivo di circa 119 miliardi di euro, pari all'8,5% del totale prodotto dall'intera economia nazionale. In altre parole, per ogni euro prodotto dalla blue economy se ne attivano sul resto dell'economia altri 1,9.
 
Blue Growth. I dati percentuali sull'occupazione, analizzati nell'ambito del perimetro definito per la Blue Growth (selezione di attività economiche identificate in ambito europeo) in Italia (dati 2012), mostrano un ruolo decisivo del turismo costiero (66,9%), seguito dal settore pesca e lavorazione del pesce (8,3%) e dal trasporto marittimo a lungo (7,4%) e a corto raggio (5,5%). 
Rosamaria Freda
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