27/08/2014 - 17:00

Approvato il Piano di settore per le bioenergie

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) ha comunicato lo scorso 12 agosto che nella Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, è stato approvato il Piano di Settore per le Bioenergie.
Il Piano di Settore per le Bioenergie, spiega il MiPAAF "ampiamente condiviso con le istituzioni locali, è di notevole importanza, considerata l'urgenza da parte delle Regioni stesse di inserire le azioni e gli obiettivi previsti nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020". Il Piano in questione ha lo scopo di sintetizzare i punti di forza e debolezza delle filiere bioenergetiche, le strategie, gli obiettivi per il futuro, le minacce, le opportunità e i risvolti economici; definire strategie condivise e individuare possibili interventi puntuali con efficaci e idonee politiche legislative, economiche e commerciali a medio e lungo termine; proporre misure di sostegno adeguate per valorizzare in modo sostenibile, nel medio e lungo periodo, le bioenergie nel quadro più generale della multifunzionalità dell'azienda agricola; predisporre un piano di comunicazione e formazione da realizzare in collaborazione con le Regioni per rendere attuabile la politica di sostenibilità sociale delle bioenergie.

Il Piano di settore per le Bionergie è stato redatto partendo dai contributi tecnici di approfondimento prodotti da specifici tavoli di lavoro con lo scopo di sintetizzare i più importanti risultati emersi dai gruppi che hanno analizzato i punti di forza e di debolezza delle filiere bioenergetiche, le strategie, gli obiettivi per il futuro, le minacce, le opportunità e i risvolti economici. L'obiettivo è definire strategie condivise e individuare possibili interventi puntuali con efficaci e idonee politiche legislative, economiche e commerciali a medio e lungo termine, proporre misure di sostegno adeguate al fine di valorizzare in modo sostenibile, nel medio e lungo periodo, le bioenergie nel quadro più generale della multifunzionalità dell'azienda agricola; predisporre un piano di comunicazione e formazione da realizzare in collaborazione con le Regioni al fine di rendere attuabile la politica di sostenibilità sociale delle bionergie.

Nel bilancio complessivo dei consumi energetici finali nel nostro Paese del 2011, l'agricoltura incide per circa 3MTep, che equivalgono a circa il 2,2% del totale nazionale. Inoltre il massiccio ricorso all'uso delle fonti fossili in agricoltura, pesa sui costi correnti delle aziende e produce grandi quantità di emissioni inquinanti. Il settore agricolo è infatti responsabile, secondo dati ISPRA, del 40% delle emissioni di metano e per il 49% per quelle di NO2, riconducibili principalmente alla lavorazione dei suoli (44,9%) e alle deiezioni animali (18,7%). Questa situazione potrebbe migliorare sensibilmente con la diffusione delle filiere bioenergetiche, che assieme alla funzione di carbon sink del settore agroforestale, genera effetti positivi nella mitigazione dei cambiamenti climatici, in conseguenza di una diversa gestione del suolo e del recupero e valorizzazione di scarti, sottoprodotti e rifiuti delle attività agricole, zootecniche e forestali.

Le biomasse residuali, si legge nel Piano, sono una risorsa preziosa su cui far affidamento per la produzione di energia, potendo contare su ingenti quantitativi annui potenzialmente disponibili. Lo studio condotto nell'ambito del "Progetto biomasse ENAMA" finanziato dal MiPAAF, ha esaminato il potenziale di alcune tipologie di biomasse, stimando che a livello nazionale se ne producono all'incirca 30 milioni di tonnellate annue, corrispondenti a circa 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. La loro valorizzazione come fonte rinnovabile, oltre ad evitare i notevoli costi e le conseguenze ambientali negative di pratiche non corrette di smaltimento, genererebbe ricadute economiche aggiuntive utili al bilancio di molte aziende oggi in difficoltà. Anche il ricorso alle colture dedicate potrebbe portare un importante contributo, senza tuttavia incidere sul "consumo" di suolo agricolo: ad oggi queste non superano l'1% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata). Allo stato attuale, infatti, le produzioni di biomassa vegetale a finalità energetica interessano meno di 150.000 ettari, destinate alle diverse filiere dei biocombustibili (solidi, liquidi e gassosi).
fonte: distrettoenergierinnovabili.it
Tommaso Tautonico
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